CIBO, AMBIENTE E CONTAMINAZIONE AMBIENTALE     bandiera-inglese
Luciana Migliore1 e Gianfranco Brambilla2
1 Università di Roma Tor Vergata
1 Istituto Superiore di Sanità, Roma

Riassunto
Contaminazione ambientale, globalizzazione e produzione di alimenti sono strettamente interconnessi, generano nuovi scenari e devono dunque essere valutati in maniera multidisciplinare per individuare soluzioni che permettano l’accesso al cibo alla popolazione mondiale in modo sicuro e sostenibile.

La produzione alimentare si sta orientando verso nuove “filiere” di commercializzazione e di propensione all’acquisto e consumo, che riflettono i cambiamenti culturali, demografici, socio-economici, e ambientali, incluse le politiche di sostenibilità.
La richiesta di cibo “sicuro”, rafforzata dalle misure sanitarie prese dopo gli scandali della BSE e della contaminazione da Diossine, è ancora molto forte per quanto riguarda OGM e pesticidi. Attualmente si sta riposizionando verso una certificazione di rispetto dell’uso sostenibile delle risorse naturali, del benessere animale e di alcuni aspetti legati ad un acquisto solidale dal produttore (la cosiddetta filiera corta, in cui la georeferenziazione del sito di produzione ha grande rilevanza). Contemporaneamente, la contaminazione ambientale sta crescendo – specie nei paesi di recente industrializzazione – e sta provocando alterazioni su vasta scala che si riverberano sulla produzione di cibo; è il caso dell’alterazione del ciclo dell’acqua a seguito del global warming.
La globalizzazione, unitamente alla costituzione progressiva di una società multi-etnica, sta inoltre proponendo abitudini alimentari emergenti e non sempre intercettate dalle indagini sui consumi. Ad esempio, l’allevamento e la vendita di insetti si sta proponendo quale possibile risorsa alimentare di proteine a basso costo.
Tutto questo sta generando nuovi scenari che richiedono un continuo aggiornamento delle conoscenze, per aggiornare le valutazioni rischio-beneficio e anche individuare soluzioni che permettano l’accesso alle risorse alimentari alla popolazione mondiale in modo sicuro e sostenibile. Qui di seguito ne sono riportati quattro.
Scenario 1: la produzione di alimenti in situazioni ambientali compromesse può potenzialmente determinare la contaminazione del cibo a livelli elevati. E’ il caso della contaminazione dei terreni agricoli utilizzati per il pascolo, delle acque utilizzate per la pesca di cattura, ovvero la contaminazione dell’aria che determina deposizioni sulle piante foraggere. Il livello di contaminazione raggiunto in questi casi può risultare inaccettabile per assunzioni alimentari croniche, sia in riferimento ai limiti di legge, sia ai valori guida per le esposizioni alimentari, quali il Tolerable Daily Intake. Questo è il caso delle popolazioni umane costiere del Giappone, in cui il consumo delle risorse ittiche ha determinato sovraesposizione al mercurio nelle sue varie forme (sindrome di Minamata).
Scenario 2: le politiche di sostenibilità ambientale comportano tentativi di recuperare l’acqua e il carbonio organico dai reflui civili. Questo si estrinseca in una maggiore pressione ambientale di particolari contaminanti in ambiente agricolo, i cosiddetti PPCP (Pharmaceuticals and Personal Care Products, e in particolare i farmaci), attraverso l’utilizzo di ammendanti o compost e di acqua derivante dai depuratori civili. Questi contaminanti determinano l’alterazione della struttura e della composizione delle comunità microbiche (es. funghi vs batteri) e l’insorgenza di farmaco-resistenze. Questo è il caso della diffusione di casi di infettività ascrivibili all’esposizione alimentare che possono essere sostenuti da agenti di stretta origine antropica.
Scenario 3: i cambiamenti climatici che porteranno a periodi di siccità prolungata, con conseguente sfruttamento eccessivo della risorsa idrica. Laddove l’irrigazione non sarà più sostenibile in termini di utilizzo e costi, esiste il rischio di generare stress nelle coltivazioni. Indice di un tale scenario può essere il progressivo innalzamento dei livelli di contaminazione da micotossine negli alimenti vegetali, es. il mais, dovuto alla maggiore suscettibilità della pianta all’attacco dei funghi.
Scenario 4: l’utilizzo di biomasse vegetali per la produzione di energie rinnovabili in modo competitivo rispetto all’alimentazione animale sta determinando un progressivo inserimento nell’alimentazione animale di sottoprodotti del ciclo di produzione di bio-etanolo e bio-diesel. Questo comporta la possibile introduzione nelle filiere zootecniche di nuovi contaminanti provenienti da questi processi industriali, visto che il loro utilizzo è favorito sia dalla progressiva diminuzione delle superfici agricole destinate alla produzione di alimenti, sia dal costo dei sottoprodotti, che è inferiore a quello dei mangimi e delle foraggere.