foresta[1]

 

La stampa.it – 7/1/2014
alberto abburrà
Economica, facile da produrre, ma anche redditizia, eterna e, come se non bastasse, pure ecologica. La carta d’identità della bioenergia (quella generata dalla combustione delle biomasse) ha il sapore di uno spot, ed esattamente come avviene per gli slogan che promettono l’impossibile, rischia di nascondere qualche insidia

I dubbi sull’efficienza e la sostenibilità di questa pratica energetica, peraltro già noti e discussi, sono stati raccolti dall’Agenzia europea dell’Ambiente (EEA) che ha pubblicato un rapporto dal titolo: “Bioenergia in Europa da una prospettiva di efficienza delle risorse”. Considerando la crescita del settore che oggi – sempre secondo l’EEA – rappresenta circa il 7,5% della produzione energetica nell’Ue e oltre il 50% del comparto “rinnovabile”, l’obiettivo del rapporto è quello di ridurre gli effetti negativi sull’ambiente. «La bioenergia è una componente importante del nostro mix energetico – spiega il direttore dell’Agenzia, Hans Bruyninckx -, ma le biomasse forestali e il territorio produttivo sono risorse limitate e fanno parte del capitale naturale». Qui emerge il primo problema: lo sfruttamento del territorio. Considerata la natura estensiva delle coltivazioni per produrre biomasse, c’è il forte rischio che venga sottratto spazio ad altri settori (come quello alimentare). E non solo…

http://www.lastampa.it/2014/01/07/scienza/ambiente/focus/bioenergia-leuropa-corregge-il-tiro-EbjY5WkU6hHGlRizpjn9ZM/pagina.html