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la repubblica.it – 9/12/2014
IL CERVELLO dell’ape da miele contiene meno di un milione di neuroni, meno di una retina umana. Eppure è l’unica specie oltre l’uomo capace di avere sia una visione d’insieme dell’ambiente circostante, sia di distinguere i dettagli. Una ricerca guidata dall’Università di Tecnologia (Rmit) di Melbourne, in Australia, dimostra che l’ape può vedere, come si suol dire, sia la foresta sia gli alberi, un’abilità di cui non si possono vantare nemmeno i primati. La ricerca ha esaminato come le api usano la visione in ambienti naturali complessi per prendere decisioni. L’obiettivo era di comprendere la fisiologia comparativa della visione e le possibili applicazioni utili che ne possono derivare in aiuto delle attività umane. [...] scrive il responsabile della ricerca, lo scienziato della visione Adrian Dyer sulla rivista Proceedings of the Royal Society B  [...] “È una maniera completamente nuova in cui i cervelli possono elaborare le informazioni visive” [...]. Il progetto ha investigato come le informazioni dei colori sono elaborate dalle api, e ha sviluppato modelli informatici che potranno offrire nuove soluzioni alla visione robotica. I modelli permetteranno anche di studiare gli effetti di fattori ambientali, come cambiamenti di clima, su come le api scelgono di visitare certi tipi di fiori, quando le piante hanno importanti impatti ambientali ed economici, spiega lo studioso. http://www.repubblica.it/scienze/2014/12/09/news/la_supervista_delle_api_aiuter_l_intelligenza_artificiale-102494076/
http://rspb.royalsocietypublishing.org/content/282/1799/20142384 )