La stampa.it -11/12/2013
gabriele beccaria
Parla Francesca Pasinelli farmacologa e direttore generale di Telethon
Quando si parla di ricerca italiana, si resta inchiodati a quel poco più dell’1% del pil che, miseramente, spendiamo anno dopo anno, senza variazioni significative. Una stasi che, confrontata con il dinamismo dei concorrenti, in Europa e fuori, ci fa arretrare, anno dopo anno. Nel mezzo dello stillicidio ci sono però alcune eccezioni, come quella di Telethon, la fondazione diventata famosa per le maratone tv, ma di cui è spesso meno nota la potenza di fuoco. In 23 anni ha investito in ricerca 394 milioni, finanziando 1540 scienziati, che hanno studiato oltre 400 malattie genetiche rare. Un modello di successo, certificato nel mondo, che la scorsa settimana ha celebrato l’inaugurazione del nuovo istituto Tigem di Pozzuoli e le cui logiche potrebbero essere estese, trasformando la ricerca «made in Italy» e spingendola ai vertici. Se solo la politica lo volesse.
Dottoressa Francesca Pasinelli, lei è farmacologa e direttore generale di Telethon: il vostro orgoglio è organizzare un processo complesso che definite la «filiera della ricerca». Che cosa significa?
«Studiamo le “malattie neglette”, che sono tra 5 e 6 mila e che solo in Europa colpiscono 30 milioni di persone, ma…

http://www.lastampa.it/2013/12/11/scienza/tuttoscienze/come-oxford-e-harvard-quando-la-ricerca-italiana-arriva-al-top-del-mondo-PEjvHbsc8LPYaARyjYMq6O/pagina.html