la stampa.it, 1/3/2017 tuttogreen, v. uliveri
In Italia l’industria dei pelati e della passata di pomodoro produce ogni anno 140mila tonnellate di scarti. Buccette e semi che vengono usati per l’alimentazione animale, o regalati dai conservifici agli impianti di compostaggio. Senza contare però che, una volta tolta la polpa, quello che rimane racchiude ancora sostanze preziose non proprio da buttare. Non solo dalle bucce si può estrarre il «licopene», un antiossidante sempre più richiesto dall’industria; ma questa montagna di scarti può diventare anche la materia prima per produrre un compost molto speciale, capace non solo di fertilizzare il suolo, ma anche di uccidere molti microrganismi all’origine delle malattie delle piante. A scoprirlo sono stati i ricercatori del gruppo Ricicla dell’università Statale di Milano, insieme ai colleghi dell’ateneo di Torino. «L’idea è partita da una studentessa – spiega Barbara Scaglia della Statale, responsabile della ricerca – Da tempo sapevamo che il compost può avere in certe condizioni proprietà patogeno-repressive. [...] I primi risultati hanno evidenziato che il compost è capace di abbattere un patogeno fungino molto comune». In pratica, si instaura una competizione tra i batteri presenti nel compost e i microrganismi dannosi. In questa lotta, i primi riescono a prevalere, salvaguardando la pianta e permettendo di ridurre l’uso di prodotti chimici di sintesi. …
http://www.lastampa.it/2017/02/28/scienza/ambiente/focus/gli-scarti-di-passate-e-pelati-diventano-superfertilizzante-lLhc9td5Nmc5ogTl0SaEsL/pagina.html
Università di Tor Vergata