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Radiotrescienza- 6/5/2013

Nel maggio del 1983 l’ingegneria genetica faceva il suo primo ingresso nell’agricoltura. E molti videro negli Ogm la più promettente risposta alla sfida del futuro: sfamare la crescente popolazione del pianeta in modo sostenibile, riducendo l’impatto ambientale delle produzioni agricole. Trent’anni dopo la rivista Nature traccia un bilancio. E lancia un appello: serve maggiore ricerca pubblica sugli Ogm. Sentiamo che ne pensa Enrico Dainese, docente di biochimica degli alimenti all’università di Teramo. Ma per migliorare la resa delle piante non esiste solo l’ingegneria genetica, come ci spiega Stefano Mancuso, direttore del laboratorio di neurobiologia vegetale dell’università di Firenze.
riascoltabile su

http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/puntata/ContentItem-39f0e96c-9f12-452c-a474-67bb7889a359.html