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la stampa.it - tuttoscienze 24/11/2014
Merito di un’alterazione naturale, possibile strada per nuovi trattamenti
Un nuovo studio rivela il segreto per cui alcune persone sono immuni al virus Hiv-1. La ricerca dell’Università del Minnesota (Usa), pubblicata su PLOS Genetics, ha stabilito che il merito è di una variazione genetica naturale di un enzima antivirale. La scoperta potrebbe aprire promettenti aspettative per nuove terapie. [...]
I ricercatori, utilizzando una tecnica sperimentale, hanno scoperto che alcune persone hanno delle variazioni genetiche dell’APOBEC3s in grado di limitare la capacità dell’Hiv-1 di replicarsi. «Questo lavoro dimostra che la competizione tra il virus e l’ospite è ancora in corso - afferma Reuben Harris, coautore della ricerca - Il virus non ha ancora completamente perfezionato la sua capacità di replicarsi negli esseri umani».
http://www.plosgenetics.org/article/info:doi/10.1371/journal.pgen.1004761
http://www.lastampa.it/2014/11/24/scienza/nel-dna-il-segreto-dellimmunit-allhiv-eJH4HdCwi7sxEow8Yls8tI/pagina.html

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radiotrescienza - 21/11/2014
Ormai lo diamo per scontato, la biodiversità è un patrimonio da tutelare. Ma perché la varietà delle specie è tanto importante? Per esempio perché è essenziale per proteggere gli ecosistemi, come hanno dimostrato gli studi sul campo di David Tilman, ecologo delle piante all’università del Minnesota e all’università della California a Santa Barbara, (http://www.nature.com/nature/journal/vaop/ncurrent/abs/nature13959.html)
appena insignito del premio Balzan. "Per i suoi decisivi contributi teorici e sperimentali all’ecologia delle piante, contributi che sono alla base della comprensione attuale di come le comunità vegetali si strutturano e interagiscono con il loro ambiente." http://www.balzan.org/it/premiati/g-david-tilman
Oggi esistono molti modi per promuovere la conservazione della biodiversità: il progetto europeo Life Mipp coinvolge i cittadini nella conservazione di alcune specie di insetti, come ci spiega Paolo Audisio, docente di zoologia all’università La Sapienza di Roma. (http://lifemipp.eu/mipp/new/index.jsp)
riascoltabile: http://www.radio3.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-1b475b50-f04b-4cd6-9e11-3f608937a188.html

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la stampa.it - tuttoscienze, 19/11/2014, g. beccaria
La ricercatrice della Fondazione Isi: si fa il gioco del virus, che si moltiplica in Africa
[...] È il momento di ribaltare la prospettiva di fronte a Ebola e colpirlo - adesso - nelle comunità dove ha già infettato oltre 10 mila africani, soprattutto in Guinea, Liberia, Sierra Leone e Mali. [...]
È una questione matematica e l’allarme si affronta anche attraverso gli strumenti del Big Data. L’ha spiegato mercoledì scorso Vittoria Colizza al «Better Decisions Forum» di Roma, l’evento organizzato dalla società Iconsulting e dedicato a un tema sempre più «virale» (proprio in stile Ebola): come si generano decisioni che coinvolgono le esistenze di milioni di individui, «elaborando sulla base di gigantesche masse di dati - dice il responsabile innovazione Piergiorgio Grossi - la strategia migliore». Fisico di formazione, ricercatrice alla Fondazione Isi di Torino e all’Inserm di Parigi (il centro dedicato alla scienza della complessità e l’altro focalizzato sulla salute pubblica), Colizza ha guidato un team internazionale [...] «Le restrizioni decise da molti Paesi, in realtà, hanno avuto conseguenze diverse rispetto alle attese». La riduzione dei contagi si è fermata sulla soglia del 60% e in compenso i blocchi sulle reti di comunicazione hanno avuto contraccolpi seri per diverse aree dell’Africa: strangolando il flusso di medicinali e personale specializzato, hanno aggravato la crisi. Ed Ebola si è rafforzato. Mentre l’Onu e l’Oms chiedevano un’inversione di tendenza, i rivoli dell’infezione hanno continuato a scorrere.[...] http://www.lastampa.it/2014/11/19/scienza/tuttoscienze/frontiere-chiuse-contro-ebola-il-big-data-svela-che-unerrore-u6QdundG95pSke4jsbNQEO/pagina.html
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la stampa.it - tuttoscienze 19/11/2014
Dai farmaci intelligenti alle diagnosi super-veloci. La svolta non è più un’utopia, ma è ora di investire
ROBERTO CINGOLANI - ISTITUTO ITALIANO DI TECNOLOGIA
[...]Le nanotecnologie potrebbero rappresentare una grande opportunità offerta dalla scienza in questa direzione.
Potrebbero, infatti, portare profonde innovazioni nell’analisi e nella diagnosi precoce; nelle terapie personalizzate; nel rilascio selettivo di medicinali sulle singole cellule malate, senza effetti collaterali; nella creazione di nuovi materiali artificiali biocompatibili e anche nell’ingegneria tissutale e degli organi. Per esempio, le nanotecnologie potrebbero permettere diagnostiche portatili a basso costo, di tipo «usa e getta», [...]
Questi sensori sono pensati per effettuare screening di ampi campioni di popolazione in assenza di ospedali, per analizzare lo stato di conservazione e sofisticazione dei cibi che devono essere trasportati in giro per il mondo o per effettuare analisi rapide negli aeroporti, prevenendo la diffusione di malattie contagiose. Lo sviluppo di questa tipologia di sensori biologici e medicali ad altissima sensibilità - noti come «point of care technology» -, in grado di rilevare la presenza di una o più specie chimiche in un campione biologico in soluzione, è una sfida scientifica di capitale importanza[...]
riconoscere con grande accuratezza mutazioni genetiche, oltre a cellule malate e proteine, rappresenta quindi solo il primo passo. Le tecnologie di «intelligent drug delivery», cioè di rilascio mirato di medicinali, rappresenta ancora una frontiera della ricerca, anche se molti passi sono già stati fatti...
Università di Tor Vergata