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le scienze.it, 22/7/2014 A parità di calorie consumate, la produzione di carne bovina ha un costo ambientale enormemente superiore a quello degli altri tipi di carne (pollame e maiale), delle uova e dei prodotti lattiero caseari, che a loro volta richiedono da due a sei volte le risorse necessarie a produrre grano, riso o patate per un valore calorico equivalente. A determinarlo è uno studio relativo agli Stati Uniti condotto da ricercatori del Weizmann Institute of Science a Rehovot, in Israele, del Bard College ad Annandale-on-Hudson e della Yale School of Forestry and Environmental Studies a New Haven, negli Stati Uniti [...] Di fatto - come spiegano Gidon Eshel e colleghi in un articolo pubblicato sui “Proceedings of the National Academy of Sciences”http://www.pnas.org/content/early/2014/07/17/1402183111 [...] “Anche se la nostra analisi si basa su dati degli Stati Uniti, e quindi riflette direttamente le attuali pratiche negli Stati Uniti – scrivono gli autori - la rapida diffusione indotta dalla globalizzazione degli usi statunitensi, abitudini alimentari comprese, anche in economie grandi e fiorenti come quelle della Cina o dell'India, conferisce un significato globale alla nostra analisi.”  Alla luce di queste considerazioni, concludono i ricercatori, sarebbe importante varare misure legislative correttive che permettano di alleviare le conseguenze ambientali delle politiche alimentari. A indirizzare gli attuali modelli di consumo verso i diversi tipi di alimenti, non sono solo le preferenze etniche e culturali ma anche le politiche governative di sostegno ai diversi settori dell'industria agroalimentare. http://www.lescienze.it/news/2014/07/22/news/impatto_ambientale_alimenti_origine_animale-2220499/ 175642403-96cefb4a-43cc-44ec-ba6b-e11a9eb6149a Confronto fra l'impatto in termini di consumo di territorio (a), consumo di acqua (b), emissione di gas serra (c), e uso di fertilizzanti (d) della produzione di una quantità equivalente di proteine da latticini (grigio), carne bovina (rosso) pollame (arancione), maiale (rosa) e uova (blu). I dati relativi alla carne bovina sono talmente elevati da andare fuori scala. Il riquadro (e) indica l'apporto proteico medio nella dieta di un cittadino americano dei diversi tipi di alimenti.(Coretsia G. Eshel et al./PNAS)
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le scienze, 18/7/2014 [...] Alcuni mesi fa un gruppo di ricercatori guidati da Camilo Mora Università delle Hawaii, [...] ha realizzato otto mappe che mostrano gli hotspot globali per mammiferi, uccelli, rettili, anfibi e pesci, sulla terraferma e come sui mari, sovrapponendole alla mappa che mostra il futuro cambiamento della temperatura. [...] 163839990-697c748e-a84d-46df-ba05-b00af9c8c90b Gli hotspot di biodiversità sono quei meravigliosi luoghi della Terra in cui il numero e la diversità delle specie animali e vegetali raggiungono livelli straordinari. Gli ambientalisti sostengono che gli hotspot sono i luoghi in assoluto più critici da difendere dalla minaccia dello sviluppo umano e del cambiamento climatico. http://blogs.scientificamerican.com/observations/2014/07/15/biodiversity-hotspots-get-hotter-and-thats-not-good/ http://www.lescienze.it/news/2014/07/18/news/hotspot_specie_animali_vegetali_aumento_temperatura-2218434/
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la stampa.it, 22/7/2014 Con un semplice prelievo di sangue si stabilirà l’evoluzione della malattia di un paziente malato di sclerosi laterale amiotrofica (SLA). Si potrà stimare quanto è grave il suo male già al momento della diagnosi: il segreto è misurare la concentrazione plasmatica di alcune molecole, albumina e creatinina. La scoperta si deve a uno studio italiano diretto da Adriano Chiò, neurologo all’ospedale Le Molinette di Torino ed esperto di Sla.La ricerca, che ha coinvolto prima 712 pazienti poi altri 122, è stata pubblicata sulla rivista Jama Neurology. http://www.lastampa.it/2014/07/22/scienza/sla-con-un-prelievo-sangue-si-capir-levoluzione-della-malattia-qSgVi8pt0FHSC55zM9mslL/pagina.html
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imgres la stampa.it - 21/7/2014, f. todaro ... l’allarme che studiosi e ambientalisti hanno lanciato in uno studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America. [...]  http://www.pnas.org/content/early/2014/02/26/1313490111 Dalla ricerca, condotta dai ricercatori dell’International Center for Tropical Agriculture, è emerso come l’omologazione delle diete in corso da almeno cinquant’anni stia avendo conseguenze negative anche sulla nutrizione e la sicurezza globale dei prodotti alimentari. L’uniformazione alla dieta occidentale in corso in molti Paesi dell’Africa e dell’Asia sta infatti favorendo l’aumento delle malattie del benessere - dall’ipertensione al diabete, fino alla sindrome metabolica -, legate ai consumi eccessivi di cibi altamente lavorati. «Dovremmo portare più umanità a tavola», esordisce Eduardo Missoni, medico e ricercatore presso il Centro di ricerche sulla gestione dell’assistenza sanitaria e sociale (Cergas) dell’Università Bocconi di Milano. http://www.lastampa.it/2014/07/21/scienza/ambiente/focus/la-globalizzazione-mangiamo-tutti-le-stesse-cose-zUz5Slr4NZGWvYQz7ne4YM/pagina.html