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122515316-fdb51486-3a68-41dc-a1d0-017e9075d3be   le scienze.it, 26/6/2017, Per associare un odore a una ricompensa, il cervello delle api può fare a meno dei corpi fungiformi, che in quasi tutti gli insetti sovraintendono al controllo intelligente del comportamento, attivando vie neurali alternative. Lo rivela un nuovo studio condotto su un modello computazionale dei circuiti cerebrali delle api, dimostrando che la plasticità è una caratteristica anche dei cervelli più semplici. ...  pubblicato su “PLOS Computational Biology” da HaDi MaBouDi e colleghi della Queen Mary University di Londra, che hanno realizzato un modello computazionale realistico dei circuiti cerebrali usati dalle api per elaborare le informazioni olfattive. ... http://www.lescienze.it/news/2017/06/26/news/cervello_api_corpi_fungiformi-3578422/ http://journals.plos.org/ploscompbiol/article?id=10.1371/journal.pcbi.1005551
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ARMAD1159075.jpg le scienze.it, 24/6/2017 - Rachel Chernansky/Nature Sempre più ricercatori stanno adottando una nuova idea di biodiversità che non contempla solo il numero di specie in un habitat, ma anche una serie di loro tratti funzionali, come le dimensioni corporee caratteristiche di una specie. Ma non c'è ancora accordo su che cosa possa essere considerato un tratto e che cosa no e la realizzazione di ampi database di tratti relativi alle varie specie del mondo è solo all'inizio. ... Alcuni fanno risalire il nuovo modo di pensare gli ecosistemi - almeno nella ricerca formale - all'ecologo David Tilman dell'Università del Minnesota a St Paul. Nel 1994, pubblicò un articolo considerato una pietra miliare [...] TRY, presso l'Istituto Max Planck per la biogeochimica a Jena, in Germania, è una rete internazionale di scienziati vegetali che dal 2007 sta realizzando una banca dati accessibile al pubblico dei tratti e delle funzioni. Essa contiene ora i dati di 100.000 specie di piante. C'è anche il database di ReeFish, ora guidato da Mouillot, che mira a fornire tratti e informazioni geografiche per tutti i pesci tropicali. E il Reef Life Survey, iniziato in Tasmania nel 2007 da Stuart-Smith e dall'ecologo marino Graham Edgar, comprende registrazioni di tratti di più di 5000 specie provenienti da tutti i bacini oceanici. Duffy, nel frattempo, sta coordinando il programma della Smithsonian Global Marine Earth Observatory, che egli sostiene essere una "grande opportunità per definire i collegamenti tra diversità e funzionamento degli ecosistemi marini su scala globale". Attualmente ci sono dieci siti nella rete, che mira a stabilire presenza globale, da polo a polo [...] nonostante l'ampio accordo sulla importanza di concentrarsi sui tratti funzionali tra gli ecosistemi, non sembra ancora esserci una chiara definizione di tratto. Trovare un accordo su una che possa estendersi al regno vegetali e a quello animale sarà difficile. Quanto dettagliato dovrebbe essere? È opportuno fermarsi a tratti visibili, come le dimensioni della foglia, o di approfondire fino alle sequenze di singoli geni? [...] I dati possono essere incompleti, ma i tratti funzionali potrebbero comunicare l'importanza degli ecosistemi alle persone al di fuori della comunità scientifica, politici ed economisti, in un modo più tangibile di quanto abbia mai fatto la ricchezza di specie. "Se si perdono una specie o due, è difficile capire che cosa significa", dice Jetz. Invece, essere in grado di mostrare in modo esplicito come la perdita di una funzione può decimare un ecosistema potrebbe avere un impatto più significativo. ... http://www.lescienze.it/news/2017/06/24/news/numero_specie_tratti_funzionali-3580282/ http://www.nature.com/news/biodiversity-moves-beyond-counting-species-1.22079 (L'originale di questo articolo è stato pubblicato su Nature il 31 maggio 2017. Traduzione ed editing a cura di Le Scienze.)
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nature22975-f1     Le scienze.it, 22/6/2017 La prima mappatura globale del rischio che un virus patogeno diffuso in altre specie di mammiferi faccia un salto di specie causando una nuova malattia umana è stata pubblicata su "Nature" da un gruppo di ricercatori della EcoHealth Alliance di New York - una fondazione che studia i rapporti fra salute ambientale e salute umana. Kevin Olival, Peter Daszak e colleghi hanno analizzato un database di oltre 2800 associazioni fra 754 specie di mammiferi (pari il 14 per cento di tutte le specie di mammiferi) e virus, identificando 586 differenti virus, 263 dei quali (il 44,8 per cento) sono stati rilevati sia negli esseri umani sia in altri mammiferi. Di questi 263, 75 sono virus tipici della nostra specie e la loro occasionale presenza in altri animali è dovuta a un salto di specie da noi a loro. I restanti 188 virus sono invece zoonotici, vale a dire che hanno fatto il percorso inverso. I ricercatori hanno confermato che il rischio di trasmissione dei virus zoonotici all'uomo varia a seconda della vicinanza evolutiva con l'ospite abituale, ma anche ... http://www.lescienze.it/news/2017/06/22/news/virus_zoonosi_mappa_rischio_diffusione-3577220/ https://www.nature.com/nature/journal/vaop/ncurrent/full/nature22975.html
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180948357-34d0a7b2-8b47-4823-9228-be2416bddc85 le scienze.it, 21/6/2017 Un nuovo studio pubblicato su “Nature Communications” da Xinglin Jiang e colleghi della Novo Nordisk Foundation Center for Biosustainability - DTU Biosustain, presso la Technical University of Denmark, dimostra ora quella che per circa 30 anni è rimasta solo un’ipotesi: i geni della resistenza antibiotica hanno origine da una famiglia di microrganismi che vive nei suoli: gli attinobatteri. In una serie di esperimenti, i ricercatori hanno scoperto che in una famiglia di patogeni, chiamati gram-negativi, molti geni della resistenza sono simili ai geni della resistenza che si trovano negli attinobatteri. In un caso in particolare, è risultata una corrispondenza del 100 per cento. ... http://www.lescienze.it/news/2017/06/21/news/geni_resistenza_antibiotici_attinobatteri-3575499/ https://www.nature.com/articles/ncomms15784