la stampa.it – 21/1/2014, n. panciera

La comprensione dei meccanismi biologici, così dinamici e contradditori, richiede inedite forme di collaborazione con altre discipline, già abituate a gestire la complessità. Ne è convinto Rudi Balling, direttore del Luxembourg Centre for Systems Biomedicine, che, in una lectio all’Università di Milano Bicocca, ha illustrato la sua visione del futuro della ricerca biomedica. [...] a differenza dei sistemi complessi artificiali, quelli naturali hanno una caratteristica: la non linearità [...] un caso è l’applicazione di questi metodi allo studio di una linea cellulare di neuroblastoma chiamata «sushi cell» per lo studio del Parkinson.
«Tramite il silenziamento o la sovraespressione di uno o più geni perturbiamo i modelli di colture cellulari neurali e analizziamo i processi fisiologici e patologici in atto. Con un percorso automatizzato di analisi estraiamo quindi i dati di una vasta gamma di funzionalità che caratterizzano i meccanismi cellulari e molecolari, oggi ancora sconosciuti, creando una “mappa” del Parkinson. [...] L’unione di modelli matematici e strumenti di «machine learning», integrati con le scienze «omiche» – come genomica e proteomica – e con le conoscenze biologiche «standard» diventerà, così, il cuore della nuova medicina, la «medicina dei sistemi». http://www.lastampa.it/2015/01/21/scienza/tuttoscienze/tra-proteine-e-neuroni-come-creer-la-prima-mappa-del-parkinson-Qz42HgYaQc5sYKnf4Q6aQO/pagina.html