corriere della sera.it – 31/03/2014 massimo spampani
Inseriti nanotubi di carbonio nei cloroplasti. Possibile controllare anche gli inquinanti ambientali
Un team di ricerca del Massachusetts Institute of Technology (Mit) ha ottenuto i primi risultati incorporando nei cloroplasti, gli organelli delle piante in cui avviene la fotosintesi, nanotubi di carbonio. Si è così riusciti a far catturare a una pianta il 30% in più di energia luminosa, oppure, con altri microtubi, a farle rilevare la presenza del monossido d’azoto. E i ricercatori stanno lavorando anche per incorporare dispositivi elettronici nelle piante. Si è aperto insomma un nuovo capitolo: quello delle piante nanobioniche. «Le piante sono molto attraenti come piattaforma tecnologica», spiega Michael Strano, professore di ingegneria chimica e capo della squadra di ricerca del Mit. «Il potenziale è davvero infinito. Possiamo per esempio immaginare di trasformare le piante in dispositivi fotonici, autoalimentati come rivelatori per esplosivi o armi chimiche». L’idea delle piante nanobioniche è nata da un progetto per costruire celle solari che si autoriparano sul modello delle cellule vegetali. [...] Juan Pablo Giraldo, biologo e primo autore del lavoro pubblicato su Nature Materials http://www.nature.com/nmat/journal/v13/n4/full/nmat3890.html
Università di Tor Vergata