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A livello di ecosistemi la loro produttività primaria netta dipende più dalle dimensioni e dall’età della pianta che dal clima
corriere della sera.it, 11/8/2014 - m.spampani
una ricerca fatta su mille foreste in tutto il mondo ha rivelato che sono le dimensioni e l’età delle piante ad avere più impatto sulla loro crescita piuttosto che la temperatura e le precipitazioni. Secondo i ricercatori dell’Università dell’Arizona, il cui studio è pubblicato dalla rivista Nature, la variazione negli ecosistemi forestali terrestri è caratterizzata da una relazione matematica comune, ma il clima gioca un ruolo diretto relativamente minore. È indubbio che questi risultati hanno importanti implicazioni nella costruzione dei modelli utilizzati per prevedere gli effetti del cambiamento climatico globale sulla funzione degli ecosistemi e sulla produzione alimentare mondiale. [...] Brian Enquist, professore del dipartimento di ecologia e biologia evoluzionistica dell’Università dell’Arizona, che ha condotto la ricerca in collaborazione con i colleghi dell’Università Normale di Fujian in Cina e del Kenyon College di Gambier, Ohio. «Essenzialmente si pensa che ambienti caldi e umidi consentano un metabolismo più veloce della pianta, mentre ambienti freddi e asciutti rallentino il metabolismo e quindi la produzione di biomassa», aggiunge il ricercatore. «Questa ipotesi è sensata, come sappiamo da innumerevoli esperimenti in ambiente controllato dove si evidenzia che la temperatura e l’acqua controllano la velocità di crescita delle piante. Tuttavia, quando applicata a una scala di interi ecosistemi, questa ipotesi sembra non essere del tutto corretta». [...]
http://www.corriere.it/scienze/14_agosto_11/piante-rapporto-matematico-governa-loro-crescita-65cebac8-2146-11e4-b6e4-ef62a8b70320.shtml
http://www.nature.com/nature/journal/v512/n7512/full/nature13470.html

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le scienze - 6/7/2014
Nel corso della storia umana la comparsa di focolai epidemici di malattie di origine batterica è stata legata molto più a casuali cambiamenti ambientali che a mutazioni genetiche dei microrganismi patogeni. È questa la conclusione di un gruppo di ricercatori dell'Università di Warwick, nel Regno Unito, che ha analizzato 149 genomi di Salmonella enterica del ceppo Paratyphi A per ricostruire la storia evolutiva di una delle più importanti cause delle febbri enteriche, che ancora oggi provocano 27 milioni di casi all'anno, con circa 200.000 morti. [...]
articolo pubblicato sui “Proceedings of the National Academy of Sciences” : http://www.pnas.org/content/early/2014/07/31/1411012111
http://www.lescienze.it/news/2014/08/06/news/storia_epidemie_batteriche_salmonella_ambiente_mutazioni-2236195/
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radiotrescienza - 28/7/2014
I semi sono la moneta alla base della sicurezza alimentare. Da diecimila anni i contadini producono, conservano, scambiano semi, sperimentano e fanno innovazione. E ancora oggi, in molte parti del mondo, preservano e custodiscono i semi antichi e le varietà locali in banche e nei campi per vincere la sfida dei cambiamenti climatici, dell'impoverimento del suolo, della necessità di produrre più cibo.
Elisabetta Tola ha viaggiato, tra Europa, Africa e Medio Oriente, per portarvi le voci e le esperienze di chi, in laboratorio e soprattutto nei campi, scommette sull'agrobiodiversità e non su poche varietà standard in tutto il mondo. Gli audio reportage sono stati realizzati con la collaborazione di Marco Boscolo, grazie a The Innovation in Development Reporting Grant Programme dello European Journalism Center (EJC), col supporto della Bill e Melinda Gates Foundation. http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/puntata/ContentItem-682639d6-5dec-4c9a-a9f4-bc37c4011dfc.html
Le tappe:
Senegal - Alla fiera dei semi di Djimini.(in programma per lunedì 28 luglio)
Etiopia - Nella banca dei semi (in programma per martedì 29 luglio)
Francia - Contadini in rete (in programma per mercoledì 30 luglio)
Italia - Grani e i legumi antichi (in programma per giovedì 31 luglio)
Iran - Alle origini del grano (in programma per venerdì 1° agosto)

Università di Tor Vergata