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la stampa - 4/9/2014, tuttoscienze La scoperta apre le porte a nuove possibilità di cura per patologie come la sclerosi multipla e porta la firma degli scienziati dell’università di Bristol (Gb), autori di uno studio pubblicato su Nature Communications e finanziato dal Wellcome Trust. Gli scienziati sperano che i risultati possano portare alla messa a punto di un’immunoterapia “intelligente” in grado di trattare molte patologie autoimmuni, compresi il diabete giovanile (tipo 1), il lupus eritematoso e il morbo di Graves. David Wraith e colleghi sono stati in grado di colpire in modo specifico le cellule responsabili dell’auto-attacco immunitario, trasformandole gli aggressori in paladini difensori. [...] http://www.lastampa.it/2014/09/04/scienza/un-interruttore-spegne-le-malattie-autoimmuni-lAo1dFsnA1hSvxugz6Z2zN/pagina.html
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la repubblica.it - salute, 2/9/2014 E' possibile cambiare le proprie abitudini e scegliere alimenti a basso contenuto calorico. [...] nuova ricerca condotta da scienziati della Tufts University e del Massachusetts General Hospital [...] lo studio pubblicato su Nutrition&Diabetes, dimostra l'effetto di un allenamento ad hoc su abitudini a tavola e peso sulla bilancia, attraverso lo scanner cerebrale di un gruppo di uomini e donne adulte.[...] http://www.repubblica.it/salute/alimentazione/2014/09/02/news/addio_cibo_spazzatura_arriva_l_allenamento_del_cervello_per_la_dieta_sana-94858861/?ref=HRLV-22 http://www.nature.com/nutd/journal/v4/n9/full/nutd201426a.html
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la stampa.it - 27/8/2014 - e. corrà Alcune specie di api - già sotto la lente di ingrandimento per la “sindrome da collasso della colonia”, la moria catastrofica di impollinatori che affligge gli alveari di America ed Europa - hanno sviluppato un incredibile adattamento alla plastica, al punto da usarne frammenti per costruire le celle in cui deporre le uova [...] Alcuni ricercatori di Toronto, Canada, hanno in effetti osservato questo comportamento in due specie, la Megachile rotundata, che di solito opta per le foglie ed è stata osservata montare il proprio alveare anche con pezzi di polietilene (i sacchetti di plastica, appunto, su circa lo 0,85% % delle celle analizzate), e la Megachile campanulae, che sembra in grado di abbinare alla resina naturale raccolta dagli alberi un collante sintetico come il poliuretano (sullo 0,74% del campione). Secondo Scott McIvor, che ha curato il protocollo di ricerca, i nidi di queste api, in cui sono nate regolarmente le nuove pupe, potrebbe riflettere un tratto adattativo necessario per la sopravvivenza in ecosistemi ormai dominati dall’impronta umana [...] http://www.lastampa.it/2014/08/27/scienza/ambiente/inchiesta/anche-le-api-si-arrendono-alla-plastica-fanno-lalveare-con-i-sacchetti-della-spesa-YifAVwQbgIVuxJz0A5hnjN/pagina.html
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A livello di ecosistemi la loro produttività primaria netta dipende più dalle dimensioni e dall’età della pianta che dal clima corriere della sera.it, 11/8/2014 - m.spampani Par7944430-kWkE-U43030186427687MvD-1224x916@Corriere-Web-Sezioni-593x443 una ricerca fatta su mille foreste in tutto il mondo ha rivelato che sono le dimensioni e l’età delle piante ad avere più impatto sulla loro crescita piuttosto che la temperatura e le precipitazioni. Secondo i ricercatori dell’Università dell’Arizona, il cui studio è pubblicato dalla rivista Nature, la variazione negli ecosistemi forestali terrestri è caratterizzata da una relazione matematica comune, ma il clima gioca un ruolo diretto relativamente minore. È indubbio che questi risultati hanno importanti implicazioni nella costruzione dei modelli utilizzati per prevedere gli effetti del cambiamento climatico globale sulla funzione degli ecosistemi e sulla produzione alimentare mondiale. [...] Brian Enquist, professore del dipartimento di ecologia e biologia evoluzionistica dell’Università dell’Arizona, che ha condotto la ricerca in collaborazione con i colleghi dell’Università Normale di Fujian in Cina e del Kenyon College di Gambier, Ohio. «Essenzialmente si pensa che ambienti caldi e umidi consentano un metabolismo più veloce della pianta, mentre ambienti freddi e asciutti rallentino il metabolismo e quindi la produzione di biomassa», aggiunge il ricercatore. «Questa ipotesi è sensata, come sappiamo da innumerevoli esperimenti in ambiente controllato dove si evidenzia che la temperatura e l’acqua controllano la velocità di crescita delle piante. Tuttavia, quando applicata a una scala di interi ecosistemi, questa ipotesi sembra non essere del tutto corretta». [...] http://www.corriere.it/scienze/14_agosto_11/piante-rapporto-matematico-governa-loro-crescita-65cebac8-2146-11e4-b6e4-ef62a8b70320.shtml http://www.nature.com/nature/journal/v512/n7512/full/nature13470.html