la stampa.it – 13/7/2016
Massimi esperti riuniti al congresso di NeuroMi 2016. L’incidenza della malattia è in declino, ma il progressivo invecchiamento della popolazione non ne arresta l’ascesa
… Genetisti, biologi molecolari, nanotecnologi, neurologi e scienziati cognitivi, massimi esperti nella lotta alle demenze, si sono riuniti a Milano-Bicocca in occasione del secondo Simposio internazionale di NeuroMi 2016, «Prediction and prevention of dementia: a new hope». [...] fondamentale anticipare la diagnosi prima che i danni siano irreversibili. E così la ricerca punta oggi all’identificazione di biomarcatori genetici, biochimici e neuropsicologici capaci di indicare i pazienti a rischio di demenza molti anni prima della comparsa dei sintomi clinici. [...] «Oggi, grazie alla PET con tracciante per amiloide, possiamo osservare l’accumulo progressivo di A beta nel cervello [...] Carlo Ferrarese direttore Scientifico di NeuroMi, il Centro di Neuroscienze di Milano. In caso di PET positiva, non è ancora possibile sapere se e quando la malattia si manifesterà. Ora, però, due possibili strade terapeutiche si stanno aprendo proprio per combattere la deposizione della proteina, «nuovi farmaci in grado di bloccarne la produzione – inibitori della secretasi – oppure anticorpi monoclonali in grado di rimuoverla» [...] «Sappiamo che specifiche alterazioni della funzione cognitiva, chiamate disturbo cognitivo lieve (MCI), spesso precedono di molti anni la demenza vera e propria» spiega Ferrarese. Predire la lunga marcia della malattia sarà più facile anche grazie a nuovi test diagnostici neuropsicologici, presentati a NeuroMi, che permettono di delineare con precisione il profilo cognitivo specifico del paziente con Alzheimer. http://www.lastampa.it/2016/07/13/scienza/benessere/alzheimer-le-speranze-negli-immunoterapici-3aXc4xoCKw1MzIBrHPWCzK/pagina.html
Università di Tor Vergata