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la stampa.it, 23/7/2014, tuttoscienze In futuro sarà possibile colpire precocemente le strutture patologiche, nel luogo dove si formano L’origine delle formazioni tossiche nel cervello che causano la malattia di Alzheimer è stata individuata per la prima volta da un gruppo di ricerca italiano, in uno studio coordinato da Antonino Cattaneo (Scuola Normale Superiore di Pisa) e svolto in collaborazione con Giovanni Meli (EBRI, Roma) e Roberta Ghidoni (IRCCS Fatebenefratelli, Brescia). Lo studio, svolto presso l’Ebri, l’Istituto di ricerca sul cervello fondato dalla Accademica dei Lincei Rita Levi Montalcini, ha consentito di individuare, su cellule di criceto, il sito intracellulare dove cominciano a formarsi gli oligomeri del peptide Abeta che danno inizio alla patologia. La ricerca è pubblicata su Nature Communications. http://www.nature.com/ncomms/2014/140527/ncomms4867/full/ncomms4867.html http://www.lastampa.it/2014/07/23/scienza/alzheimer-studio-italiano-individua-lorigine-J1D1kcEl7Ha6bxkzDB8Z8O/pagina.html
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images la stampa.it - 24/7/2014 - tuttogreen, b. d'amico Nel 2013 l’agricoltura è tra i pochi comparti dell’economia italiana ad essere cresciuto, con un più 4,7% rispetto all’anno precedente. Un segno positivo costante che, secondo associazioni di categoria potrebbe trasformarsi in 100mila posti di lavoro nei prossimi tre anni. [...] Maria Lodovica Gullino, direttrice del Centro di ricerca agroalimentare Agroinnova (Grugliasco), durante l’evento Ritorno alla Terra lanciato a Torino lo scorso 6 giugno. «Tornare alla terra significa valorizzare di nuovo l’agricoltura creando sinergie con imprese, università, associazioni», [...]. L’evento, promosso da Ecosystem Onlus, fa parte del ciclo Smart Actions ed è la scusa con cui ogni anno produttori, ricercatori e studenti mettono in atto azioni e programmi per rendere l’agricoltura “smart” e sensibilizzare l’opinione pubblica su temi ambientali e di agricoltura sostenibile. [...] Ivo Zaccarato, direttore del Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Torino. «In cinque anni nel nostro ateneo siamo passati da 550 a 971 matricole e a 6 mesi dalla laurea in nostri studenti trovano impiego», continua Zaccarato. Ad attirare sono soprattutto la consulenza e tutto il settore dei servizi che ruota attorno alle aziende. [...] «Bisogna puntare su modello-azienda che fornisce prodotti e servizi – si legge nel documento programmatico di Ecosystem Onlus - Chi si avvicina all’agricoltura lo fa spaziando in settori nuovi: le nuove tecnologie e le energie rinnovabili hanno infatti ampliato notevolmente il campo delle specializzazioni. Insomma, ritorno alla terra sì, ma guardando al futuro» http://www.lastampa.it/2014/07/24/scienza/ambiente/focus/il-ritorno-alla-terra-dei-cervelli-italiani-5dkmhjq3Z67r3xjvSnOWDN/pagina.html
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151919676-091aef46-c00d-44b4-9310-954ac8d9a1a4   la repubblica.it - 21/7/2014 LE CARATTERISTICHE genetiche grazie alle quali le piante riescono ad adattarsi all'ambiente sono state tutte raccolte per la prima volta in una 'biblioteca del Dna' delle piante unica al mondo. I 'volumi' al suo interno sono gli 'interruttori' genetici che ne garantiscono le caratteristiche, come la resistenza al freddo o al caldo, e utili per 'progettare' piante più' resistenti e produttive. Si tratta di un vasto progetto, descritto sulla rivista Cell Reports, che ha coinvolto decine di istituti di ricerca internazionali, finanziato per buona parte dall'Istituto nazionale per la salute (Nih) degli Usa i cui dati sono accessibili a tutta la comunità scientifica Questa enorme 'biblioteca' del mondo vegetale raccoglie circa 2.000 'copie' dei cosiddetti fattori di trascrizione delle piante, una sorta di interruttori che attivano o spengono specifiche caratteristiche, ed e' stata costruita grazie a oltre 8 anni di lavori e 5 milioni di dollari di finanziamenti.[...] http://www.cell.com/article/S2211-1247(14)00517-8/abstract http://www.repubblica.it/scienze/2014/07/21/news/creata_la_biblioteca_di_alessandria_delle_piante-92077272/
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le scienze.it, 22/7/2014 A parità di calorie consumate, la produzione di carne bovina ha un costo ambientale enormemente superiore a quello degli altri tipi di carne (pollame e maiale), delle uova e dei prodotti lattiero caseari, che a loro volta richiedono da due a sei volte le risorse necessarie a produrre grano, riso o patate per un valore calorico equivalente. A determinarlo è uno studio relativo agli Stati Uniti condotto da ricercatori del Weizmann Institute of Science a Rehovot, in Israele, del Bard College ad Annandale-on-Hudson e della Yale School of Forestry and Environmental Studies a New Haven, negli Stati Uniti [...] Di fatto - come spiegano Gidon Eshel e colleghi in un articolo pubblicato sui “Proceedings of the National Academy of Sciences”http://www.pnas.org/content/early/2014/07/17/1402183111 [...] “Anche se la nostra analisi si basa su dati degli Stati Uniti, e quindi riflette direttamente le attuali pratiche negli Stati Uniti – scrivono gli autori - la rapida diffusione indotta dalla globalizzazione degli usi statunitensi, abitudini alimentari comprese, anche in economie grandi e fiorenti come quelle della Cina o dell'India, conferisce un significato globale alla nostra analisi.”  Alla luce di queste considerazioni, concludono i ricercatori, sarebbe importante varare misure legislative correttive che permettano di alleviare le conseguenze ambientali delle politiche alimentari. A indirizzare gli attuali modelli di consumo verso i diversi tipi di alimenti, non sono solo le preferenze etniche e culturali ma anche le politiche governative di sostegno ai diversi settori dell'industria agroalimentare. http://www.lescienze.it/news/2014/07/22/news/impatto_ambientale_alimenti_origine_animale-2220499/ 175642403-96cefb4a-43cc-44ec-ba6b-e11a9eb6149a Confronto fra l'impatto in termini di consumo di territorio (a), consumo di acqua (b), emissione di gas serra (c), e uso di fertilizzanti (d) della produzione di una quantità equivalente di proteine da latticini (grigio), carne bovina (rosso) pollame (arancione), maiale (rosa) e uova (blu). I dati relativi alla carne bovina sono talmente elevati da andare fuori scala. Il riquadro (e) indica l'apporto proteico medio nella dieta di un cittadino americano dei diversi tipi di alimenti.(Coretsia G. Eshel et al./PNAS)