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Da Darwin a Lewontin, risolto il paradosso genetico numero 1
la stampa.it, 3/6/2015 -g. milano
...il «Paradosso di Lewontin», ha incuriosito per anni i biologi teorici ed empirici e diverse sono state le spiegazioni che gli studiosi hanno offerto al fenomeno. Ora in uno studio appena pubblicato su «PLoS Biology» Russell Corbett-Detig, Daniel Hartl, e Timothy Sackton forniscono una serie di evidenze empiriche di un meccanismo che spiega quel paradosso e che, se ha avuto sinora un sostegno solo teorico, è stato sempre difficile da provare: là dove la selezione naturale è maggiore il rapporto atteso tra diversità genetica e dimensioni di una popolazione viene vanificato. «La cosa straordinaria di questo studio è che, anziché prendere in esame un’unica specie, i ricercatori hanno analizzato una grande varietà di organismi, una quarantina, sia del mondo animale sia del mondo vegetale: dalla pianta di cotone all’arancio, dall’ape al baco da seta, dal cavallo all’uomo», osserva Guido Barbujani, professore al Dipartimento di scienze della vita e biotecnologie all’Università di Ferrara ... http://www.lastampa.it/2015/06/03/scienza/tuttoscienze/perch-siamo-sette-miliardi-ma-con-geni-quasi-fotocopia-eWAmX2Cvt7PsDLiBcyLCpJ/pagina.html
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le scienze.it, 28/5/2015
Per celebrare l'anniversario della nascita del padre della tassonomia moderna – Carl Linnaeus, più noto come Linneo, nato il 23 maggio 1707 a Råshult, in Svezia - l'International Institute for Species Exploration (IISE) ha pubblicato un elenco di dieci nuove specie descritte nel 2014. ... http://www.lescienze.it/news/2015/05/28/foto/linneo_top_ten_nuove_specie-2622803/1/#2
http://www.esf.edu/species/

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le scienze.it, 27/5/2015
Un nuovo bersaglio terapeutico per combattere il virus di Ebola è stato individuato da un gruppo di ricercatori dell'Albert Einstein College of Medicine di New York City e dello US Army Medical Research Institute of Infectious Diseases (USAMRIID): si tratta di una proteina umana che è indispensabile al virus per penetrare nelle cellule dell'ospite.
La scoperta di Steven Walkley e colleghi – che firmano un articolo pubblicato su “mBio” - apre la strada all'uso di farmaci che impediscano l'infezione bloccando la porta d'accesso alle cellule rappresentata dalla proteina NPC1, differenziandosi dalle terapie oggi in via di sperimentazione, che tentano di distruggere direttamente l'agente patogeno. http://mbio.asm.org/content/6/3/e00565-15
http://www.lescienze.it/news/2015/05/27/news/virus_ebola_proteina_ingresso_cellule_npc1_inibitori-2623855/

Università di Tor Vergata