compo

Mentha pulegium L.

Mentha pulegiumMentha pulegium L.
Nome volgare Menta poleggio
Forma Biologica: H scap – Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.

Descrizione: Pianta erbacea perennante rizomatosa, molto aromatica, alta 15-60 cm, vellutato-pelosa o glabrescente, con fusti ascendenti, di sezione quadrangolare, talvolta lignificati alla base, radicanti ai nodi e con internodi generalmente più lunghi delle foglie. Presenta foglie piccole, 5-10 x 10-20(30) mm, vellutate, brevemente picciolate (2-4 mm), ovali o oblunghe, sparsamente dentellate o per lo più intere sui bordi, generalmente ± arcuate e ripiegate a doccia e con l’apice ottuso o subacuto; le foglie bratteali sessili, simili alle foglie cauline, più corte dei verticillastri fiorali, formanti spesso dei verticilli all’ascella delle foglie più basse. Presenta un infiorescenza in verticillastri globosi e distanziati (1-1,5 cm di Ø) all’ascella delle foglie bratteali, con 10-30 fiori ermafroditi. Presenta un calice (fino a 3 mm) tubulare, spesso porporino, irsuto-ghiandoloso, a 10 nervature e con 5 denti lanceolato-lesiniformi ineguali, quindi ± bilabiato, munito di un anello di peli all’interno. Presenta una corolla (4,5-6 mm) rosea lilacina, raramente bianca, pubescente all’esterno, con 4 lobi ± uguali. Presenta stami 4 molto sporgenti. Ovario supero 4-loculare. Stimma bifido.
Il frutto è composto da 4 nucule (tetrachenio) ellissoidi, rugose, di color marrone chiaro, racchiuse nel calice persistente.

Antesi – Fioritura: giugno÷settembre

Habitat: Margini dei fossi e delle strade, alvei, stagni effimeri, luoghi erbosi umidi o asciutti periodicamente inondati, da 0 a 1200 m s.l.m.

Tassonomia filogenetica

Regno                            Plantae

Sottoregno                    Tracheobionta

Superdivisione              Spermatophyta

Divisione                       Magnoliophyta

Classe                           Magnoliopsida

Sottoclasse                    Asteridae

Ordine                           Lamiales

Famiglia                        Lamiaceae

Genere                           Mentha

Specie                           M. pulegium

Proprietà ed utilizzi:  Specie officinale

Mentha pulegium contiene un olio essenziale composto da mentolo, mentone, pinene, limonone, cineolo, pulegone e isopulegone, inoltre contiene piccole quantità di un saponoside e di un glucoside, resine e tannini. Possiede le proprietà generali della menta, e cioè ha un’azione tonica, stomatica, digestiva, diuretica e antispasmodica. Stimola la secrezione della bile e l’attività generale del fegato ed ha proprietà di sedare la tosse e favorire l’espettorazione.
La tradizione popolare attribuisce infine al pulegio le prerogative di regolare la fase mestruale, sedare la tensione nervosa e l’eccitazione cardiaca. Ma l’assunzione in grandi quantità può essere tossica.
Presenta anche proprietà antisettiche, analgesiche e antipruriginose.
Le foglioline, inoltre vengono utilizzate per insaporire insalate e verdure e per tenere lontani gli insetti.

Attenzione: Le indicazioni a scopo farmaceutico sono puramente indicative decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo

 

Mentha avernsis L.

Mentha_arvensis_—_Flora_Batava_—_Volume_v15Mentha avernsis L.

Nome volgare Menta campestre

 

Forma Biologica: : H scap – Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.
 

Descrizione: Pianta erbacea perennante rizomatosa, E’ una Menta meno aromatica delle altre e con un odore acre, alta 10-40 cm con fusti prostrati o ascendenti, quadrangolari e solcati, variamente pelosi talvolta lignificati alla base, radicanti ai nodi e con internodi generalmente più lunghi delle foglie. Le foglie si presentano piccole, rivestono il fusto fino in alto, quelle inferiori sono picciolate, lunghe fino a 5 cm, di forma ovata, con base ristretta a cuneo e margine dentato-crenato, acute all’apice, molto più lunghe dei verticillastri fiorali, quelle superiori sono quasi sessili. Presenta un infiorescenza in verticillastri globosi e distanziati (1-1,5 cm di Ø) all’ascella delle foglie bratteali, con 10-30 fiori.
Calice campanulato a denti triangolari uguali e con 5 venature indistinte;. La
Corolla (4,5-6 mm) si presenta rosea lilacina, raramente bianca, pubescente all’esterno, con 4 lobi ± uguali liliacina formata da un tubo che si apre in 4 lobi quasi.
Stami 4 molto sporgenti. Ovario supero 4-loculare. I fiori sono ermafroditi (sono entrambi organi maschile e femminile) e sono fecondati da api. Il frutto è composto da 4 nucule (tetrachenio) ellissoidi, rugose, di color marrone chiaro, racchiuse nel calice persistente.

Antesi – Fioritura: giugno÷settembre

Habitat Incolto, prati umidi, campi. E ‘in fiore da maggio a ottobre, e il semi maturano da luglio a ottobre

Tassonomia filogenetica

 

Regno         Plantae

Divisione    Magnoliophyta

Classe         Magnoliopsida

Ordine        Lamiales

Famiglia     Lamiaceae

Genere        Mentha

Specie         M. avernsis

 

Proprietà e Utilizzi

Sebbene non siano record di tossicità sono stati osservati per questa specie di grandi quantitativi di alcuni membri di questo genere, soprattutto quando assunto in forma di estratti di olio essenziale, in grado di provocare aborti sono alcuni si consiglia cautela.
Anestetico; Antisettico; Antispasmodico; Carminativo; Diaforetico; Emmenagogo; Febbrifugo.
Come altre specie del genere, è meglio non utilizzato da donne in gravidanza, perché dosi elevate può provocare un aborto
Un tè effettuate dalle foglie è stato tradizionalmente usato per il trattamento di febbri, mal di testa, disturbi digestivi e vari disturbi minori. Inoltre la sub-specie M. arvensis piperascens produce il miglior olio, che può essere utilizzato come un sostituto o per adulterare l’olio di menta piperita

 

Attenzione: Le indicazioni a scopo farmaceutico sono puramente indicative decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo

 

 

Mentha aquatica L.

Menta aquaticaMentha aquatica L.

Mentha aquatica subsp. ortmanniana (Opiz) Lemke

Nome comune: Menta d’acqua

 
Forma Biologica: H scap – Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.

Descrizione: Pianta erbacea perenne di 15-30 (50) cm, profumata, con rizoma legnoso che emette stoloni epigei striscianti.Presenta un fusto ascendente, ha diametro di circa 5 mm e sezione quadrangolare, ed è cosparso di peli soprattutto in alto, ramificato, rossastro. Le foglie –1-4 x 2-6 (9) cm– si presentano opposte a due a due, decussate, con un breve picciolo (4-9 mm) visibilmente solcato nella parte superiore, hanno la superficie ovale oblunga con apice acuto o ovale-tondeggiante con apice ottuso, il margine dentato, e la superficie spesso ricurva verso il basso, è glabra superiormente mentre è tormentosa nella pagina inferiore, dove sono più evidenti le nervature secondarie tra loro parallele.
I fiori si presentano molto profumati, ermafroditi, rosa o violacei sono raccolti in infiorescenze globose simili a capolini, all’apice del fusto e in verticillastri all’ascella delle foglie superiori, portate da peduncoli di circa 2,5 cm. Brattee simile alle foglie ma di minori dimensioni che non sovrastanto l’infiorescenza. Bratteole di 3-4 mm. Presenta un calice di 3-4 mm, cilindrico, tuboloso con 5 denti uguali, triangolari acuti, verde rossastro, peloso. La corolla è di forma tubolare di colore rosa o violacea, pelosa all’interno, con 4 lobi di cui il superiore più grande degli altri e a volte bilobato. Il frutto è formato da 4 nucule ovali a superficie verrucosa.

Antesi-fioritura: Giugno – Ottobre. 

Habitat: Cresce dal mare alla montagna (1200 m) nei luoghi ombrosi e umidi, sulle sponde dei laghetti, dei corsi d’acqua, dei fossi, nelle paludi, nei prati e nei boschi umidi.

 

Tassonomia filogenetica

Regno         Plantae

Divisione    Magnoliophyta

Classe         Magnoliopsida

Ordine        Lamiales

Famiglia     Lamiaceae

Genere        Mentha

Specie         M. aquatica

 

Proprietà ed utilizzi:   Specie officinale

Grazie ai suoi principi attivi quali olio essenziale (composto da mentolo, cineolo, mentofurano e terpeni), resine, tannini e principi amari è pianta antispasmodica, carminativa, diaforetica, refrigerante, vasodilatatrice, antisettica, astringente, colagoga, stimolante, stomachica, calmante il dolore, emetica, tonica.
In farmacia viene utilizzata come correttivo del sapore di alcuni farmaci e delle polveri aspersorie.
In erboristeria per uso interno come infuso (tisana) o tintura (alcolica o vinosa) per favorire la digestione e bloccare le fermentazioni intestinali, stimolare le secrezioni biliari, eliminare la nausea e sedare vomito, singhiozzo e gli spasmi in genere. Ma attenzione le preparazioni bevibili se usate a lungo ed in quantità eccessiva possono dar luogo a fenomeni ipnotici e di intolleranza gastrica.
Per uso esterno in infuso per pruriti, infiammazioni delle vie aeree e della cute e per l’alito cattivo con sciacqui, gargarismi o inalazioni. Per alleviare dolori reumatici o nevralgici in tintura frizionando le parti dolenti.
In cosmesi le proprietà tonico-astringenti e rinfrescanti di questa pianta hanno indotto le industrie cosmetiche ad usarla nella preparazione di dentifrici e collutori, di creme decongestionanti, di lozioni dermopurificanti, di saponi e bagno-schiuma, e di acque distillate rinfrescanti e decongestionanti.

In cucina le foglie e i fiori freschi vengono usati nella preparazione di insalate miste, salse e marinate per carni e pesce, giardiniere di legumi e fagioli, per insaporire macedonie, gelatine, confetture, pasticceria, bevande analcoliche, sciroppi, succhi, grappe, liquori, amari, e la preparazione di caramelle e gomme da masticare.

Attenzione: Le indicazioni a scopo farmaceutico sono puramente indicative decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo

 

 

Mentha x piperita L.

peppermint-mentha-piperita-Mentha x piperita L.

Nome volgare : menta piperita (Mentha × piperita)

Forma Biologica: H scap – Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.

Descrizione : è una pianta erbacea perenne, stolonifera, fortemente aromatica alta da qualche cm a circa 70 cm, con steli eretti e radici rizomatose che si espandono notevolmente nel suolo. Presenta foglie opposte, semplici, lanceolate e ricoperte di una leggera peluria di colore verde brillante. ovato-ellittiche e seghettate ai margini.

Presenta i fiori sono riuniti in una densa spiga fusiforme e fioriscono a partire dal basso verso l’alto. I singoli fiori, simpetali e irregolari, sono piccoli, di colore bianco, rosa o viola; la corolla si presenta, parzialmente fusa in un tubo, si apre in due labbra, la superiore con un solo lobo, l’inferiore con 3 lobi disuguali. La fioritura avviene in piena estate e prosegue fino all’autunno.

Il frutto è una capsula che contiene da 1 a 4 semi.

 

Antesi-fioritura: Maggio – Ottobre.

 

Tassonomia filogenetica

Regno         Plantae

Divisione    Magnoliophyta

Classe         Magnoliopsida

Ordine        Lamiales

Famiglia     Lamiaceae

Genere        Mentha

Specie         M. x piperita
Proprietà ed utilizzi:   Specie officinale

Di sapore intenso, viene raramente utilizzata in cucina dove si preferiscono altre specie di menta; della menta piperita viene perlopiù utilizzata l’essenza nella preparazione di bevande e prodotti dolciari.

Nell’aromaterapia viene consigliata come tonificante del sistema nervoso, dell’apparato digerente, del fegato, dell’intestino, per ridurre gli spasmi e la flatulenza. Si rivela un efficace espettorante, analgesico e antisettico. Si utilizza nel caso di cattiva digestione, nausea, diarrea, raffreddore, influenza, acne, mal di denti, emicrania.

Viene utilizzata anche in industria farmaceutica come aromatizzante (collutori, dentifrici, tisane), è antinevralgico e decongestionante delle prime vie aeree.

 

 

Mentha suaveolens Ehrh.

Mentha_suaveolens_-_HallierMentha suaveolens Ehrh.

Nome volgare : Mentastro, Menta a foglie rotonde,

Forma Biologica: H scap – Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.

Descrizione: Pianta erbacea perenne alta fino a 90 cm, spesso stolonifera, legnosa alla base, con un forte odore acre, ha il fusto eretto o ascendente, quadrangolare, ramificato e con pelosità variabile. Le foglie larghe 2-4 cm e lunghe meno del doppio, di colore grigio-verde più intenso nella pagina superiore, vellutate e rugose, sessili, opposte, a forma oblunga, obovata a volte anche orbicolare, arrotondate all’apice, con margine dentato o crenato-dentato, con nervi evidenti, corrugate e tomentose sulla pagina inferiore per peli cotonosi, bianchi semplici e ramosi.
I numerosi fiori ermafroditi e profumati, portati da brevissimi peduncoli, sono raccolti in infiorescenze composte a dicasio di verticillastri ravvicinati e densi, fusiformi, appuntiti all’apice. Bratteole da ovate a lanceolate. Presenta un calice persistente di 1-2 mm,gamosepalo, conico, grigio tomentoso, con 5 denti triangolari cigliati. La corolla di 3-4 mm con 4 lobi, biancastra o rosea.
Il frutto schizocarpico è un microbasario formato da 4 acheni monospermi.

Antesi-fioritura: Maggio a Ottobre

Habitat: Incolti, prati umidi, sentieri, fossi, fino a 600 m. (1.500 m nel meridione)

Tassonomia filogenetica
Regno         Plantae

Divisione    Magnoliophyta

Classe         Magnoliopsida

Ordine        Lamiales

Famiglia     Lamiaceae

Genere        Mentha

Specie         M. suaveolens Ehrh.
Proprietà ed utilizzi:  Specie officinali

Pianta antisettica, febbrifuga, antifermentativa, digestiva, analgesica, carminativa.
Grazie al suo principio attivo, il mentolo si dimostra attiva contro le infiammazioni del cavo orale , utile nella digestione e calmante della tosse.
Conosciuta fin dall’antichità, in Cina veniva usata per le sue proprietà calmanti ed antispasmodiche, Ippocrate la considerava afrodisiaca e Plinio analgesica.
Veniva inoltre usata nella medicina popolare per prevenire la cataratta, per conciliare il sonno, per calmare i dolori di coliche renali o biliari, per combattere l’alitosi ed infine per risvegliare il desiderio sessuale.
Oltre che in farmacia viene tuttora utilizzata nella produzione di cosmetici, liquori e dolciumi.

Attenzione: Le indicazioni a scopo farmaceutico sono puramente indicative decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo

 

 

Mentha longifolia L.

longifoliaMentha longifolia L.
Nome comune Menta selvatica, Menta a foglie lunghe.

Forma Biologica: H scap – Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.

Descrizione: Pianta perenne, erbacea, dal profumo dolciastro, rizomatosa con fusti eretti, pubescenti, ramosi; altezza 30÷120 cm. Le foglie sono sessili, grigio-verdastre, da ovali a oblungo-lanceolate con apice acuto, tomentoso-villose con margine seghettato. I fiori posti su brevi pedicelli, sono di colore lilla-malva o bianchi, riuniti in verticillastri con foglie fiorali generalmente più brevi dei verticillastri. Presenta un calice campanulato tomentoso-villoso, corolla subattinomorfa gamopetala 4petali,stami 4, ovario supero.
Il frutto è un tetrachenio formato da 4 nucule monospermi.

Antesi: giugno÷ottobre

Habitat: Lungo le strade e i sentieri, prati, bordi dei torrenti; generalmente fra 800÷2.000 m s.l.m., raramente a quote più basse.
 

Tassonomia filogenetica
Regno         Plantae

Divisione    Magnoliophyta

Classe         Magnoliopsida

Ordine        Lamiales

Famiglia     Lamiaceae

Genere        Mentha

Specie         M. longifolia

 

Proprietà ed utilizzi: Specie commestibile officinale

Ha proprietà digestive e, per il contenuto in diosfenolo, stimola la diuresi.
Soprattutto nella cucina asiatica, come condimento nelle pietanze con chutney ( salsa a base di frutta e spezie). Le foglie e i fiori possono essere impiegati per aromatizzare insalate crude, salse, bevande e vengono anche candite.
Fonte dell’essenza usata in sostituzione di quella di menta piperita in pasticceria.
Nelle campagne anticamente si usava spargerne le foglie per casa, oltre ad un piacevole effetto deodorante, si scacciavano in questo modo gli insetti.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.

 

 

Mentha microphylla Koch

Mentha microphyllaMentha microphylla Koch

 

Forma Biologica: H scap – Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.

Descrizione: Pianta erbacea perenne alta fino a 50 cm,  legnosa alla base. Il fusto si presenta eretto o ascendente, quadrangolare, ramificato e con pelosità variabile. Le foglie larghe 2-4 cm e lunghe meno del doppio, spesso lanciolate, seghettate, densamente tomentose, sulla pagina inferiore peli semplici misti a peli ramosi.

I numeropsi fiori ermafroditi e profumati, portati da brevissimi peduncoli, sono raccolti in infiorescenze composte a dicasio di verticillastri, ravvicinati e densi, fusiformi, appuntiti all’apice. Bratteole di 3-5 mm, da ovate a lanceolate. Calice persistente di 1-2 mm,gamosepalo, conico, grigio tomentoso, con 5 denti triangolari cigliati. La corolla di 3-4 mm con 4 lobi, biancastra o rosea.
Il frutto schizocarpico è un microbasario formato da 4 acheni monosperm

Antesi-fioritura: Giugno – Ottobre. 
Habitat: Cresce dal mare alla montagna (1800 m) nei luoghi

Tassonomia filogenetica

Regno         Plantae

Divisione    Magnoliophyta

Classe         Magnoliopsida

Ordine        Lamiales

Famiglia     Lamiaceae

Genere        Mentha

Specie         M. microphylla

 

 

Mentha spicata L.

 

Mentha spicataMentha spicata L.

 

Nome volgare Menta romana

 

Forma Biologica: : H scap – Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.
 

Descrizione: Pianta erbacea perennante rizomatosa. La menta romana presenta un odore dolciastro piuttosto sgradevole. Questa specie presenta fusti stoloniferi, eretti o ascendenti, ramificati nella parte superiore e alti fino a 1 metro. Le foglie sessili, più grigiastre che baincastre, da ovali a oblungo-lanceolate con apice acuto, tomentoso-villose con margine seghettato. Sulla pagina inferiore peli semplici misti a peli ramosi
fiori su brevi pedicelli, sono di colore lilla-malva o bianchi, riuniti in verticillastri con foglie fiorali generalmente più brevi dei verticillastri. Il labbro superiore è generalmente grande come uno dei tre lobi del labbro inferiore. Per questo motivo l’infiorescenza sembra essere suddivisa in 4 parti. Le infiorescenze sono distribuite perlopiù in verticilli ricchi di fiori e formano “spighe” interrotte con grandi foglie portanti oppure “spighe” fitte con piccole foglie alte. Calice campanulato tormentoso villoso, la corolla è subattinomorfa gamopetala e composta da 4 petali.Il frutto è un tetrachenio formato da 4 nucule monospermi.

Antesi-Fioritura: giugno÷settembre

Habitat: Diffusa in tutto il territorio italiano, dal piano ai 1.200 metri.

Tassonomia filogenetica

Regno         Plantae

Divisione    Magnoliophyta

Classe         Magnoliopsida

Ordine        Lamiales

Famiglia     Lamiaceae

Genere        Mentha

Specie         M. spicata

 

Proprietà e Utilizzi

La pianta della menta romana viene coltivata ai fini della produzione dell’olio essenziale, utilizzato per migliorare il gusto di gomme da masticare, collutori e dentifrici. L’olio essenziale, come il cumino, contiene principalmente carvone. Per questo le foglie sono adatte al trattamento della flatulenza e di problemi digestivi. Poiché la menta romana non contiene mentolo, l’infuso viene ben tollerato anche dai bambini. La pianta fresca viene anche utilizzata per aromatizzare il the nero. L’olio essenziale trova applicazione principalmente nel trattamento delle malattie da raffreddamento.Le foglie molto aromatiche vengono impiegate per dare sapore a insalate, frittate, dolci, salse, gelati e macedonie. Molto usate anche nella preparazione di liquori e sciroppi.Proprietà terapeutiche: espettoranti, digestive, tonico-stimolanti, antispasmodiche. Per uso esterno, come deodorante e antisettico del cavo orale.

Attenzione: Le indicazioni a scopo farmaceutico sono puramente indicative decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo

 

 

Rosmarinus officinalis L.

 

Rosmarinum officinalisRosmarinus officinalis L.
Nome volgare : Osmarino, Ramerino, Smarino, Trasmarino, Usmarino, Rosmarino

Forma Biologica: NP – Nano-Fanerofite. Piante legnose con gemme perennanti poste tra 20 cm e 2 m dal suolo.
P caesp – Fanerofite cespugliose. Piante legnose con portamento cespuglioso.

Descrizione: Arbusto legnoso perenne sempreverde, ramosissimo con portamento a volte ascendente a volte prostrato, mai veramente eretto, alto fino a 2 metri, con corteccia bruno chiara. Le Foglie sono lineari larghe 2-3 mm e lunghe 15-30 mm, revolute sul bordo, sessili, verde scure e lucide di sopra, bianco tormentose di sotto, opposte lungo i rami ed in fascetti ascellari. I Fiori sono raccolti in racemi ascellari brevi, generalmente nella parte superiore dei rami, ciascuno con 4-16 fiori. Calice campanulato bilabiato tomentoso. La corolla è di colore azzurro-chiara o lilla, a volte rosea o bianca bilabiata a tubo sporgente, gonfia alla fauce. Frutto schizocarpico con 4 mericarpi (acheni) oblunghi, di color castano chiaro.

Antesi-fioritura: aprile-agosto;

Habitat: Macchie e garighe, preferibilmente su calcare, dal livello del mare fino a 800 metri. E’ componente diffuso e caratteristico della macchia bassa mediterranea.

Tassonomia filogenetica

Regno         Plantae

Divisione    Magnoliophyta

Classe         Magnoliopsida

Ordine        Lamiales

Famiglia     Lamiaceae

Genere        Rosmarinus

Specie         R. officinalis

Proprietà ed utilizzi: Specie commestibile officinale

Coltivato negli orti e nei giardini fin dalla più remota antichità, i Greci e i Romani lo bruciavano come incenso e fu sacro ad Afrodite fino a che non venne soppiantato dal mirto. Fu circondato da un alone fantastico e creduto in possesso di poteri magici ed afrodisiaci entrando nei più svariati filtri d’amore e ricette propiziatorie: sono famose l’“Acqua Celeste” di Caterina Sforza e l’ “Acqua della Regina d’Ungheria”, un liquore a base di rosmarino ideato da Isabella d’Ungheria. Il rosmarino compare quindi nell’uso comune con il duplice apporto del delicato aroma e della presunta facoltà di allontanare la malasorte, simboleggiando inoltre l’immortalità e la fedeltà coniugale.
Dai litorali mediterranei il Rosmarinus officinalis passò nei giardini e nelle giare dei conventi del Medio Evo, in quegli “hortuli” nei quali si coltivavano le 16 piante benefiche che hanno fatto la ricchezza terapeutica dell’Occidente medioevale: 16 piante che, oltre al Rosmarino comprendevano l’Assenzio, il Crescione, il Finocchio, la Malva, il Fienogreco, il Giglio, il Ligustro, la Lunaria selvatica, il Melone, la Menta dalle foglie rotonde, il Pulegio, la Ruta, la Salvia, il Tanaceto e la Santoreggia, tutte piante della flora spontanea italiana.
Vennero individuate varie proprietà terapeutiche e soprattutto i medici arabi lo utilizzarono frequentemente, ben coscienti però che ad alte dosi può provocare spasmi e vertigini. L’imponente serie di applicazioni mediche basata sul Rosmarinus officinalis (stimolante nelle malattie dei nervi e nell’amenorrea, curativo di tumori, diarree croniche, cancrena, prolasso del retto e della vagina), certamente preziose in epoche prive di moderne ed efficaci terapie, risulta oggi ridimensionata.
Attualmente gli si riconoscono proprietà aromatizzanti, aperitive, digestive, antispasmodiche, diuretiche, balsamiche, antisettiche, rubefacenti, stimolanti.
Dal Rosmarino si ottengono un olio essenziale ed estratti utilissimi in profumeria e cosmesi, in liquoreria e in farmacia. Per uso interno il Rosmarino ha proprietà digestive, antispasmodiche e carminative; stimola la diuresi e la sudorazione, regola il ciclo mestruale, fluidifica la secrezione bronchiale, seda le tossi convulse. Per uso esterno è soprattutto un buon antisettico.
L’ olio essenziale ha ancora localmente proprietà stimolanti e rubefacenti utili per il trattamento di contusioni, dolori articolari e muscolari, reumatismi e torcicollo.
In cosmesi le lozioni e i bagni deodorano e purificano la pelle, le tinture rivitalizzano il cuoio capelluto, i dentifrici e i colluttori al Rosmarino rinforzano le gengive.
Prosegue invece incontrastato il successo del rosmarino nella cucina, dove insieme alla Salvia, al Timo e all’Alloro fornisce ininterrottamente da secoli il tipico aroma non solo a piatti di carne, pesce e selvaggina, ma anche a dolci semplici e popolari come il castagnaccio.
I fiori del rosmarino, infine, attirano in gran numero le api, che ne producono un miele dalle proprietà e dal sapore eccellente.

Attenzione: Le indicazioni a scopo farmaceutico sono puramente indicative decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo

 

 

Salvia officinalis L.

Salvia officinalis2Salvia officinalis L.

Nome comune: Salvia domestica

Forma Biologica: Ch suffr – Camefite suffruticose. Piante con fusti legnosi solo alla base, generalmente di piccole dimensioni.

Descrizione: Pianta perenne suffruticosa di 2-4 dm, grigio tomentoso con odore aromatico. Presenta un fusto legnoso alla base, ramificato, con peli patenti. Le foglie si presentano con picciolo di 10-15 mm e lamina lanceolata (1 x 2-3 cm), ottusa, crenata sul bordo. Verticillastri 5-10 flori. Presenta un calice campanulato, ferrugineo con tubo di 5-7 mm e denti di 4-6 mm. La corolla è violacea, più raramente rosea o sbiancata, con tubo di 10-15 mm e labbro superiore di 7-10 mm. Presenta Frutto schizocarpico con 4 mericarpi (nucule) subglobosi di colore castano scuro.

Antesi-fioritura: marzo ÷ maggio

Habitat: Rupi aride e pietraie, su calcare dal piano ai 300 m. Sul Monte Salviano trovata a 1000 m ca. (Comm. Pers.)

Tassonomia filogenetica

Regno                  Plantae

Divisione             Magnoliophyta

Classe                  Magnoliopsida

Ordine                 Lamiales

Famiglia               Lamiaceae

Sottofamiglia       Neptoideae

Tribù                    Mentheae

Genere                 Salvia

Specie                  S. officinalis

Proprietà ed utilizzi: Specie commestibile officinale

Pianta medicinale conosciuta sin dall’antichità. Le si riconoscono molteplici virtù. Efficace nei casi di disturbi epatici, nelle infezioni delle vie respiratorie e negli stati depressivi ed ansiosi. Considerata diuretica, antisettica e persino afrodisiaca. Il decotto di salvia è un ottimo cardiotonico. Le foglie essiccate, pestate e mescolate con il miele danno vita ad un composto famoso per le proprietà espettoranti. Addirittura il vino bianco fatto bollire con qualche manciata di salvia sarebbe consigliato ai diabetici in quanto, assunto dopo i pasti, aiuterebbe ad abbassare il tono zuccherino nel sangue.
La notorietà della Salvia è dovuta anche all’uso come pianta aromatizzante di largo impiego in cucina.

Attenzione: Le indicazioni a scopo farmaceutico sono puramente indicative decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo

 

Salvia sclarea L.

Salvia_sclareaSalvia sclarea L.
Nome comune Sclarea, Scanderona, Chiarella, Salvia moscatella

Forma Biologica: H bienn – Emicriptofite bienni. Piante a ciclo biennale con gemme poste a livello del terreno.
Descrizione: Pianta bienne, può superare il metro d’altezza. Il fusto si presenta eretto, ingrossato, quadrangolare, costolato e con peli crespi. Le foglie  sono vellutate, le inferiori con lamina di 4-12 X 7-18 cm, in rosetta nel primo anno. Quelle cauline più piccole, irregolarmente dentellate. Presenta un inflorescenza ampia con rami eretto-patenti. Bratte membranose, violacee, 2-3 cm e comunque più lunghe della corolla. Il calice si presenta con tubo ispido e denti spinulosi. La corolla  si presenta rorea o liliacina di 15-20 mm.

Antesi-fiorale: Da giugno a Luglio.

Habitat: Pendii aridi e boscaglie, dal piano fino ai 1000m.

Tassonomia filogenetica

 

Regno                            Plantae

Divisione                       Magnoliophyta

Classe                           Magnoliopsida

Ordine                           Lamiales

Famiglia                        Lamiaceae

Sottofamiglia                Neptoideae

Tribù                             Mentheae

Genere                           Salvia

Specie                           S. officinalis
Proprietà ed utilizzi: Specie commestibile officinale

Salvia sclarea è pianta conosciuta sin dall’antichità per le sue proprietà e virtù. Gia i Greci ed i Romani ne facevano ampio uso al pari della Salvia officinalis.
Nella medicina popolare è utilizzata come digestivo, lassativo, diuretico e contro l’asma. Trova applicazione come rimedio ad emorroidi, febbre, tosse e ascessi. In caso di ferite o piaghe se ne consiglia l’applicazione di foglie pestate. Per provocare le mestruazioni in caso di ritardo si utilizza il decotto dell’intera pianta, mentre quello delle sole foglie in caso di gengivite. Riconosciuta ottimo tonico, gli anziani delle Marche usavano portarne una foglia in bocca a tale scopo.
Nella cucina popolare le foglie venivano consumate lesse, mentre in enologia trovava largo impiego per intensificare l’aroma del vino moscato.
E’ segnalato anche l’uso come surrogato del tabacco e per profumare le botti.
Attualmente il suo utilizzo principale è per la produzione di vermouth, liquori e profumi.

Attenzione: Le indicazioni a scopo farmaceutico sono puramente indicative decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo

 

 

Melissa officinalis L.

melissa officinalis2Melissa officinalis L.
Nome comune : Erba limona, Melissa, Melissa vera, Appiastro, Cedronella

Forma Biologica: H scap – Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.

Descrizione: Pianta perenne, erbacea, dal gradevole odore di limone, con breve rizoma. I fusti  sono eretti, quadrangolari, ramificati, con peli setolosi patenti, disposti sugli spigoli, particolarmente densi ai nodi. Altezza 30÷80 cm.
Le foglie sono picciolate, opposte, di colore verde-giallastro, con lamina ovata, le inferiori spesso cuoriformi; sono crenato-dentate 6÷14 denti x lato.
fiori su brevi peduncoli, sono raccolti in glomeruli radi, all’ascella delle foglie e delle bratteole lanceolate: presentano un calice tubuloso, peloso, campanulato, bilabiato; con una corolla tubolosa, simpetala, bilabiata, labbro superiore smarginato. Il frutto è un tetrachenio contenente 4 piccole nucule (acheni) bruno-scure di 1,6-2 x 0,8-1 mm.

Antesi-fioritura: maggio÷agosto
Habitat: Incolti, luoghi asciutti, soleggiati, presso le case e in luoghi ruderali; 0÷1.000 m s.l.m.

 

Tassonomia filogenetica

Regno         Plantae

Divisione    Magnoliophyta

Classe         Magnoliopsida

Ordine        Lamiales

Famiglia     Lamiaceae

Genere        Melissa

Specie         M. officinalis
 

 Proprietà ed utilizzi:  Specie commestibile officinale

Principali costituenti: olio essenziale contenente geraniale, citronellale, linalolo, geraniolo, eugenolo; glucosidi, acidi triterpenici, derivati dell’acido caffeico, flavonoidi.
Erba aromatica, rinfrescante, sedativa, antipiretica, digestiva; rilassa gli spasmi e i vasi sanguigni periferici, inibisce l’attività della tiroide. Ha azione antivirale, antibatterica e insettifuga.

In farmacia viene utilizzato contro disturbi di origine nervosa: stress, depressione insonnia, tensione nervosa premestruale; digestione difficile associata a tensione nervosa , eccitabilità, mal di testa di origine nervosa, palpitazioni.
Utile nello stimolare l’appetito e in caso di indigestioni, per espellere gli eccessivi gas intestinali.
Famosi erano lo “spirito di melissa” e “l’acqua di melissa” dei Carmelitani scalzi, preparati, il primo alcolico e il secondo analcolico, impiegati come calmanti, digestivi, per combatte le nausee, vomito e il mal di mare. Anche contro herpes, piaghe, gotta, punture d’insetti, per dolori reumatici e nevralgie, anche come insettifugo.
In Germania dove la fitoterapia è più diffusa, l’estratto di Melissa entra nella composizione di unguenti per il trattamento dell’herpes labiale e genitale.
In aromaterapia l’olio è impiegato come rilassante, rinvigorente.
Le foglie essiccate si aggiungono ai pot-pourri e ai sacchettini profumati.

Ad uso alimentare invece le foglie possono essere utilizzate al posto del limone, nella preparazione di amari, di minestre, frittate, salse, aceti aromatici, insalate, dolci, macedonie di frutta, e per aromatizzare latte e vino.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.

 

 

Melissa romana L.

Melissa_romanaMelissa romana L.

Nome comune : Melissa selvatica

 

Forma Biologica: H scap – Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.

Descrizione: Pianta perenne, erbacea, dall’odore sgradevole, con breve rizoma, i fusti sono eretti, quadrangolari, ramificati, con peli setolosi patenti, disposti sugli spigoli, particolarmente densi ai nodi. Può arrivare fino ad una altezza di 80 cm.
Le foglie sono picciolate, opposte, di colore, con lamina ovata, le inferiori spesso cuoriformi; sono crenato-dentate 6÷14 denti x lato, di colore grigio-tomentose sulla pagina inferiore.
fiori su brevi peduncoli, sono raccolti in glomeruli radi, all’ascella delle foglie e delle bratteole lanceolate; calice Con dente centrale del labbro superiore ridottissimo.
Il frutto è un tetrachenio contenente 4 piccole nucule (acheni)
Antesi-fioritura: maggio÷agosto

Habitat: Incolti, luoghi asciutti, soleggiati, presso le case e in luoghi ruderali; 0÷ 800 m s.l.m.

Tassonomia filogenetica

Regno         Plantae

Divisione    Magnoliophyta

Classe         Magnoliopsida

Ordine        Lamiales

Famiglia     Lamiaceae

Genere        Melissa

Specie         M. romana

Proprietà ed utilizzi:  Specie commestibile officinale
Questa specie viene molto utilizzata in ambito culinario.

 

Hyssopus officinalis L.

Hyssopus_officinalis0Hyssopus officinalis L.
Nome comune: Issopo

Forma Biologica: Ch suffr – Camefite suffruticose. Piante con fusti legnosi solo alla base, generalmente di piccole dimensioni.

Descrizione: Pianta perenne, cespugliosa, glabrescente, aromatica, alta 30-50 cm, fusto legnoso alla base, ascendente e ramificato con peli crespi minutissimi (0,1 mm). Le foglie lanceolate, brevemente picciolate, opposte, lunghe fino a 25 mm, larghe 5 mm, generalmente revolute sui bordi e con ghiandole sessili; quelle fiorali sono acute, non aristate all’apice.

I Fiori sono ermafroditi, raggruppati in verticillastri ascellari (4-6), volti da un lato, e ravvicinati in spiga terminale unilaterale; il calice  si presenta generalmente arrossato, pubescente tubuloso di ceruleo-porporino, lunga da 7 a 9 mm, forte odore aromatico simile alla canfora e sapore amarognolo ma gradevole; 4 stami lungamente sporgenti.
Frutto è un tetrachenio ovoideo o oblungo, con tre spigoli ottusi, glabro e con minute fossette, ogni parte racchiude 1 seme nero rugoso.

Antesi-fioritura: luglio – ottobre.

Habitat: Predilige terreni asciutti, rupi calcaree soleggiate e pascoli sassosi dai 200 ai 1200 m s.l.m.

Tassonomia filogenetica

Regno         Plantae

Divisione    Magnoliophyta

Classe         Magnoliopsida

Ordine        Lamiales

Famiglia     Lamiaceae

Genere        Hyssopus

Specie         H. officinalis

Proprietà ed utilizzi: Specie officinale

la pianta conosce un largo uso sotto forma di infuso; si utilizzano le sommità fiorite e foglie che devono essere fatte essiccare rapidamente all’ombra, all’aria aperta e conservate in barattoli di vetro in un luogo asciutto. Ha proprietà aromatica, tonico-amaro-stomatica, balsamica, espettorante, antisettica e antiasmatica.
L’olio essenziale di issopo è neurotossico in quanto contiene tujone (responsabile dell’azione epilettogena), mentre trova impiego in cosmetica come componente di saponi, creme, lozioni e profumi nonché come aromatizzante di dolci e bevande alcoliche. In cosmesi il macerato dei fiori è utilizzato come lozione per ammorbidire la pelle del viso. Le sommità fiorite contengono un gradevolissimo olio essenziale impiegato nel settore dei profumi utilizzato anche per l’acqua di Colonia. L’infuso di fiori e foglie, da applicare con delle garze sugli occhi stanchi e cerchiati. In cucina insieme ad altre 17 piante l’issopo, entra nella composizione del tè svizzero. Il miele d’issopo ha un gusto delicato ma decisamente profumato. Piccole dosi insaporiscono carni, minestre e insalate. Impiegato nella preparazione del liquore “Chartreuse” di origine benedettina.

Costituenti principali: olio essenziale, flavonoidi (diosmoside), acido rosmarinico, marrubina, acido oleoanolico, tannini.

Attenzione: Le indicazioni a scopo farmaceutico sono puramente indicative decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo

 

Origanum vulgare L.

OriganumVulgareOriganum vulgare L.
Nome comune: Origano comune, Acciughero, Arigano, Cornabusa, Maggiorana selvatica, Regamo, Regano, Rianu, Rigano, Origano comune, Erba acciuga.

Forma Biologica: H scap – Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.

Descrizione: Pianta perenne, cespugliosa, che a maturità diviene semiarbustiva, estremamente variabile nell’aspetto e gradevolmente profumata; ha rizoma legnoso ramificato e strisciante orizzontalmente, dal quale si sviluppano i fusti, spesso sdraiati nella parte basale poi eretti, con sezione quadrangolare, ramificati in alto , di colore rossastro e ricoperti da una fitta peluria patente. Altezza 20÷60 cm.
Le foglie si presentano opposte, ovali-allungate con breve picciolo, pelose sui grossi nervi, con la massima larghezza verso la base dove sono arrotondate, poco dentate, spesso con margine intero e peloso.
fiori nascono all’ascella delle brattee sessili, che per la loro forma sembrano foglie e sono spesso sfumate di rosso, sono portati da corti peduncoli e riuniti in capolini terminali di colore rosa purpureo, raramente bianchi. Presenta un calice è simmetrico, diviso in 5 denti lunghi 1/3 del tubo, tubuloso campanulato; la corolla ha il labbro superiore smarginato e quello inferiore più lungo, trilobato.
frutti sono tetracheni con mericarpi subsferici, con apice acuto, con due triangolini biancastri nella superficie di inserzione, di colore castano scuro.

Antesi-fioritura: giugno÷settembre

Habitat: Luoghi aridi e assolati, boschi radi e luoghi sassosi, rupi, soprattutto su terreni gessosi.

Tassonomia filogenetica

Regno         Plantae

Divisione    Magnoliophyta

Classe         Magnoliopsida

Ordine        Lamiales

Famiglia     Lamiaceae

Genere        Origanum

Specie         O. vulgare

Proprietà ed utilizzi:  Specie commestibile officinale

Erba fortemente aromatica, antisettica e disinfettante, revulsiva, antispastica, digestiva e sudorifera; stimola l’utero e agisce come lieve espettorante.

Costituenti principali: olio essenziale contenente terpinene, carvacrolo, timolo, mircene, cariofillene, cineolo; tannini, resina.
In medicina, in caso di raffreddore, influenza, leggeri stati febbrili, digestione difficile, aerofagia, mal di stomaco e mestruazioni dolorose. Le sommità fiorite della pianta stimolano la secrezione dei succhi gastrici, aiutando la digestione, attenuando le contrazioni intestinali dolorose, bloccando le fermentazioni intestinali ed eliminando i gas.
Inoltre l’essenza di origano può essere impiegata contro bronchiti, asma, artrite e dolori muscolari, come gargarismo contro le infiammazioni del cavo orale e delle gengive. L’olio essenziale favorisce la crescita dei capelli e le sue proprietà parassiticide sono utili in presenza di pidocchi.
Grazie alle proprietà cicatrizzanti e germicide, è un buon rimedio in caso di eczemi, ferite e piaghe infette.
L’olio che ha funzioni antibatteriche e antifungine, diluito si può applicare per mal di denti e dolori articolari; è un buon emolliente per pelli secche e mitiga gli eritemi solari e gli estratti dalle foglie sono applicati in ambito cosmetologico contro diversi inestetismi della pelle, quali la cellulite profonda. L’olio è impiegato nella preparazione di cosmetici e di profumi maschili e, dall’industria alimentare come aromatizzante.
Una manciata di Origano nell’acqua del bagno o del pediluvio, ha azione stimolante, purificante e deodorante.
Molte sono le varietà coltivate ed usate in cucina, ma le piante spontanee che crescono al nord sono di scarso valore aromatico mentre quelle del sud hanno un sapore particolarmente gradevole tanto da essere usate come ingrediente tipico in molti piatti.
Il vino di origano, ottenuto facendo macerare le sommità fiorite ed essiccate nel vino è un ottimo aperitivo
L’aroma si intensifica con l’essiccazione: a tale scopo si recide la pianta ancora in fiore, si pone ad asciugare all’ombra e si conserva in recipienti ermeticamente chiusi.
È una delle erbe aromatiche più utilizzate nella cucina mediterranea in virtù del suo intenso e stimolante profumo; erba importante sia della cucina italiana che di quella greca e messicana.
Pizza, pesce, patate, formaggi, carne, pomodoro, ortaggi sott’olio e sott’aceto, liquori, sono solo alcune delle pietanze che si possono insaporire con l’Origano.
Questa specie che è principalmente usata come aromatica, ha anche pregi ornamentali ed è buona mellifera.
Le sommità fiorite si aggiungono a pot-pourri e fanno parte della composizione dell’infuso detto “acqua archibugiata”.

Attenzione: Le indicazioni a scopo farmaceutico sono puramente indicative decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo

 

 

Origanum majorana L.

Origanum_majorana_1Origanum majorana L.
Nomi comuni: Origano maggiorana, Persia, Maggiorana.

Forma Biologica: H scap – Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.

Descrizione: Pianta erbacea perenne lignificata nella porzione basale, molto aromatica. Il fusto  si presenta eretto ampiamente ramificato, alto fino a 50 cm, con sezione quadrata, inizialmente tomentoso e verde cenere, poi glabro, con rizoma obliquo.
Foglie opposte, con base ottusa o arrotondata, da ovali a oblunghe (generalmente 5-10 x 8-20 mm), si restringono alla base nel corto picciolo ed hanno l’apice arrotondato; il margine è intero, la superficie delle foglie più giovani è biancastra per la presenza di una fitta peluria.
Fiori sessili, hanno la corolla tubolare e bilabiata (labbro superiore intero o quasi, quello inferiore diviso in tre lobi acuti), con petali bianco-rosei o talvolta porporini, sono riuniti in densi glomeruli formanti racemi alle sommità, caratterizzato da brattee rotonde, tomentose e ghiandolose, stami con filamenti divergenti e spesso antere sporgenti sui lati; calice con 5 denti, tubolare debolmente zigomorfo (a forma di cono aperto su un lato).
Frutto è un microbasario (tetrachenio racchiuso nel fondo del calice persistente), con mericarpi di 0,9-1,3 x 0,7-0,8 mm, ellissoidi, con apice acuto, di colore prima giallo poi castano scuro.

Antesi-fioritura: Giugno – Settembre

Habitat: coltivata come pianta aromatica, subspontanea negli orti, negli incolti, lungo i bordi delle vie.

 

Tassonomia filogenetica

Regno         Plantae

Divisione    Magnoliophyta

Classe         Magnoliopsida

Ordine        Lamiales

Famiglia     Lamiaceae

Genere        Origanum

Specie         O. majorana

Proprietà ed utilizzi:  Specie commestibile officinale

Parte utilizzata: la droga è costituita dalle sommità fiorite, raccolte da luglio a settembre, recise a 10-15 cm. da terra, evitando la porzione basale lignificata. Si riuniscono in mazzi e si appendono in luogo areato all’ombra per l’essiccazione. Si conservano in recipienti di vetro o porcellana.

Costituenti principali: dallo 0,7 al 3 % di olio essenziale costituito da: terpinen-4-olo, ά-terpineolo, 4-tuianolo, linalolo; acido rosmarinico, acido caffeico; 4,5% tannino; acido ursolico e oleanolico; vit. A, acido ascorbico.

Attività principali: per l’attività antisettica dell’olio essenziale e la presenza di tannini ha azione aromatica, eupeptica e antispasmodica del tubo gastro-enterico; blocca le fermentazioni del tratto intestinale, contrastando meteorismo e contrazioni dolorose. Ha un’azione tonica che, unita alle proprietà antispasmodiche e digestive, risulta utile nel trattamento degli stati depressivi e ansiosi, dell’emicrania e della cefalea di origine nervosa. Sull’apparato respiratorio svolge un’azione balsamica ed espettorante. Presenta inoltre una blanda azione diuretica.
Viene inoltre utilizzato l’infuso per indicato nella digestione difficile, nei dolori addominali, nelle nevralgie, nella tosse e nel raffreddore. L’uso come spezie in cucina, oltre ad apportare un aroma più delicato rispetto all’origano, contribuisce a favorire i processi digestivi.
Viene anche utilizzato attraverso i suffumigi in caso di raffreddore e l’utilizzo dell’infuso come colluttorio contro le infiammazioni della gola. È inoltre possibile usare l’infuso per frizioni in caso di nevralgie e dolori reumatici.
Tossicità ed effetti secondari: La pianta fresca può provocare, in soggetti predisposti, irritazione cutanea e oculare. L’olio essenziale, in posologie elevate, può provocare ematuria.

Attenzione: Le indicazioni a scopo farmaceutico sono puramente indicative decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo

 

 

Thymus capitatus L.

Thymus capitatusThymus capitatus L.

Nome comuni: timo arbustivo,  timo capocchiuto.

Forma Biologica: Ch frut – Camefite fruticose. Piante perenni con fusti legnosi, ma di modeste dimensioni.

Ch suffr – Camefite suffruticose. Piante con fusti legnosi solo alla base, generalmente di piccole dimensioni.

 

Descrizione: Pianta frutice o suffrutice perenne con portamento pulvino, odorosa, alta 10-60 cm, con fusti quadrangolari eretti, ramosissimi, che tendono a lignificare dopo 4 – 5 anni di vita, formando densi cespugli dall’aspetto grigiastro o verde bianchiccio; rami lignificati con corteccia bruna.

Le foglie dapprima revolute solo sul bordo, lanceolate larghe 1.8-1.2 mm e lunghe 5-12 mm, quindi revolute a tubo ed apparentemente lineari, opposte, sessili o brevemente picciolate, di colore grigio-verde, più chiaro nella pagina inferiore per la presenza di peli.

I Fiori in infiorescenza subsferica o allungata con brattee lanceolate simili alle foglie ma più piccole; calice lungo 3-4 mm, la corolla rosso-purpurea lunga 7-10 mm, con tubo sporgente e dritto, bilabiata, Frutto: tetrachenio costituito da nucule ovoidali lisce.

 

Antesi-fioritura: Maggio – Giugno

 

Habitat: Garighe, pendii aridi, dal livello del mare fino a 600 metri. E’ frequente lungo le colline aride delle coste, diventa più raro all’interno.

 

Tassonomia filogenetica

 

Regno         Plantae

Divisione    Magnoliophyta

Classe         Magnoliopsida

Ordine        Lamiales

Famiglia     Lamiaceae

Genere        Thymus

Specie         T. capitatus

 

Proprietà ed utilizzi:

 

La specie è nota per il suo uso alimentare come pianta aromatica, ma

viene utilizzata anche in cosmetica, in profumeria e in fitoterapia, ricavandosi dalla pianta un olio essenziale, conosciuto anche come “olio di origano spagnolo”, che è usato come antisettico. Le si attribuiscono anche proprietà diuretiche, quella di combattere i vermi e di favorire le mestruazioni. Viene usata come disinfettante, contro

gli spasmi e le contusioni e soprattutto, come in genere altre specie di timo, per combattere la tosse, il catarro e le affezioni respiratorie in genere. La tintura viene utilizzata anche per rafforzare gli arti, mentre i bagni a base di timo per rilassare e per combattere l’insonnia. Qualcuno usa le tisane di timo per combattere l’alcolismo.

Il timo in genere è conosciuto fin dai tempi antichi e alle varie specie, senza fare gradi distinzioni, sono anche legate diverse tradizioni e storie popolari.

In cucina si utilizza come le altre specie di timo, per aromatizzare molte preparazioni e piatti più o meno tradizionali di carne o di pesce.

Viene utilizzato per aromatizzare anche olive condite e altri alimenti

conservati, come sardine o altri pesci, e focacce, sostituendo a volte l’origano. In area mediterranea si utilizza con gli stessi scopi anche in altre paesi, aggiungendo talvolta l’uso come afrodisiaco (in Tunisia) o ampliando la già vasta gamma di possibili utilizzi.

A volte, ad esempio, viene utilizzato per aromatizzare direttamente le braci nelle grigliate o se ne estrae una sorta di

“miele”.

Non è raro l’uso aromatico delle parti aeree fatte seccare (Turchia e altri luoghi) mentre con l’olio essenziale si aromatizzano prodotti d forno e altri alimenti.

 

Attenzione: Le indicazioni a scopo farmaceutico sono puramente indicative decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo 

 

 

Thymus vulgaris L.

 

thymus vulgaris-lThymus vulgaris L.

Nome comune: Timo maggiore

Forma Biologica: Ch frut – Camefite fruticose. Piante perenni con fusti legnosi, ma di modeste dimensioni.
Ch suffr – Camefite suffruticose. Piante con fusti legnosi solo alla base, generalmente di piccole dimensioni.

Descrizione: Pianta frutice o suffrutice perenne, odorosa, alta 10-60 cm, con fusti quadrangolari eretti, ramosissimi, che tendono a lignificare dopo 4 – 5 anni di vita, formando densi cespugli dall’aspetto grigiastro o verde bianchiccio; rami lignificati con corteccia bruna.
Le foglie sono dapprima revolute solo sul bordo, lanceolate larghe 3 mm e lunghe 7-9 mm, quindi revolute a tubo ed apparentemente lineari, opposte, sessili o brevemente picciolate, di colore grigio-verde, più chiaro nella pagina inferiore per la presenza di peli. I Fiori in infiorescenza subsferica o allungata con brattee lanceolate simili alle foglie ma più piccole; calice lungo 3-4 mm, con 10-13 nervi e tubo convesso sul dorso, vellutato con due labbri cigliati. La corolla roseo-biancastra lunga 5-6 mm, con tubo sporgente e dritto, bilabiata, con labbro superiore diritto e smarginato.
Il Frutto si presenta tetrachenio costituito da nucule ovoidali lisce.

Antesi- fioritura : Marzo – Ottobre

Habitat: Garighe, pendii aridi, dal livello del mare fino a 800 metri. E’ frequente lungo le colline aride delle coste, diventa più raro all’interno.

Tassonomia filogenetica

Regno         Plantae

Divisione    Magnoliophyta

Classe         Magnoliopsida

Ordine        Lamiales

Famiglia     Lamiaceae

Genere        Thymus

Specie         T. vulgaris
Proprietà ed utilizzi: Specie commestibile officinale

L’utilizzo di specie del genere Thymus sia per usi officinale che culinari è antichissimo.
In particolare, tra le due specie più usate, vi è proprio Thymus vulgaris L., comunemente chiamato timo; l’altra è Thymus pulegioides L., comunemente chiamata serpillo, che ha proprietà simili seppure meno concentrate.
Il suo impiego alimentare è dovuto non solo alle sue proprietà aromatiche ma anche a quelle antisettiche che facilitano la conservazione dei cibi. Oltre a far parte del bouquet garni, il timo viene utilizzato per aromatizzare brodi, ripieni, minestre. Si sposa bene con il pesce e le verdure (peperoni e patate) ma anche con il manzo e l’agnello, il pollo ed i piatti di cacciagione che richiedono una cottura lenta con aglio e vino. È spesso aggiunto ai burri aromatici.
La ricerca scientifica ha dimostrato che il Timo ha un effetto antisettico talmente forte da poter uccidere i bacilli in 40 secondi.
Il timo contiene un olio essenziale (in diverse percentuali a seconda della specie) il cui costituente principale è il timolo. Contiene inoltre glicosidi flavonici e flavoni, tannini, triterpeni, saponine con proprietà antibiotiche.
Al Timo vengono riconosciute proprietà antisettiche, antispastiche, aperitive, bechiche, carminative, antibiotiche, antifungine, deodoranti, diuretiche, vermifughe, antiputrefattive intestinali, balsamiche.
Il Timo è anche considerato sostanza eccitante e tonificante, raccomandato in caso di problemi respiratori, cattiva digestione, coliti, cistiti. Un infuso dà sollievo al mal di testa, nervosismo, tosse, influenza e aiuta contro l’acne dall’interno.
In cosmesi viene utilizzato come rinforzante dei capelli.
Viene usato anche in specialità veterinarie per uso interno o esterno.

Attenzione: Le indicazioni a scopo farmaceutico sono puramente indicative decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo

 

Clinopodium nepeta subsp. sylvaticum (Bromf.) Peruzzi & F. Conti

Clinopodium nepeta subsp. sylvaticum (Bromf.) Peruzzi & F. ContiClinopodium nepeta subsp. sylvaticum (Bromf.) Peruzzi & F. Conti

 

Nomi Italiani Calamenta, Mentuccia maggiore, Nepitella

 

Forma Biologica: H scap – Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.

 

Descrizione: Pianta erbacea perennante, alta 20-40(80) cm, molto aromatica, con rizoma strisciante che produce numerosi stoloni; i fusti si presentano ascendenti, a sezione quadrangolare, semplici o ramificati solo nell’infiorescenza, brevemente pubescenti in alto, lignificati alla base.

Le Foglie sono maggiori 3-6 cm, triangolare-acuminate con 6-10 denti regolari e acuti per lato.
Le Infiorescenze si presentano in verticillastri all’ascella delle foglie superiori formati da cime 5-20 flori peduncolate e ramificate, munite di piccole bratteole lineari di 1-3 mm; pedicelli fiorali 1-9 mm.

Il Calice 6-9(10) mm si presenta con i 2 denti inferiori di 2-4 mm, nettamente più lunghi dei 3 superiori e regolarmente bordati di peli lunghi fino a 0,5 mm; la corolla di 15-22 mm;
La Corolla di colore viola pallida è lunga circa due volte il calice (8-10 mm), con tubo diritto, pubescente e con labbro superiore bifido e quello inferiore trilobo, munito di peli e macchie scure alla fauce. Colori dominanti del perianzio: blu, violetto o celeste rosa, rosso, purpureo.

Il frutto è formato da 4 nucule (tetrachenio) ovoidi e lisce di 1,2 mm, di colore castano scuro.

Antesi -  fioritura: maggio÷ottobre

Distribuzione in Italia: Comunissima in tutto il territorio.

Habitat: Prati aridi, incolti, scarpate, muri, su substrato calcareo, da 0 a 1200 m s.l.m. Specie eliofila e termofila.

Tassonomia filogenetica

Regno                  Plantae

Divisione             Magnoliophyta

Classe                  Magnoliopsida

Ordine                 Lamiales

Famiglia               Lamiaceae

Genere                 Clinopodium

Specie                  C. nepeta  subsp. sylvaticum
 

Proprietà ed utilizzi: Specie commestibile officinale

Tutte le parti della pianta contengono un olio essenziale costituito principalmente da mentolo, borneolo ed altri componenti terpenici ed hanno un aroma che ricorda quello della menta, ma è più intenso e canforato. Hanno proprietà aromatizzanti, digestive, antispasmodiche, carminative, espettoranti e febbrifughe e vengono utilizzate nella preparazione di liquori e condimenti, inoltre come correttive del sapore e dell’odore di preparazioni farmaceutiche.
Per uso esterno, l’olio essenziale contenuto nella Nepetella esercita un’azione stimolante della circolazione superficiale, è blandamente purificante, atta a favorire i processi di riparazione dei tessuti cutanei.
Preparazioni concentrate di Nepetella possono risultare eccitanti.
Nell’uso alimentare le foglie e le sommità fiorite vengono impiegate per aromatizzare piatti di carne, pesce, verdura e sono particolarmente apprezzate per insaporire i funghi, soprattutto i boleti.

Attenzione: Le indicazioni a scopo farmaceutico sono puramente indicative decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo

 

Malva sylvestris L.

Malva sylvestrisMalva sylvestris L.
Nome volgare: Malva selvatica, Riondela.
Forma Biologica: H scap – Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.T scap – Terofite scapose. Piante annue con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.

 

Descrizione: Pianta perenne raramente annua, di aspetto erbaceo, pubescente, con fusti robusti, striati, ispidi, molto ramificati, legnosi alla base. Strisciante oppure eretta raggiunge generalmente i 60 cm di altezza, ma talvolta è dotata di steli che possono raggiungere 1,5 m di lunghezza.
Produce una rosetta di foglie basali dal lungo picciolo, palmato-lobate, le cauline sono stipolate, profondamente divise, alterne, con lamina fogliare pubescente, pentalobate, palminervie a margine crenato.
All’ascella delle foglie cauline sono inseriti i fiori, solitari o raggruppati 2÷6, hanno lungo peduncolo, il calicetto è costituito da 3 piccole brattee, calice a cinque sepali triangolari, la corolla è formata da 5 petali bilobati, di color rosa-violaceo con striature più scure, numerosi stami con filamenti saldati. I frutti sono poliacheni circolari, glabri o pubescenti, appiattiti sul dorso e reticolati; si dissolvono in 15-18 mericarpi monospermi.

 

Antesi – Fioritura: maggio÷ottobre

Habitat: Incolti, luoghi calpestati, ambienti ruderali, ai margini delle strade, frequente anche nei campi e nei prati; 0÷1.600 m s.l.m.

Note di Sistematica: .

Tassonomia filogenetica

 

Regno                  Plantae

Sottoregno          Tracheobionta

Superdivisione     Spermatophyta

Divisione             Magnoliophyta

Classe                  Magnoliopsida

Ordine                 Malvales

Famiglia              Malvaceae

Genere                 Malva

Specie                  M. sylvestris

 

Proprietà ed utilizzi:  Specie officinale
Possiede propietà emollienti, calmanti, antifiammatori, espettoranti, antispasmodiche e lassative.
Erba indicata contro gli stati infiammatori delle mucose, della bocca, della gola, gengive fragili, nevralgie dentali, pelli arrossate, pruriti.
Utilizzata da sempre come blando lassativo, è un buon regolatore intestinale, importante per l’azione protettiva che esercita a livello della mucosa intestinale infiammata.
In medicina per uso interno è utile in caso di bronchiti, tosse, infezioni della gola, catarro, asma, gastrite.
Per uso esterno, trova applicazione come collutorio, nei casi di ascessi dentari e gengive sanguinanti. In caso di mal di denti si possono fare sciacqui con un infuso di fiori e foglie, oppure si possono applicare le foglie direttamente sulla parte dolorante, avendo l’avvertenza di schiacciarle leggermente.
Indicata come impacco ed infuso per mucose irritate congiuntiviti, ulcerazioni, ascessi, emorroidi, stomatiti, infiammazioni vaginali e per detergere la pelle colpita da eritemi solari o comunque irritata.
Il cataplasma ottenuto con la radice è un ottimo rimedio contro i foruncoli, per ridurre il gonfiore, o far sparire il livido degli ematomi.
In cucina le foglie e i getti giovani possono essere consumati in insalata, ma conviene mescolarli con altre verdure per nasconderne il gusto forte e non sempre gradito, o cotti come verdura. Le capsule acerbe possono essere aggiunte all’insalata. I suoi rami più giovani cotti e conditi con olio, sale e aceto o limone, possono essere usati come contorno o entrare nella preparazione del minestrone. Quest’erba può essere usata anche come ingrediente per la farcia di ravioli, nelle polpette e per cucinare gustose frittate. Ottimi sono i risotti con la malva, i fiori possono essere fritti in pastella.
Pianta mellifera.
In cosmesi grazie alle sue proprietà emollienti, la troviamo in dentifrici, colluttori, colliri, creme per combattere la couperose, saponette, bagnoschiuma. Fino a qualche anno fa veniva impiegata per la preparazione casalinga di creme da notte emollienti e antirughe.
Può inoltre, essere utilizzata per rinforzare i capelli , i fiori usati nel risciacquo eliminano il colore giallastro dai capelli bianchi.

Attenzione: Le indicazioni a scopo farmaceutico sono puramente indicative decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo 

 

Calamintha nepeta L.

Calamintha nepetaCalamintha nepeta L.
Nome volgare: Mentuccia comune, Nepetella, Poleggio selvatico.
Forma Biologica: H scap- Emicriptofite scapose. Pianta erbacea perenne eretta.

 

Descrizione: Pianta erbacea perenne, presenta fusti ascendenti, legnosi in basso, con peli inclinati. Le Foglie sono ovate acute, con margine revoluto, intero o debolmente dentato. Le Infiorescenze sono fogliose; con in cima 5-20 fiori su peduncoli lunghi fino a 2 cm; il calice gozzuto, ispido. La corolla pubescente, con tubo violetto o pallido (8-10 mm) e labbro superioriore 2 mm, labbro inferiore (4-5 mm) trilobo, al centro chiaro con due chiazze violette.

 

Antesi – Fioritura: maggio÷ottobre

Habitat: Prati aridi, incolti, muri. 0-1500 s.l.m.

Note di Sistematica: 

Tassonomia filogenetica

 

Regno                  Plantae

Sottoregno          Tracheobionta

Superdivisione     Spermatophyta

Divisione             Magnoliophyta

Classe                  Magnoliopsida

Ordine                 Lamiales

Famiglia              Lamiaceae

Genere                 Calamintha

Specie                  Calamintha nepeta
Proprietà ed utilizzi: Specie officinale
Possiede proprietà Digestive, espettoranti e carminative.

Attenzione: Le indicazioni a scopo farmaceutico sono puramente indicative decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo

 

 

Satureja montana L.

Satureja_montanaSatureja montana L.

Nome comune Santoreggia montana, Erba peverella
Forma Biologica: Ch suffr – Camefite suffruticose. Piante con fusti legnosi solo alla base, generalmente di piccole dimensioni.

Descrizione: Pianta perenne suffruticosa con forte odore aromatico, alta fino a 30-40 (50) cm. I Fusti sono legnosi alla base, più o meno tetragoni, eretti, pubescenti per corti peli retrorsi, di norma ampiamente ramificati sin dal basso, tanto da formare un piccolo cespuglio con foglie di colore verde brillante, opposte, subsessili, assai distanziate sul fusto, con lembo intero, lineare-lanceolato, apice acuto spesso ripiegato verso il basso, coriacee, bordate da piccole ciglia, con ghiandole sparse e con nervo centrale evidente nella faccia inferiore, e con un fascetto di 2-8 foglioline all’ascella.
Fiori sono ermafroditi, profumati, sono disposti in verticillastri di 2-3 all’ascella delle foglie superiori sostenuti da peduncoli di 3-4 mm, hanno brattee e bratteole simili ma più piccole delle foglie; il calice tuboloso con 10 nervi, che termina con 5 denti triangolari ed appuntiti più o meno uguali; la corolla peloso-ghiandolosa, di color bianco o bianco rosato è divisa all’apice del tubo che sporge dal calice, in due labbri, con quello superiore intero ed eretto.
Il frutto alloggiato all’interno del calice è un uno schizocarpo: microbasario (tetrachenio) formato da 4 acheni ovali punteggiati da piccoli granuli.

Antesi-fioritura: fiorisce da Luglio a Settembre.

Habitat: Pianta termofila che vegeta su terreni calcarei, rocciosi, aridi, ai margini di strade di montagna, fino a 1300 m di altitudine.
Tassonomia filogenetica

Regno         Plantae

Divisione    Magnoliophyta

Classe         Magnoliopsida

Ordine        Lamiales

Famiglia     Lamiaceae

Genere        Satureja

Specie         Satureja montana

Proprietà ed utilizzi: Specie commestibile officinale

I suoi principi attivi tannini, acido labiatico, vitamina A, calcio, potassio, olio essenziale contenente borneolo, canfora, carvacrolo, cimene, estragolo, terpinene e timolo, le confericono proprietà antisettiche, antispasmodiche, carminative, toniche, stimolanti, espettoranti, stomachiche, antidiarroiche, digestive.
Uso erboristico: le sommità fiorite si usano in infuso, per combattere diarrea, digestioni difficili, disturbi gastrointestinali, per fluidificare catarro nei raffreddori e bronchiti, per lavare ferite e piaghe, e quale collutorio per la gola e la cavità orale infiammata.
Uso cosmetico: Aggiunta nell’acqua del bagno, toglie la stanchezza, tonifica, purifica e deodora il corpo, usata nel pediluvio toglie il gonfiore delle caviglie. Il suo infuso frizionato sui capelli, fortifica il bulbo pilifero e tiene lontano i pidocchi.
Uso alimentare: Pianta di grande interesse in cucina al pari di altre labiate
( Timo, Rosmarino, Maggiorana e Origano) si armonizza bene con le carni alla griglia, cereali, legumi, insaccati e salse.
La Santoreggia per il suo piacevole aroma, viene anche usata in liquoreria e profumeria.

Attenzione: Le indicazioni a scopo farmaceutico sono puramente indicative decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo

 

 

Nepeta cataria L.

NepetaCatariaNepeta cataria L.
Nome volgare: Gattaia comune, Erba gatta.
Forma Biologica: H scap – Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.

 

Descrizione: Pianta erbacea perenne dal caratteristico odore che ricorda la menta, ermafrodita, munita di radici tuberose da cui si dipartono i rizomi, alta  da 50 a 150 cm.
ll Fusto si presenta vigoroso, eretto, tetragono, ricoperto di peli sparsi e patenti e talvolta uncinati; ramoso e arrossato nella parte abassiale. Le Foglie sono opposte, picciolate. Nelle foglie inferiori, il picciolo, è lungo da 1 a 3,5 cm e man mano più corto in quelle centrali e superiori; pagina superiore più lucida e di colore verde chiaro e quasi glabra , quella inferiore grigiastra per la presenza di pubescenza feltrosa; lamina di forma triangolare – ovata a base cordata e con margine della lamina dentato – crenato.

L’ infiorescenza ramosa formante verticillastri con peduncolo. Presenta un calice zigomorfo di 5 – 8 mm verde-violetto ricoperto di peluria grigia con 5 denti subuguali più corti del tubo e solcati dahi 15 nervi rilevati; la corolla si presenta bianchiccia o lilla pallido con un labbro superiore a 2 lobi, quello inferiore a 3 lobi e con presenza di macule lillacine e ricoperta di fitta peluria patente.
Il seme è una nucula castana, liscia coperta di corti peli all’apice.

 

Antesi – Fioritura: giugno÷agosto

Habitat: Incolti, margine di sentieri collinari, macerie, vecchi muri e chiarie di boschi di latifoglie. Preferibilmente in terreni ben drenati da 0 a 1200 m s.l.m.

Note di Sistematica: E’ da considerarsi una pianta esotica naturalizzata e sicuramente archeofita.
Tassonomia filogenetica

 

Regno                  Plantae

Sottoregno          Tracheobionta

Superdivisione     Spermatophyta

Divisione             Magnoliophyta

Classe                  Magnoliopsida

Ordine                 Lamiales

Famiglia              Lamiaceae

Genere                 Nepeta

Specie                  Nepeta cataria
Proprietà ed utilizzi: Specie commestibile officinale
La pianta intera contiene dei composti terpenici come il “nepetalattone” e l’olio essenziale contiene Timolo e Carvacrolo. Questi principi attivi sono stati sfruttati, nella medicina popolare, come antispamodico, stomachico, ridurre i crampi muscolari, come anticatarrale, sedativo della tosse e del singhiozzo, contro l’acidità dello stomaco, flatulenza e come antisettico. E’ stata utilizzata anche per favorire il mestruo e per calmare i relativi dolori.
I giovani germogli vengono utilizzati per insaporire sia la carne che le insalate.

Attenzione: Le indicazioni a scopo farmaceutico sono puramente indicative decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo 

 

Laurus nobilis L.

Laurus nobilis2Laurus nobilis L.
Nome volgare: Lauro, Alloro, Melauro, Orbano.
Forma Biologica: P caesp – Fanerofite cespugliose. Piante legnose con portamento cespuglioso.
P scap – Fanerofite arboree. Piante legnose con portamento arboreo.

 

Descrizione: Piccolo alberello di 10 o 20 m, o arbusto poco longevo. Sempreverde, ha chioma piramidale folta e densa; tronco eretto, liscio, spesso sinuoso e fortemente ramificato; le foglie sono intere, coriacee, persistenti, aromatiche, alterne, raramente opposte o verticillate; la pagina superiore lucida di colore verde scuro, quella inferiore più chiara verde opaco, sono brevemente picciolate, ellittico-lanceolate con apice acuto, lunghe fino a 20 cm, glabre a margine lievemente ondulato.
Presenta fiori peduncolati, attinomorfi e tetrameri di colore bianco-giallastro, profumati; riuniti in piccole ombrelle di 4÷5 fiori all’ascella delle foglie.
I frutti sono drupe ovoidali, aromatiche, nerastre che contengono un solo seme sferoidale, con due cotiledoni ricchi di sostanze grasse, giungono a maturazione ottobre÷novembre. I frutti rimangono sulla pianta per tutto l’inverno, talvolta sino a primavera inoltrata, non è difficile vedere i nuovi fiori, a fianco delle vecchie drupe.

 

Antesi – Fioritura: marzo÷maggio

Habitat: Specie mesofila che vive in climi caldo-umidi. Predilige terreno umido e ricco, teme il vento e il gelo, tollera bene gli ambienti costieri e marini. Presente in tutto il territorio da 0÷800 m s.l.m.

 

Tassonomia filogenetica

 

Regno                  Plantae

Sottoregno          Tracheobionta

Superdivisione     Spermatophyta

Divisione             Magnoliophyta

Classe                  Magnoliopsida

Ordine                 Laurales

Famiglia              Lauraceae

Genere                 Laurus

Specie                  Laurus nobilis

Proprietà ed utilizzi:  Specie officinale
La pianta ha proprietà aromatiche, digestive, espettoranti, stimolanti, antireumatiche e sudorifere. Impiegata nella tradizione popolare per disturbi interni ed esterni ma soprattutto per quelli a carico dell’apparato gastroenterico e respiratorio.
L’infuso di foglie è indicato per i disturbi digestivi e i gonfiori intestinali. La presenza nelle foglie di sostanze amare e olio essenziale aumenta la secrezione salivare e gastrica inducendo un miglioramento delle capacità digestive e assimilative.
Il decotto di foglie è utile nel trattamento delle infezioni del cavo orale, è inoltre consigliato per pediluvi stimolanti e deodoranti.
L’olio essenziale che si ricava dai frutti è indicato per la cura dei dolori articolari,(viene usato anche in veterinaria con il medesimo scopo), delle ecchimosi, contusioni e stiramenti muscolari; qualche goccia dello stesso nell’acqua calda e una manciata di foglie, permettono di realizzare un bagno lievemente profumato, deodorante e stimolante.
Uno strato sottile d’olio di lauro, passato sul pelame degli animali, li difende dalle mosche.
In cucina le foglie del lauro si usano sia fresche che secche, stimolano la digestione e sono uno degli aromi sempre presenti nei court bouillon in cui si lessa il pesce; si aggiungono per insaporire piatti di carne, salumi, dolci, bevande, legumi, per preparare marinate e per aromatizzare formaggi.
Le foglie sono inoltre utilizzate per impacchettare fichi secchi e la liquirizia.
I frutti freschi sono usati come aromatizzanti nella preparazione di alcune birre inglesi.
Le drupe secche si possono grattugiare come la noce moscata, sono toniche, stimolanti e antisettiche.
Il Laurino è un liquore ottenuto mediante infusione in alcool delle drupe, tipico dell’Emilia.
Il Lauro fu usato per molti secoli come rimedio per molte malattie, in particolare contro la peste, ancor oggi lo si usa per rinfrescare gli ambienti: mettere dei rametti negli armadi, allontana le tarme.
È un ottimo antiparassitario naturale contro gli insetti dai cereali e dai legumi, sarà sufficiente inserire qualche foglia nei contenitori. Buono l’ effetto repellente, sugli scarafaggi, (contiene cineolo) basterà sbriciolare qualche foglia nei luoghi “strategici” per tenere gli insetti, a debita distanza.

 

Attenzione: Le indicazioni a scopo farmaceutico sono puramente indicative decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo

 

 

Myrtus communis L.

Myrtus_communisMyrtus communis L.

Nomi comuni: Mortella, Mirto, Myrte, True Myrtle

Forma Biologica: P caesp – Fanerofite cespugliose. Piante legnose con portamento cespuglioso.

Descrizione: Arbusto sempreverde dal profumo aromatico e resinoso, eretto, con chioma densa, con un fusto lignificato e ramificato sin dalla base. La corteccia a frattura longitudinale, liscia di colore grigio, eccetto che sui rami più giovani dove è rossastra, si sfalda in placche o strisce fibrose negli esemplari adulti. Può inoltre raggiungere altezze fino a 5 m.
Presenta delle foglie coriacee, semplici, opposte, o in verticilli, sessili, hanno lamina di 2÷5 cm, lanceolata o ellittica, margine intero a volte leggermente revoluto, apice acuto, pagina superiore di color verde scuro, lucida con nervatura mediana infossata, pagina inferiore verde pallido, presenta piccole ghiandole ed è opaca. Se stropicciate, le foglie di questo arbusto, emettono una gradevole fragranza simile al profumo dell’arancio, dovuta alla presenza di mirtenolo.
I fiori sono bianchi dal profumo molto intenso, sono solitari o appaiati all’ascella delle foglie, sono portati da lunghi peduncoli. Presenta un calice a 5 sepali liberi e acuti ed una corolla a 5 petali obovati, peloso-ghiandolosi al margine.  I frutti, che giungono a maturazione fra ottobre e novembre e persistono sulla pianta sino a gennaio, sono baccche, subglobose o ellissoidi, glabre, blu-nerastre, pruinose, coronate dai rudimenti del calice persistente.
Antesi – fioritura: L’antesi avviene fra giugno-luglio, anche se è frequente che si verifichi una rifiorenza a fine estate e in autunno.

Habitat: Il Mirto è uno dei principali componenti della macchia mediterranea bassa, frequente sui litorali, dune fisse, garighe e macchie. Vegeta dal livello del mare sino a 500 m s.l.m.

Tassonomia filogenetica

Regno         Plantae

Divisione    Magnoliophyta

Classe         Magnoliopsida

Ordine        Myrtales

Famiglia     Myrtaceae

Genere        Myrtus

Specie         M. communis

Proprietà ed utilizzi: Specie commestibile officinale

Per uso interno in caso di infezioni urinarie, perdite vaginali, congestione bronchiale, tosse secca.

In farmacia il mirto viene usato contro l’acne (olio) infezioni gengivali ed emorroidi.
I principi attivi del mirto sono facilmente assorbiti e conferiscono all’urina un aroma di violetta entro 15 minuti dall’ingestione.
L’olio è impiegato in profumeria, nella preparazione di saponi e cosmetici.
L’essenza tratta dai fiori è usata in profumeria e cosmetica, nota come “Acqua degli angeli” o “Acqua angelica” è un ottimo tonico astringente.
Il decotto delle foglie aggiunto all’acqua del bagno, svolge un’azione tonificante.
In cucina le foglie possono essere utilizzate per insaporire piatti di carne e pesce, per aromatizzare carni insaccate e olive.
I frutti vengono usati per produrre liquori, famoso è il Mirto sardo, ma anche per aromatizzare l’acquavite in alcune zone, per sostituire altre spezie, ad esempio il pepe, ma sono anche appetiti da numerose specie ornitiche e da diversi ungulati.
Nella tradizione gastronomica sarda il mirto è un’importante condimento per aromatizzare carni sia arrosto che bollite.
Per l’intenso profumo i fiori di Mirto, sono impiegati nella realizzazione di pot-pourri.
Il legno, duro, può essere impiegato per la fabbricazione di piccoli oggetti al tornio o per farne manici e bastoni.
Come combustibile fornisce buona legna da ardere e ottimo carbone.
Le foglie ricche di tannino, sono utilizzabili per la concia delle pelli.

Attenzione: Le indicazioni a scopo farmaceutico sono puramente indicative decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo

 

 

Helichrysum italicum (Roth) G. Don

 

143565Helichrysum italicum  (Roth) G. Don
Nome comune: Perpetuini d’Italia

Forma Biologica: Ch suffr – Camefite suffruticose. Piante con fusti legnosi solo alla base, generalmente di piccole dimensioni.

Descrizione: Pianta perenne suffruticosa, che con le sue numerose ramificazioni, ascendenti, forma un piccolo cespuglio di colore biancastro, per il tomento di peli lisci grigio-biancastri che la ricoprono almeno nello stadio giovanile, ma verde con l’età per il suo distacco.

I Fusti sono angolosi , legnosi e contorti alla base, alti 20-50 cm con foglie alterne, a volte unilaterali, sessili, strette e lineari, appiattite lungo i bordi, lunghe 10-40 mm e larghe 1 mm, erette o patenti, con margine ripiegato verso il basso, verdi glabrescenti o ricoperte da sparso tomento sulle due facce. I getti sterili sono ricoperti da densi fascetti di foglie.
Presenta delle infiorescenze raccolte in densi corimbi, ramosi, posti all’apice del fusto, composti da 20-35 capolini, con l’ involucro giallo paglierino, dapprima conico-ovoide-fusiforme, con l’apice piu stretto della base, poi all’antesi, oblungo-cilindrico. I fiori, circa 15 per capolino, tutti tubolosi ed ermafroditi, emanano un intenso e caratteristico profumo, di colore giallo-oro hanno una lunga corolla tubolare che si allarga all’apice in 5 lobi triangolari.
Il frutto è una cipsela ovale-oblunga, con piccole, sparse ghiandole bianche brillanti, e il pappo di peli semplici inserito nella parte superiore dell’achenio.

Antesi-fioritura: Maggio ÷ Settembre

  • Habitat: pianta eliofila, termofila, vegeta nelle garighe, cespuglietti e prati aridi nelle zone aride prospicienti il mare e all’interno in luoghi rocciosi e suoli poco evoluti fino a 800 (1.400) m di altitudine.

Tassonomia filogenetica

Regno         Plantae

Divisione    Magnoliophyta

Classe         Magnoliopsida

Ordine        Asterales

Famiglia     Asteraceae

Tribù          Gnaphalieae

Sottotribù   Gnaphaliinae

Genere        Helichrysum

Specie         H. italicum

Proprietà ed utilizzi: Specie commestibile officinale

I suoi principi attivi costituiti da olii essenziali (pinene, eugenolo, linalolo), fitosteroli, flavonoidi (naringenina, apigenina, luteolina, quercitrina), acido caffeico, colorante (elicrisina), le conferiscono proprietà tossifughe, espettoranti, antinfiammatorie, analgesiche e antireumatiche, antiartritiche, ipocolesterolizzanti, stimolanti epatocellulari, depurative e drenanti epatiche, cicatrizzanti, desclerosanti, antipsoriasiche, antieczematose, spasmolitiche, coleretiche, colagoghe, antibatteriche, antiallergiche, stimolanti gastriche.
Viene infatti utilizzato per uso interno come decotto, per sedare gli eccessi di tosse (pertosse), favorire l’eliminazione del catarro bronchiale, sedare gli spasmi d’asma e lenire le irritazioni allergiche delle mucose nasali.
Per uso esterno come decotto o tintura oleosa, per curare eczemi, dermatiti, psoriasi, couperose e per prevenire e curare le scottature solari, flebiti, edemi, ferite, cicatrici, piaghe, emorroidi. Viene considerato un valido aiuto per combattere nevralgie e nevriti, artrite, poliartrite, osteoartosi ed anche insufficienze e congestioni epatiche, colecistiti, disturbi pancreatici.
Le sue qualità furono a lungo studiate anche da Plinio, Geber, Dioscoride, ed altri che lo consideravano una vera panacea per la maggior parte dei malanni, tuttavia il so impiego, non ancora completamente studiato è sconsigliato sui bambini e sulle donne in stato di gravidanza o nel periodo di alattamento.
Per l’aroma simile a quello del curry le sue foglioline possono essere utilizzato in cucina per insaporire pietanze.
Il suo olio essenziale è usato dalle industrie cosmetiche, per produrre profumi e saponi.
Grazie alle brattee membranose e cartacee dei suoi capolini che riescono a conservarsi inalterati anche dopo la disidratazione, entra nelle composizioni di fiori secchi ad uso ornamentale.
 

 

Chamaemelum nobile (L.) All

Chamaemelum_nobileChamaemelum nobile (L.) All

Nomi Comuni: Camomilla romana, Camomilla nobile, Camomilla di Boemia

Forma Biologica: H scap – Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.

Descrizione: Pianta erbacea perenne, pubescente, con odore fortemente aromatico.
Il Fusto  presenta prima strisciante poi eretto e ramificato, alto da 15 a 40 cm con molti capolini. Le Foglie sono alterne, le inferiori picciolate le superiori sessili, di colore chiaro, bipennatosette con lacinie brevi e sottil. I Fiori sono raggruppati in capolini di 2-3 cm di diametro portati da un peduncolo allungato; il Frutto è un piccolo achenio ovale-oblungo a sezione +/- rotondo, glabro senza pappo, lucido e di colore verdastro, munito nel lato interno di tre costole poco salienti.

Antesi-fioritura: Luglio – Settembre.

Habitat: coltivata come pianta medicinale e per ornamento nei giardini, talora subspontanea.

Tassonomia filogenetica
Regno         Plantae

Divisione    Magnoliophyta

Classe         Magnoliopsida

Ordine        Asterales

Famiglia     Asteraceae

Tribù          Anthemideae

Genere        Chamaemelum

Specie         C. nobile

 

Proprietà ed utilizzi:  Specie officinale

Usi popolari: i nostri nonni erano soliti preparare dei pacchettini di stoffa molto leggera contenenti per metà fiori di camomilla, per l’altra metà foglie di menta piperita e una dose dimezzata di asperula da mettere sotto il cuscino per conciliare il sonno. In passato i fiori di camomilla romana erano utilizzati essiccati come tabacco da pipa.

Costituenti principali: olio etereo contenente camazulene con odore gradevole composto da acido angelico e valerianico sotto forma di esteri butilico e isoamilico; antemolo, flavonoidi (apigenina, luteolina), principi amari, colina, resine, fitosterina, cumarina.

Attività principali: esercita una azione amaro-tonica (stimola l’appetito e migliora la digestione), sedativa del sistema nervoso centrale di relazione, spasmolitica gastro-intestinale, antiflogistica e cicatrizzante, emmenagoga (più spiccata di quella di Matricaria chamomilla L.), analgesico-antinevralgica, carminativa, antibatterica.

L’oleolito di camomilla romana è da sempre utilizzato per calmare i rossori e le infiammazioni della pelle. Per attenuare dolori nevralgici e reumatici frizionare leggermente con tintura oleosa la parte interessata e applicare per almeno un’ora compresse imbevute.
L’infuso viene usato per le infiammazioni della pelle (lavaggi o applicazione di compresse imbevute sulle parti interessate) e delle mucose della bocca e della gola (gargarismi). Inoltre viene usato in infuso per difficoltà di digestione, dolori addominali e mestruali, insonnia ed eccitazione nervosa (rimane di sapore più amarognolo rispetto a Matricaria chamomilla L.).Gli impacchi caldi aiutano in caso di coliche epatiche. I suffumigi di camomilla e rosmarino detergono, leniscono e ammorbidiscono la pelle; l’acqua distillata dalla pianta è indicata per bagni oculari. Il decotto aggiunto all’acqua del bagno fa rilassare oltre che decongestionare la pelle; se usato per risciacquare i capelli dopo il lavaggio, li fa schiarire.
Tossicità ed effetti secondari: la letteratura non segnala effetti secondari e tossici alle dosi terapeutiche, a meno che non vi sia una particolare sensibilità individuale; solo in soggetti predisposti, per somministrazioni prolungate e posologia elevate, la pianta può determinare disturbi gastrici da iperacidità (principi amari).

Attenzione: Le indicazioni a scopo farmaceutico sono puramente indicative decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo

 

 

Allium ursinum L.

 

Allium_ursinum0Allium ursinum L.

Aglio orsino, Aglio selvatico, Aglio dei boschi

Forma Biologica: G bulb – Geofite bulbose. Piante il cui organo perennante è un bulbo da cui, ogni anno, nascono fiori e foglie.

Descrizione: Pianta perenne alta 20-40 cm provvista di un bulbo sottile oblungo attorniato da tuniche intere biancastre membranose e scapo semicilindrico angoloso. Le Foglie si presentano generalmente 2 basali, ovali-lanceolate, lunghe 10-20 cm e larghe 3-6, munite di un lungo picciolo alato, lungo 5-15 cm di un colore verde brillante, emananti un forte odore agliaceo. Le Infiorescenze, poste alla sommità dello scapo, si riuniscono ad ombrella di 6-20 fiori, di forma subsferica irregolare di 3-6 cm di diametro.
I Fiori sono formati da 6 tepali bianchi lanceolati lunghi ca. 1 cm, più lunghi degli stami e con un peduncolo lungo sino a 2 cm.
Mentre i frutti si presentano come capsule triloculate che si aprono longitudinalmente lasciando fuoriuscire i semi.

Antesi – fioritura: aprile- giugno

Habitat: Si diffonde soprattutto nei boschi di latifoglie, luoghi ombrosi ed umidi, e particolarmente nelle vallecole umide in colonie numerose su terreni fertili e ricchi di humus, dal piano fino alla fascia submontana, da 0 a 1500 mt.

Tassonomia filogenetica
Regno                  Plantae

Superdivisione     Spermatophyta

Divisione             Magnoliophyta

Classe                  Liliopsida

Ordine                 Liliales

Famiglia               Liliaceae

Genere                 Allium

Specie                  A. ursinum

Proprietà ed utilizzi:  Specie commestibile officinale

Le proprietà dell’aglio orsino sono praticamente le medesime dell’aglio comune= A. sativum e gode fama principalmente quale antielmintico, ma è anche un buon diuretico, stimolante gastrico, antisettico, coleretico (ossia agisce sulle bile) ed è un efficace depurativo disintossicante del sangue. Le foglie fresche sulla pelle hanno proprietà rubefacenti ed usate pestate quale cataplasma leniscono gli ascessi ed i foruncoli
In campo culinario, nel periodo primaverile, sono raccomandate le foglie tenere,finemente tritate, per insaporire le insalate o aromatizzare il burro dando un sapore delicato e gradevole alle carni e non così deciso rispetto agli altri agli. Sono inoltre utilizzate per insaporire patate, cicorie, uova, zuppe, brodi avendo cura di aggiungerle all’ultimo momento per apprezzare appieno il loro aroma.
In cucina il bulbo può essere sostituto all’ A. sativum.
In Slovenia viene prodotto un’olio a base di foglie di aglio orsino da usare quale condimento su patate lesse, pane tostato, pasta e particolarmente consigliato per insaporire piatti di pesce, quali sgombro o merluzzo.
Il preparato richiama in un certo senso il pesto alla genovese ed è composto da ca. il 40% di foglie di aglio orsino tagliate finemente, una manciata di mandorle tritate, sale e pepe quanto necessita, il tutto completato e ben ricoperto da olio extra vergine di oliva.

Attenzione: Le indicazioni a scopo farmaceutico sono puramente indicative decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo

 

 

 

Foeniculum vulgare Mill.

foeniculum_vulgare_-_kocc88hlere28093s_medizinal-pflanzen-148Foeniculum vulgare Mill.
Nome comune: Finocchio forte, Finocchio selvatico, Finocchio comune

Forma Biologica: H scap – Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.

Descrizione: pianta erbacea perenne molto aromatica, glabra e glauca, provvista di radice fittonante lunga talvolta oltre 30 cm, la porzione appena interrata è di norma nodosa ed annulata, divisa in più rami da cui si dipartono diversi fusti eretti o ascendenti, cilindrici, leggermente striati o scanalati e ramosi; le foglie sono rade ed appena guainanti il fusto, situate per lo più nella porzione basale, a contorno triangolare, 2-3pennatosette, con segmenti terminali di rado maggiori di 1 cm rigidi e carnosetti; i fiori si presentano gialli disposti in ombrelle terminali a 4-10 raggi; frutto achenio lungo 4-7 mm.

Antesi – fioritura: Giugno-Ottobre

Habitat: vegeta su suoli incolti e ruderali fino ai 1000 m di altitudine.

Tassonomia filogenetica

Regno         Plantae

Divisione    Magnoliophyta

Classe         Magnoliopsida

Ordine        Apiales

Famiglia     Apiaceae

Genere        Foeniculum

Specie         F. vulgare

Proprietà ed utilizzi:  Specie commestibile officinale

Alcuni rametti di questa pianta sono sufficienti per aromatizzare le olive in salamoia; le foglie più tenere e i germogli sono utilizzati in cucina per la preparazione di molti piatti caratteristici; i frutti (erroneamente ritenuti semi), di sapore forte, quasi piccante, sono soprattutto usati per insaporire la salsiccia fresca, talvolta per aromatizzare l’acquavite.

 

Attenzione: Le indicazioni a scopo farmaceutico sono puramente indicative decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo

 

 

Anethum graveolens L.

Anethum_graveolens0Anethum graveolens L.
Nomi comuni: Aneto puzzolente, Aneto

Forma Biologica: T scap – Terofite scapose. Piante annue con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.
T scap – Terofite scapose. Piante annue con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.

Descrizione: Pianta erbacea annuale, alta 20-80(100) cm, glabra, glauca e pruinosa, di odore fresco e molto aromatico. I fusti si presentano eretti, semplici, fistolosi, striati longitudinalmente, con poche ramificazioni ascellari in alto e senza guaine ingrossate alla base. Le Foglie sono alterne, flaccide, di verde scuro, a contorno deltoide o romboidale, 3-4pennatosette, con lacinie lineari; presenta foglie superiori decrescenti, sessili sulle guaine, bi-pennatosette con divisioni filiformi; piccioli prolungati alla base in una guaina strettamente abbracciante il fusto, lunga 10-20 mm. Le Infiorescenze sono formate da ombrelle composte, con 20-30 raggi disuguali, con piccoli fiori pentameri gialli a petali interi, suborbicolari, ripiegati verso l’interno. Il frutto si presenta come un diachenio (schizocarpo) ovale, brunastro, lenticolare-convesso e compresso, lungo 4-5 mm, con 3 coste dorsali prominenti e con 2 coste laterali.

Antesi: (maggio)giugno÷agosto

Habitat: Orti, incolti e luoghi erbosi freschi, da 0 a 1000 m s.l.m.

 

Tassonomia filogenetica

Regno         Plantae

Divisione    Magnoliophyta

Classe         Magnoliopsida

Ordine        Apiales

Famiglia     Apiaceae

Genere        Anethum

Specie         A. graveolens

 

Proprietà ed utilizzi:  Specie commestibile officinale

Anethum graveolens contiene tannini, resine, mucillagini ed oli essenziali (carvone, anetolo, limonene) che conferiscono soprattutto ai frutti funzioni aromatizzanti e medicinali.
Ha proprietà aromatiche, digestive, carminative, diuretiche, antispasmodiche e antiinfiammatorie. Le proprietà sono simili a quelle del finocchio selvatico e dell’anice e costituiscono un valido aiuto nelle digestioni difficili attenuando i dolori intestinali e la flatulenza, e sono utili nell’insonnia, nel singhiozzo e nelle infiammazioni della bocca.
Gli infusi di aneto sono usati tradizionalmente per stimolare la secrezione lattea.
Come erba alimentare e medicinale era già conosciuta dagli antichi egizi, greci e romani e si diffuse durante il Medioevo nel resto dell’Europa ed è diventata molto popolare nei paesi orientali, in Germania e soprattutto in Scandinavia.
Le foglie si utilizzano prevalentemente fresche per aromatizzare insalate, minestre, crauti (sauerkraut), salse da pesci, salmone marinato salato (gravlax), patate lessate, uova, ecc. I frutti hanno un aroma diverso da quello delle foglie, esso è più pungente e amarognolo, simile al carvi o kümmel (Carum carvi), e vengono adoperati insieme alle infruttescenze immature verdi per profumare cetrioli sott’aceto, l’aceto, salse e conserve. I frutti vengono utilizzati inoltre per aromatizzare pane, pasticceria e la grappa.

Attenzione: Le indicazioni a scopo farmaceutico sono puramente indicative decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo

 

 

 

Coriandrum sativum L.

 

Coriandrum sativumCoriandrum sativum L.
Nome Comune Coriandolo comune, Erba cimicina

Forma Biologica: T scap – Terofite scapose. Piante annue con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.

Descrizione: Pianta erbacea annuale, alta 20-50(60) cm, aromatica, con i fusti eretti, glabri, striati e ramificati. Le Foglie si presentano basali lungamente picciolate, pennatosette, presto avvizzite, con segmenti suborbiculari, obovati o flabellati, cuneati alla base, irregolarmente lobato-dentati, con segmento apicale maggiore dei laterali; le infiorescenze sono composte in ombrella composta a 4(5)-6(10). Presenta un calice persistente a 5 dentelli ed una corolla con 5 petali bianchi o rosei, quelli dei fiori periferici con i due petali esterni raggianti. Il frutto è un diachenio globoso di colore bruno chiaro, composto da due mericarpi (acheni) convessi, saldati anche nella maturazione.

 

Antesi – fioritura: maggio÷giugno

Habitat: Campi, orti, indifferente al substrato, da 0 a 1000 m s.l.m.

Tassonomia filogenetica

Regno         Plantae

Divisione    Magnoliophyta

Classe         Magnoliopsida

Ordine        Apiales

Famiglia     Apiaceae

Genere        Coriandrum

Specie         C. sativum

Proprietà ed utilizzi: Specie commestibile officinale

Il coriandolo viene comunemente coltivato soprattutto per le virtù aromatiche dei suoi frutti maturi (coriandri fructus) che contengono molti oli essenziali (linalolo, pinene, geraniolo, monoterpeni), mugillagini e tannini ed hanno proprietà aromatizzanti, aperitive, digestive, diuretiche, carminative, antispasmodiche e stomatiche.
Per il loro sapore leggermente piccante e gradevole vengono comunemente adoperati per aromatizzare varie pietanze, soprattutto nei paesi d’oriente. E’ un importante ingrediente per es. nelle famose miscele di spezie indiane come curry e garam masala, inoltre viene adoperato nei liquori digestivi alle erbe e nei vermouth e anche in molte preparazioni dolci rendendo particolarmente gustosi alcuni tipi di torte.
L’olio essenziale, distillato dai semi, si adopera per profumi, incensi, dentifrici, per correggere il sapore e l’odore di molti medicinali, e viene aggiunto all’olio di massaggio per nevralgie del viso e contro i crampi.
In medicina popolare il coriandolo veniva utilizzata come vermifugo e contro i dolori articolari.
Le foglie hanno un sapore fresco molto particolare, completamente diverso dai semi maturi, e vengono comunemente utilizzate in oriente come verdura fresca e come prezzemolo per aromatizzare vari piatti.
In generale l’uso del coriandolo sia in cucina sia in medicina, risale a migliaia di anni ed era conosciuto già nell’antico Egitto.

Attenzione: Le indicazioni a scopo farmaceutico sono puramente indicative decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo