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la stampa.it - tuttoscienze, 17/9/2014 Carne nel mirino, quella più “magra” aumenta il rischio del 24% uno studio svedese condotto su quasi 27 mila persone “riabilita” i formaggi e i latticini ad alto contenuto di grassi, collegandoli a un rischio di sviluppare diabete ridotto del 23% in chi ne consuma di più rispetto a chi li limita drasticamente nel suo menù. La nuova ricerca, presentata a Vienna in occasione del meeting annuale dell’Associazione europea per lo studio del diabete (Easd), è stata condotta da Ulrika Ericson e colleghi del Lund University Diabetes Center di Malmö (Svezia). I grassi alimentari, spiegano gli scienziati, possono influenzare il metabolismo del glucosio e la sensibilità all’insulina e possono avere un ruolo cruciale nello sviluppo del diabete di tipo 2. E diversi studi epidemiologici suggeriscono che un elevato apporto di latticini può avere un effetto protettivo. [...] Gli scienziati puntano invece il dito contro la carne e i suoi derivati: dallo studio emerge che un elevato consumo è associato, indipendentemente dal contenuto di grassi, a un aumento del rischio. Ma questo incremento risulta a sorpresa più significativo per le carni a basso contenuto di grasso (+24%) rispetto a quelle più ”grasse” (+9%). http://www.lastampa.it/2014/09/17/scienza/la-scienza-promuove-i-grassi-del-formaggio-proteggono-dal-diabete-DmqhDfi8BhGEvrood4mHoI/pagina.html
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16RICE-master495-v2 the new york times.it, 15/9/2014 - CARINA STORRS When Harsh Bais grows rice plants in trays of water in his greenhouse at the University of Delaware, he can easily spot the ones that have been exposed to arsenic: They are stunted (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23771154) , with shorter stems and shrunken, yellow-tinged leaves. Dr. Bais is working to develop rice plants that take up less arsenic, a common contaminant in the fields of his native India and other Asian countries. Chronic exposure to arsenic has been linked to heart disease, diabetes and genetic damage associated with elevated risk for cancer. But instead of trying to breed new strains of rice or alter its DNA, he and other scientists have set out in a surprising new direction. They are looking at the vast and untapped microbial community that lives near the rice’s roots (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23790204 ) These bacteria are the botanic equivalent of the human microbiome — the trillions of organisms that live in our guts, many performing beneficial tasks like digesting food and fighting off infection. [...] http://www.nytimes.com/2014/09/16/science/going-inside-the-rice-microbiome.html?ref=science&_r=0
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images     le scienze.it - 15/9/2014 Per quale motivo alcuni anziani con placche amiloidi, uno dei principali segni organici della malattia di Alzheimer, mantengono una funzionalità cognitiva normale, mentre altri sviluppano una forma di demenza? Lo hanno scoperto Jeremy A Elman del Lawerence Berkeley National Laboratory a Berkeley, in California e colleghi di altri istituti statunitensi: le scansioni di risonanza magnetica funzionale, la tecnica di imaging che permette di evidenziare le aree cerebrali che si attivano mentre un soggetto effettua determinati compiti, mostrano che il cervello è in grado di aggirare l'ostacolo delle placche, purché possa contare su un sufficiente livello di plasticità. Lo studio, pubblicato su “Nature Neuroscience” [...] http://www.nature.com/neuro/journal/vaop/ncurrent/full/nn.3806.html http://www.lescienze.it/news/2014/09/15/news/cervello_aggira_placche_amiloidi-2286976/
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la stampa.it - tuttoscienze, 15/9/2014 È pronta la prima milza artificiale: un dispositivo extra-corporeo, ispirato alle macchine per la dialisi, che usa microscopici magneti per ripulire il sangue da batteri, funghi e tossine responsabili di pericolose infezioni che possono portare alla morte per setticemia. La ”biomilza” è stata sviluppata dai ricercatori dell’università di Harvard, che pubblicano su Nature Medicine i primi successi ottenuti con la sperimentazione sui ratti. [...] [...] spiega il coordinatore dello studio Donald Ingber. «Siamo entusiasti di questa biomilza perché permetterà di trattare i pazienti velocemente senza dover aspettare giorni per identificare la causa dell’infezione. Inoltre è capace di rimuovere efficacemente anche i microrganismi resistenti agli antibiotici.[...] Il segreto per intrappolarli sta nell’uso di microscopiche perline magnetiche (500 volte più piccole di un capello) rivestite con una speciale “esca”, ovvero una versione geneticamente modificata della proteina umana Mbl (lectina legante il mannosio) che aggancia gli zuccheri presenti sulla superficie di tossine e microrganismi (vivi e morti). I primi test di laboratorio condotti usando sangue umano infetto hanno dimostrato che la biomilza è in grado di filtrare fino ad un litro di sangue all’ora rimuovendo più del 90% dei patogeni. [...] http://www.lastampa.it/2014/09/15/scienza/creata-la-prima-milza-artificiale-WqGzsmNpmymBykOhKnbrBK/pagina.html http://www.nature.com/nm/journal/vaop/ncurrent/full/nm.3640.html