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1411053301064Alz_MAXI radiotrescienza, 19/9/2014 Sono più di mezzo milione in Italia, quasi 27 milioni in tutto il mondo. Ma il numero dei malati di Alzheimer è destinato a salire nei prossimi anni. Complice l’allungamento della vita media, perché il rischio di contrarre questa malattia degenerativa, dopo i 65 anni, cresce all’aumentare dell’età. Le sue cause ci sono ignote, non ci sono cure, ma gli studi proseguono. In vista della XXI Giornata Mondiale dell’Alzheimer del prossimo 21 settembre, facciamo il punto sulla nostra conoscenza di questo morbo col giornalista Stefano Ciavatta, Arnaldo Benini, docente di neurochirurgia e neurologia all'Università di Zurigo, Giovanni Meli, ricercatore dell’Istituto europeo per la ricerca sul cervello (EBRI). riascoltabile:http://www.radio3.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-1b475b50-f04b-4cd6-9e11-3f608937a188.html link: Stefano Ciavatta, I dannati dell'Alzheimer, un silenzio tutto italiano, pubblicato il 12/09/2014 su pagina99.it http://www.pagina99.it/news/societa/6897/Sui-dannati-dell-Alzheimer-un-silenzio.html Arnaldo Benini, Onda mortale di Alzheimer, ilsole24ore del 13/07/2014 http://www.banchedati.ilsole24ore.com/doc.get?uid=domenica-DO20140713025DAA Giovanni Meli, Beta Amiloide: studi conformazionali e targeting subcellulare, la ricerca condotta all'EBRI, coordinata dal Prof. Antonino Cattaneo. http://www.ebri.it/index.php/it/i-laboratori/46-junior-group-leaders/129-giovanni-meli-junior-project-leader.html Le iniziative in Italia per il 21 settembre, Giornata Mondiale dell'Alzheimer, http://www.alzheimer-aima.it/iniziative/giornata2014.htm Il Rapporto Mondiale Alzheimer 2014, intitolato "Demenza e riduzione del rischio: analisi dei fattori di protezione modificabili" sarà disponibile a breve su www.alz.co.uk e www.alzheimer.it I risultati dell’indagine sono disponibili su: http://www.bupa.com/dementia  
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183818563-ec4ac35f-88bf-43b3-b18f-25049806ff61   le scienze.it - 19/9/2014 Sono almeno tre le popolazioni ancestrali da cui hanno origine gli europei moderni, ma il quadro potrebbe essere addirittura più intricato, come emerge da analisi genetiche effettuate da gruppo internazionale di ricerca. Secondo i risultati pubblicati su “Nature”, l'ipotesi più accreditata dell'origine degli europei – secondo cui gli attuali abitanti del Vecchio Continente deriverebbero dal mescolamento dei primi agricoltori provenienti dal Vicino oriente con gruppi preesistenti di cacciatori-raccoglitori – va sostituita con uno scenario che contempla migrazioni più grandi e complesse. In particolare, i dati ottenuti dagli scienziati indicano che al patrimonio genetico degli europei attuali ha concorso anche un gruppo etnico originario delle steppe dell'Eurasia settentrionale che arrivò in Europa qualche tempo dopo l'introduzione dell'agricoltura. A questo gruppo originario delle steppe appartenevano anche gli antenati dei nativi americani. Per quanto sorprendente, è uno scenario con una conferma statistica molto solida, ha sottolineato David H. Reich della Harvard Medical School e coordinatore della ricerca insieme a Johannes Krause, dell'Università di Tübingen e a Svante Pääbo, del Max-Planck Institut per l'antropologia evoluzionistica a Lipsia [...][...] http://www.lescienze.it/news/2014/09/18/news/origine_popoli_europei_mescolanza_eurasiatici_nativi_americani-2294327/ http://www.nature.com/nature/journal/v513/n7518/full/nature13673.html
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150225239-7a3bebf1-4bdb-4fac-a356-f6b295c591dd le scienze.it, 16/9/2014 La capacità del fitoplancton di adattarsi ai cambiamenti dell'ambiente marino causati dal riscaldamento globale è superiore al previsto. L'elevata flessibilità evolutiva di questi organismi è stata dimostrata da un gruppo di biologi del centro di ricerche oceanografiche GEOMAR, emanazione della Helmholtz Gesellschaft, che firmano un articolo su “Nature Climate  Change" [...] http://www.nature.com/nclimate/journal/vaop/ncurrent/full/nclimate2379.html http://www.lescienze.it/news/2014/09/16/news/evoluzione_plancton_cambiamento_clima_ciclo_carbonio-2288701/
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la stampa.ti, tuttoscienze 17/9/2014 umberto veronesi - ISTITUTO EUROPEO DI ONCOLOGIA LBKYX0WI4896-U10302269886423t3G-U10302807120124t0F-384x490@LaStampa-NAZIONALE-kFBI-U10302807120124t0F-640x320@LaStampa.it Diventa fondamentale ridurre il consumo mondiale di carne La distribuzione del cibo sul nostro Pianeta non è compatibile con un mondo popolato da esseri evoluti ed intelligenti. Questo è il messaggio della 10ma Conferenza Mondiale sul Futuro della Scienza, che ha come titolo «The Eradication of Hunger - Per un mondo senza fame» ed è in programma a Venezia dal 18 al 20 settembre. E’ un tema che il nostro programma non poteva ignorare, perché senza un riequilibrio delle risorse alimentari non c’è futuro, non solo per chi soffre la fame, ma per tutti noi. La popolazione mondiale attualmente è divisa in circa un miliardo di persone che muoiono di fame e soffrono di denutrizione, da un lato, e 2 miliardi che si ammalano e muoiono per eccesso di cibo - sprecandone una quota considerevole - dall’altro. Nei prossimi anni la situazione peggiorerà [...] Lo scenario è da apocalisse: aumentano le persone, aumentano gli animali, mentre cibo e acqua scarseggiano. Bisogna, quindi, agire subito, affrontando il tema del cibo in modo nuovo, tema che riguarda contemporaneamente e sinergicamente gli ambiti della tecnologia, della genetica, dell’ambiente, della medicina e dell’economia. [...] http://www.lastampa.it/2014/09/17/scienza/tuttoscienze/la-doppia-apocalisse-c-chi-muore-di-fame-e-chi-di-troppo-cibo-0Nf5LtWtUsJnV4n6M5pLzJ/pagina.html