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la stampa.it – 23/11/2016, n. quadri
Al Festival della Terra di Venezia la radiografia sullo stato dei mari: «La Rete ci aiuterà a prendere coscienza dell’emergenza globale»
l’Ue ha firmato con altre 24 nazioni extraeuropee un accordo per la creazione della più grande riserva marina del Pianeta: un milione e mezzo di km quadrati di oceano antartico, che saranno risparmiati dalla pesca e dalle trivellazioni petrolifere. La notizia arriva poco dopo la decisione dell’amministrazione Obama di estendere un’altra mega-riserva marina, alle Hawaii. Ma, mentre molti attivisti e scienziati festeggiano, c’è chi sottolinea i limiti di queste iniziative: ha osservato su «Science» Ray Hilborn, esperto di ecosistemi della University of Washington, che l’acronimo per «Area Marina Protetta» potrebbe significare anche «Muovere i Problemi Altrove».
La questione dei parchi marini è solo un esempio dei tentativi, ancora insufficienti, che la politica sta mettendo in atto per affrontare un’emergenza globale, quella degli oceani. A spiegarlo è Kenneth R. Weiss, che segue i problemi dei mari per «Science» e il «National Geographic» e che ha vinto, nel 2007, il premio Pulitzer proprio con un’inchiesta sulle alterazioni degli oceani provocate da noi umani: la scorsa settimana ospite al Festival della Terra, organizzato a Venezia dall’Università Cà Foscari, ha spiegato cosa significa l’Sos lanciato sulla dimensione liquida della Terra.
Mr. Weiss, perché ritiene che le riserve siano un palliativo?
http://www.lastampa.it/2016/11/23/scienza/tuttoscienze/stop-alla-pesca-intensiva-e-al-boom-di-co-non-troppo-tardi-per-salvare-gli-oceani-LszxAUGSEpIBCKVEGhI7tJ/pagina.html