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le scienze.it,22/9/2014
Un importante passo per “mettere il turbo” alla fotosintesi e ottenere un aumento delle rese agricole è stato compiuto da un gruppo di ricercatori del Rothamsted Research di Harpenden, nel Regno Unito, e della statunitense Cornell University, che lo illustrano su “Nature”. http://www.nature.com/nature/journal/vaop/ncurrent/full/nature13776.html
Myat T. Lin, Alessandro Occhialini e colleghi hanno concentrato la loro attenzione sull'enzima Rubisco, che ha un ruolo chiave nella conversione dell'anidride carbonica (CO2) atmosferica in zuccheri, e che costituisce circa la metà di tutte le proteine presenti nelle foglie, tanto da essere probabilmente la proteina più diffusa in natura.
L'enzima Rubisco che si trova nelle piante ha però un'efficienza molto bassa, ovvero produce quantità limitate di zuccheri in tempi piuttosto lunghi, decisamente più piccole rispetto a quelle prodotte da altre varianti dello stesso enzima presenti nei cianobatteri, come per esempio in Synechococcus elongatus.
Nella loro ricerca Lin, Occhialini e colleghi hanno quindi creato piante di tabacco geneticamente modificate che non sfruttavano il loro enzima Rubisco naturale, ma, grazie all'inserimento nella pianta di geni ricavati da S. elongatus, la variante batterica più efficiente. [...] http://www.lescienze.it/news/2014/09/22/news/fotosintesi_veloce_efficienza_rubisco_batterico-2299577/

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la stampa.it - 22/9/2014
Negli animali riduce fino al 90% le neoplasie secondarie
Scienziati dell’università americana di Stanford hanno fabbricato in laboratorio una “super proteina” in grado di bloccare all’origine il processo che permette a un tumore di entrare nel sangue per invadere altri organi del corpo, dando origine cioè a delle metastasi.
Si tratta di una proteina ingegnerizzata, versione modificata della proteina naturale Axl, che funziona come una specie di “esca avvelenata”: agganciandosi a un’altra proteina denominata Gas6, le impedisce di innescare il meccanismo attraverso il quale la neoplasia può viaggiare da un tessuto all’altro. [...] Lo studio è pubblicato su Nature Chemical Biology. (http://www.nature.com/nchembio/journal/vaop/ncurrent/full/nchembio.1636.html)
http://www.lastampa.it/2014/09/22/scienza/creata-una-superproteina-che-blocca-iil-cancro-lkv4bF2HaZCe1loP9wXlML/pagina.html
http://www.repubblica.it/salute/ricerca/2014/09/21/news/tumori_creata_super_proteina_che_blocca_le_metastasi_sperimentata_sui_topi-96339352/
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radiotrescienza, 19/9/2014
Sono più di mezzo milione in Italia, quasi 27 milioni in tutto il mondo. Ma il numero dei malati di Alzheimer è destinato a salire nei prossimi anni. Complice l’allungamento della vita media, perché il rischio di contrarre questa malattia degenerativa, dopo i 65 anni, cresce all’aumentare dell’età. Le sue cause ci sono ignote, non ci sono cure, ma gli studi proseguono. In vista della XXI Giornata Mondiale dell’Alzheimer del prossimo 21 settembre, facciamo il punto sulla nostra conoscenza di questo morbo col giornalista Stefano Ciavatta, Arnaldo Benini, docente di neurochirurgia e neurologia all'Università di Zurigo, Giovanni Meli, ricercatore dell’Istituto europeo per la ricerca sul cervello (EBRI).
riascoltabile:http://www.radio3.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-1b475b50-f04b-4cd6-9e11-3f608937a188.html
link:
Stefano Ciavatta, I dannati dell'Alzheimer, un silenzio tutto italiano, pubblicato il 12/09/2014 su pagina99.it http://www.pagina99.it/news/societa/6897/Sui-dannati-dell-Alzheimer-un-silenzio.html
Arnaldo Benini, Onda mortale di Alzheimer, ilsole24ore del 13/07/2014 http://www.banchedati.ilsole24ore.com/doc.get?uid=domenica-DO20140713025DAA
Giovanni Meli, Beta Amiloide: studi conformazionali e targeting subcellulare, la ricerca condotta all'EBRI, coordinata dal Prof. Antonino Cattaneo. http://www.ebri.it/index.php/it/i-laboratori/46-junior-group-leaders/129-giovanni-meli-junior-project-leader.html
Le iniziative in Italia per il 21 settembre, Giornata Mondiale dell'Alzheimer, http://www.alzheimer-aima.it/iniziative/giornata2014.htm
Il Rapporto Mondiale Alzheimer 2014, intitolato "Demenza e riduzione del rischio: analisi dei fattori di protezione modificabili" sarà disponibile a breve su www.alz.co.uk e www.alzheimer.it
I risultati dell’indagine sono disponibili su: http://www.bupa.com/dementia

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le scienze.it - 19/9/2014
Sono almeno tre le popolazioni ancestrali da cui hanno origine gli europei moderni, ma il quadro potrebbe essere addirittura più intricato, come emerge da analisi genetiche effettuate da gruppo internazionale di ricerca. Secondo i risultati pubblicati su “Nature”, l'ipotesi più accreditata dell'origine degli europei – secondo cui gli attuali abitanti del Vecchio Continente deriverebbero dal mescolamento dei primi agricoltori provenienti dal Vicino oriente con gruppi preesistenti di cacciatori-raccoglitori – va sostituita con uno scenario che contempla migrazioni più grandi e complesse. In particolare, i dati ottenuti dagli scienziati indicano che al patrimonio genetico degli europei attuali ha concorso anche un gruppo etnico originario delle steppe dell'Eurasia settentrionale che arrivò in Europa qualche tempo dopo l'introduzione dell'agricoltura. A questo gruppo originario delle steppe appartenevano anche gli antenati dei nativi americani. Per quanto sorprendente, è uno scenario con una conferma statistica molto solida, ha sottolineato David H. Reich della Harvard Medical School e coordinatore della ricerca insieme a Johannes Krause, dell'Università di Tübingen e a Svante Pääbo, del Max-Planck Institut per l'antropologia evoluzionistica a Lipsia [...][...] http://www.lescienze.it/news/2014/09/18/news/origine_popoli_europei_mescolanza_eurasiatici_nativi_americani-2294327/
http://www.nature.com/nature/journal/v513/n7518/full/nature13673.html

Università di Tor Vergata