La stampa.it – 13/11/2013
nicla panciera
...il fondatore delle neuroscienze comportamentali della genitorialità, Marc Bornstein, direttore del National Institute of Child Health and Human Development di Bethesda, che fa parte dei prestigiosi Istituti Nazionali di Sanità degli Stati Uniti, in gergo gli Nih.[: ]“Diventare genitori – ci spiega – è come essere il celebre Giano a due facce della mitologia: è una fase in genere molto gratificante della vita dell’adulto, ma che possiede anche un valore funzionale allo sviluppo delle nuove generazioni. La genitorialità, quindi, va studiata a più livelli, senza dimenticare che nello sviluppo di un bambino gli aspetti biologici e culturali sono interconnessi e inscindibili fin da prima della nascita. Nonostante tutta questa complessità, comunque, alcuni «universali» neurofisiologici, comportamentali e anche cognitivi esistono. I primi, ascrivibili al nostro stesso essere mammiferi, sono la stupefacente sincronizzazione tra mamma e figlio del battito cardiaco e della pressione del sangue. «Ma, oltre a questa sincronizzazione fisiologica, c’è anche quella comportamentale, che è specifica per i diversi dominii: fisico, sociale, di esplorazione del mondo e di attenzione”. [...] Uno studio condotto proprio dal gruppo di Bornstein su oltre 700 coppie mamma-neonato di un mese in 11 diversi Paesi – dal Giappone al Camerun, dall’Italia al Sud America – [...] Uomini e donne, poi, rispondono in modo diverso anche alla vista dei visi dei bambini. «Le facce e il pianto provocano negli uni e nelle altre risposte universali inscritte nel nostro cervello. Comprenderle appieno significa riuscire a svelare i meccanismi dell’istinto della cura dei cuccioli e si tratta di conoscenze da traslare poi alla clinica».

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