oggiscienza.it, 17/10/2017, m. turconi
… il tema del neuroenhancement, ossia del potenziamento cognitivo, è un filone di indagine che abbraccia diversi campi delle neuroscienze, spaziando dalla farmacologia alle neuroscienze cognitive, e che interessa decine di gruppi di ricerca in tutto il mondo. Questo perché, oltre a migliorare le funzioni cognitive di individui sani, identificare strategie efficaci di potenziamento cognitivo aiuterebbe a contrastare gli effetti devastanti di patologie neurodegenerative, sempre più diffuse a causa dell’aumento dell’aspettativa di vita media e dall’impatto socioeconomico devastante.
Ed è proprio di questi giorni la notizia di uno studio, realizzato da un gruppo della Boston University, che spiega come un’innovativa tecnica di stimolazione neurale (la high-definition transcranial alternating current stimulation, o HD-tACS) possa contribuire al rafforzamento delle funzioni esecutive, abilità cognitive cruciali per comportamenti complessi come l’autocontrollo, la coordinazione dei movimenti, la memoria. … La HD-tACS, a differenza di quanto il nome potrebbe far pensare, è una metodica non invasiva con la quale si altera, in maniera del tutto indolore, l’attività dei neuroni tramite l’applicazione di una corrente elettrica alternata. Nello specifico, il team di ricerca guidato dal Professor Robert Reinhart ha agito su due aree della corteccia cerebrale adibite al controllo delle funzioni esecutive, quella mediale frontale e quella laterale prefrontale: l’obiettivo era quello di sincronizzare le oscillazioni (ossia le attivazioni di gruppi di neuroni) tra queste due aree, migliorando così la loro connessione e, di conseguenza, i processi cognitivi da esse governate. [...] Lo studio, pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), ha dimostrato come l’aumento di sincronizzazione possa migliorare le performance di compiti di laboratorio; analogamente, Reinhart e colleghi hanno dimostrato che la desincronizzazione dell’attività si traduce in risultati peggiori. …
http://www.pnas.org/content/early/2017/10/03/1710257114
Università di Tor Vergata