Dal Corriere della sera del 24 Febbraio 2014
FROSINONE – Una pianta erbacea, appartenente alle graminacee, potrebbe consentire la totale bonifica della valle del Sacco nel giro di cinque -sette anni restituendo terreni decontaminati e acqua pulita. La stanno sperimentando i ricercatori dell’Orto Botanico dell’università Tor Vergata di Roma. Gli studi si concentrano su una pianta in grado di assorbire gli inquinanti che affliggono le zone lungo il fiume Sacco. Un’area molto estesa tra le province di Frosinone e Roma, inquinata e ancora da bonificare dopo l’emergenza ambientale scoppiata circa dieci anni fa per la presenza di un pesticida nei terreni e nel latte dei bovini.
ACCUMULA PESTICIDI – I ricercatori dell’università di Tor Vergata, coordinati da Antonella Canini, direttore del dipartimento di Biologia, hanno indirizzato la ricerca per la bonifica della valle del Sacco su una pianta autoctona capace di scendere in profondità e accumulare pesticidi organici e metalli pesanti con il risultato di bonificare il suolo e le acque. Pianta che riesce a produrre biomassa durante tutto l’anno. Sarebbe il primo utilizzo in Italia in un’operazione di bonifica. «L’elevata velocità di crescita della pianta – spiega Antonella Canini – permette una bonifica efficiente. La pianta accumula i pesticidi e li trasforma in cristalli detossificando i siti. Questa pianta può creare una economia locale, soprattutto nel campo della biomassa». La sperimentazione è già a buon punto: la fase in vitro è completata e si sta certificando la specie botanica.
SI’ DELLA REGIONE – Il bacino del fiume Sacco, inserito nel 2005 tra i siti d’ interesse nazionale da bonificare prima di essere declassato, ha subito un grave inquinamento che ha provocato pesanti conseguenze economiche in un vasto territorio, specie per le aziende del comparto agricolo e zootecnico. La bonifica è cominciata, ma molto c’è ancora da fare, mentre l’area del Sacco continua a fare i conti con una situazione ambientale che suscita non pochi timori: ricerche e studi parlano di crescente incidenza di malattie e mortalità Il progetto è già stato presentato alla Regione, agli assessori all’Ambiente e all’Agricoltura, che si sono detti pronti a finanziarlo.. E il consigliere regionale Riccardo Agostini (Pd) ha presentato una mozione alla Pisana per un protocollo sulla sperimentazione dell’Orto Botanico dell’università di Tor Vergata.
RIUSO DELLE AREE – «La novità del progetto – aggiunge Canini – risiede nella potenzialità di riuso delle aree, tra cinque-sette anni, restituendole alla loro vocazione agricola e ambientale. L’investimento richiesto è importante nella fase iniziale, ma si ripaga con le ricadute che avrà dal punto di vista ambientale e con la creazione di lavoro nel territorio in ambito industriale ed energetico» .Per Agostini «è necessario attuare una bonifica realizzando un piano di manutenzione del territorio che si proponga di sviluppare una seria green economy; La bonifica – conclude -si rende necessaria non solo per le popolazioni che abitano la valle del Sacco, ma per l’intero territorio del Frusinate».
Università di Tor Vergata