La Stampa – tuttoscienze – 16/10/2013
marco pivato
Perché nei vocalizzi degli uccelli si nasconde l’enigma del linguaggio umano
[...] per dirla con le parole del fisico svizzero Richard Hahnloser [ ricercatore dell’Istituto di Neuroinformatica dell’Università di Zurigo, ospite giovedì scorso alla kermesse di «BergamoScienza»], «è una tecnologia», una tecnologia biologica in dote all’homo sapiens da madre natura. [...]Ciò che in realtà ci interessa soprattutto – spiega – è identificare la matematica del linguaggio, ovvero gli algoritmi, i calcoli dei neuroni, che sottendono la capacità di articolare i suoni in tutte le forme possibili, dal primitivo scambio di segnali vocali come le sillabe fino alle capacità più elaborate come il canto». I metodi delle ricerche di Hahnloser e dei colleghi neuroscienziati includono tecniche di osservazione «in vivo» come la stimolazione magnetica transcranica (la stimolazione non invasiva del tessuto cerebrale che fornisce indizi decisivi sul funzionamento dei circuiti tra neuroni), ma anche la somministrazione di farmaci che evidenziano l’attività in «set» di aree del cervello altamente specializzate nella pronuncia dei suoni. Diversamente si affidano anche all’informatica, ricreando al computer modelli semplici del cervello dei volatili per simulare esperimenti di ogni tipo. [...] lo studio dell’anatomia e della fisiologia comparativa ci porterà a comprendere sempre meglio le origini del linguaggio»
Università di Tor Vergata