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atalnte-proteine-k2nH-U10401585696334V3-700x394@LaStampa.it   la stampa.it - 23/1/2015 Informazioni importanti per l’industria farmaceutica per spiegare alcuni effetti collaterali dei farmaci e per aiutare lo sviluppo di nuove terapie la stampa.it- tuttoscienze 23/1/2014 Il più completo atlante delle proteine umane mai realizzato finora inizia a “parlare”, svelando i segreti del corpo umano: basato su oltre 13 milioni di immagini, localizza l’espressione delle proteine nei tessuti, indicando quali vengono riversate nel sangue, quali sono legate al cancro e quali sono bersaglio dei farmaci già in commercio.[...] Il risultato, pubblicato su Science [http://www.sciencemag.org/content/347/6220/1260419.abstract], è frutto del progetto di ricerca internazionale “Human Protein Atlas” [http://www.proteinatlas.org/], che dal 2003 ad oggi ha catalogato ben 20.000 proteine (quasi il 90% del totale), dando vita ad un database pubblico prezioso per la ricerca e lo sviluppo di nuovi farmaci. [...] Mathias Uhlen, coordinatore del progetto presso il Royal Institute of Technology (Kth) di Stoccolma - Abbiamo dimostrato che il 70% dei bersagli dei farmaci in commercio è rappresentato da proteine secrete o legate alla membrana cellulare. Il 30% di queste proteine-target - aggiunge - si trova in ogni tessuto e organo. ... http://www.lastampa.it/2015/01/23/scienza/un-super-atlante-delle-proteine-svela-i-segreti-del-corpo-umano-HbRppOdera1Pf0OBzDXM2K/pagina.html
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ecoli3 le scienze.it- 22/1/2015 Due nuovi studi pubblicati su “Nature” hanno scoperto, con metodi diversi, come modificare geneticamente il batterio Escherichia coli in modo da renderlo dipendente da specifici amminoacidi prodotti sinteticamente. Poiché questi amminoacidi sarebbero disponibili solo in condizioni artificiali, l'organismo così modificato non potrebbe sopravvivere nell'ambiente esterno, rendendo impossibile la sua diffusione incontrollata [...] Nuove prospettive per garantire la sicurezza biotecnologica si sono aperte nel 2013 con la realizzazione del primo organismo genomicamente ricodificato (genomically recoded organism, GRO) da parte di un consorzio di istituti di ricerca statunitensi guidati da George Church della Harvard University, e da Farren Isaacs, della Yale University, che l'hanno descritto sulla rivista “Science” [http://www.sciencemag.org/content/342/6156/357.figures-only#aff-13 ] [...] l'applicazione più diretta e concreta della ricodifica genetica messa a punto da Isaacs e Church è proprio il bioconfinamento [...] Ripartendo dall'E. Coli ricodificato, i due autori propongono ora due approcci simili che dovrebbero garantire una sicurezza assoluta. Nel primo articolo, Church e colleghi illustrano una tecnica che consente di riprogrammare il genoma di E. coli [http://www.nature.com/nature/journal/vaop/ncurrent/full/nature14095.html] [...] Nel secondo articolo, Isaacs e colleghi adottano una tecnica diversa, ottenendo sostanzialmente lo stesso risultato, e cioè un batterio E. coli modificato in punti diversi del genoma in modo da ... [http://www.nature.com/nature/journal/vaop/ncurrent/full/nature14121.html] Un insieme diverso di modifiche genomiche, descritte dal gruppo di Isaacs sull'ultimo numero della rivista "Nucleic Acid Research", consentirebbe di estendere le misure di bioconfinamento ad altri organismi. [http://nar.oxfordjournals.org/content/early/2015/01/07/nar.gku1378.abstract] http://www.lescienze.it/news/2015/01/22/news/batterio_dipendente_enzima_artificiale_sicurezza_ogm-2453631/ le monde.it -22/1/2015 -h. morin L’agroalimentaire, l’industrie, la pharmacie, le secteur de l’énergie, entre autres, font de plus en plus appel à des micro-organismes génétiquement modifiés pour produire des molécules dites d’« intérêt ». Deux études américaines, publiées jeudi 22 janvier dans le revue Nature [...]  http://www.lemonde.fr/sciences/article/2015/01/22/peut-on-bioconfiner-les-micro-organismes_4561871_1650684.html#xuKbBvXg6HD1gWbW.99  
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images Panorama.it, 21/1/015 -m. buonadonna Uno studio pubblicato su Science aggiorna la conta dei danni che potrebbero rendere la Terra inospitale o forse addirittura inabitabile ... [lo] studio, pubblicato sulla rivista Science, che verrà presentato in questi giorni a Davos, aggiorna quella triste conta aggiungendo un altro limite varcato: il cambiamento nell'uso del suolo, ovvero la deforestazione. [...] Un team di 30 ricercatori che lavorano per 19 diverse realtà accademiche ha raccolto i dati che aggiornano la situazione e mandano un messaggio forte e chiaro ai decisori: stiamo raggiungendo un pericoloso "tipping point" oltre il quale i cambiamenti che potranno verificarsi saranno imprevedibili e forse irreversibili. Oltre ai limiti già superati (dalle 350 ppm di CO2 in atmosfera siamo passati a 400; dal tasso annuo di estinzione delle specie considerato "tollerabile", che è 10, siamo arrivati a superare il 100 e così via), siamo tra l'altro pericolosamente vicini a infrangerne altri, come quello che riguarda il livello di acidificazione degli oceani, o il tasso annuo di consumo di acqua dolce per chilometro quadrato. Steve Carpenter, dell'Università del Wisconsin, si è occupato in particolare dell'alterazione dei cicli dell'azoto e del fosforo. "Abbiamo modificato i cicli dell'azoto e del fosforo enormemente più di qualsiasi altro elemento", spiega. "L'aumento è nell'ordine del 200-300%. Per contro il carbonio ... http://www.sciencemag.org/content/early/2015/01/14/science.1259855.abstract?sid=dda155db-215b-46cc-bae5-068444673f24 http://www.panorama.it/scienza/green/ambiente-superati-4-dei-9-limiti-pianeta/
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la stampa.it - 21/1/2014, n. panciera ... La comprensione dei meccanismi biologici, così dinamici e contradditori, richiede inedite forme di collaborazione con altre discipline, già abituate a gestire la complessità. Ne è convinto Rudi Balling, direttore del Luxembourg Centre for Systems Biomedicine, che, in una lectio all’Università di Milano Bicocca, ha illustrato la sua visione del futuro della ricerca biomedica. [...] a differenza dei sistemi complessi artificiali, quelli naturali hanno una caratteristica: la non linearità [...] un caso è l’applicazione di questi metodi allo studio di una linea cellulare di neuroblastoma chiamata «sushi cell» per lo studio del Parkinson. «Tramite il silenziamento o la sovraespressione di uno o più geni perturbiamo i modelli di colture cellulari neurali e analizziamo i processi fisiologici e patologici in atto. Con un percorso automatizzato di analisi estraiamo quindi i dati di una vasta gamma di funzionalità che caratterizzano i meccanismi cellulari e molecolari, oggi ancora sconosciuti, creando una “mappa” del Parkinson. [...] L’unione di modelli matematici e strumenti di «machine learning», integrati con le scienze «omiche» - come genomica e proteomica - e con le conoscenze biologiche «standard» diventerà, così, il cuore della nuova medicina, la «medicina dei sistemi». http://www.lastampa.it/2015/01/21/scienza/tuttoscienze/tra-proteine-e-neuroni-come-creer-la-prima-mappa-del-parkinson-Qz42HgYaQc5sYKnf4Q6aQO/pagina.html