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le scienze.it, 24/6/2017 – Rachel Chernansky/Nature
Sempre più ricercatori stanno adottando una nuova idea di biodiversità che non contempla solo il numero di specie in un habitat, ma anche una serie di loro tratti funzionali, come le dimensioni corporee caratteristiche di una specie. Ma non c’è ancora accordo su che cosa possa essere considerato un tratto e che cosa no e la realizzazione di ampi database di tratti relativi alle varie specie del mondo è solo all’inizio.
… Alcuni fanno risalire il nuovo modo di pensare gli ecosistemi – almeno nella ricerca formale – all’ecologo David Tilman dell’Università del Minnesota a St Paul.
Nel 1994, pubblicò un articolo considerato una pietra miliare [...] TRY, presso l’Istituto Max Planck per la biogeochimica a Jena, in Germania, è una rete internazionale di scienziati vegetali che dal 2007 sta realizzando una banca dati accessibile al pubblico dei tratti e delle funzioni. Essa contiene ora i dati di 100.000 specie di piante.
C’è anche il database di ReeFish, ora guidato da Mouillot, che mira a fornire tratti e informazioni geografiche per tutti i pesci tropicali. E il Reef Life Survey, iniziato in Tasmania nel 2007 da Stuart-Smith e dall’ecologo marino Graham Edgar, comprende registrazioni di tratti di più di 5000 specie provenienti da tutti i bacini oceanici.
Duffy, nel frattempo, sta coordinando il programma della Smithsonian Global Marine Earth Observatory, che egli sostiene essere una “grande opportunità per definire i collegamenti tra diversità e funzionamento degli ecosistemi marini su scala globale”. Attualmente ci sono dieci siti nella rete, che mira a stabilire presenza globale, da polo a polo
[...] nonostante l’ampio accordo sulla importanza di concentrarsi sui tratti funzionali tra gli ecosistemi, non sembra ancora esserci una chiara definizione di tratto. Trovare un accordo su una che possa estendersi al regno vegetali e a quello animale sarà difficile. Quanto dettagliato dovrebbe essere? È opportuno fermarsi a tratti visibili, come le dimensioni della foglia, o di approfondire fino alle sequenze di singoli geni? [...] I dati possono essere incompleti, ma i tratti funzionali potrebbero comunicare l’importanza degli ecosistemi alle persone al di fuori della comunità scientifica, politici ed economisti, in un modo più tangibile di quanto abbia mai fatto la ricchezza di specie. “Se si perdono una specie o due, è difficile capire che cosa significa”, dice Jetz. Invece, essere in grado di mostrare in modo esplicito come la perdita di una funzione può decimare un ecosistema potrebbe avere un impatto più significativo. … http://www.lescienze.it/news/2017/06/24/news/numero_specie_tratti_funzionali-3580282/
http://www.nature.com/news/biodiversity-moves-beyond-counting-species-1.22079
(L’originale di questo articolo è stato pubblicato su Nature il 31 maggio 2017. Traduzione ed editing a cura di Le Scienze.)