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la stampa.it - 25/6/2014, f. di todaro
Secondo uno studio pubblicato su Nature Climate Change, anche se più calde le acque saranno in grado di far crescere specie ittiche destinate al consumo alimentare, purché ci sia maggiore cooperazione tra gli Stati. Ma gli scienziati avvertono: avremo esemplari più stressati e più deboli
[...] Secondo il modello applicato alla ricerca - in cui sono state valutate le risposte fisiche, biologiche e umane ai cambiamenti climatici in corso in 67 Paesi leader nel settore della pesca - entro la metà del secolo la produzione ittica aumenterà alle alte latitudini. Prevista, invece, una riduzione nelle altre zone, in cui l’influenza meteorologica sarà più pesante. L’incremento interesserà soprattutto l’Africa occidentale (Benin, Liberia, Mali, Senegal, Nigeria, Mauritania, Ghana, Guinea), a scapito della pesca nel sud-est asiatico e nei Paesi tropicali (Bangladesh, Cambogia, Yemen e Pakistan). «Dove invece il pescato potrà calare anche del 40%», spiega Manuel Barange, prima firma dell’articolo e direttore del Marine Laboratory di Plymouth, nel Regno Unito. «Un oceano più caldo genera specie con un metabolismo stressato, con meno energia per la crescita e la riproduzione». [...] Economia e tutela dell’ecosistema sarebbero dunque a rischio, con le acque di mari e oceani più calde. L’ultima ipotesi è sostenuta da uno studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Science. La causa dell’aumento dei salmoni, dagli anni ’70 a oggi, sarebbe riconducibile al cambiamento climatico. http://www.lastampa.it/2014/06/24/scienza/ambiente/il-caso/riscaldamento-globale-pericolo-per-la-pesca-wK6qGG8dM17Tiabr8rNRbP/pagina.html
http://www.pnas.org/content/early/2014/03/28/1319089111.abstract?sid=b164fdff-1ad2-4177-9816-942cb55ce7df
http://www.nature.com/nclimate/journal/v4/n3/full/nclimate2119.html#ref1

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radiotrescienza - 25/6/2014. ore 11.30
La scienza in Sud America sta vivendo un momento di grande vivacità. Gli enti di ricerca e i poli di eccellenza finanziati con soldi pubblici e privati sono sempre più numerosi. Eppure le vicende politiche di alcuni di questi paesi farebbero pensare ad altri scenari. Cile, Argentina, Colombia e Brasile erano considerate la periferia della scienza solo qualche anno fa. Come sono arrivate oggi a ritagliarsi un ruolo da protagoniste? Ne parliamo con Davide Castelvecchi, news online editor di Nature.
Torneremo poi a Copenhagen, dove il giornalista scientifico Luca Tancredi Barone ci aggiorna sulle conferenze dell’Euroscience Open Forum – ESOF 2014.
http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/puntata/ContentItem-7616b1e6-7e19-4621-8221-af7591dcca79.html
riascoltabile: http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/PublishingBlock-aaee447d-8a68-46e9-b13f-43525399e0d8-podcast.html
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la repubblica.it - 23/672014
Obama istituisce l'unità Pollinator Health per combattere la morìa negli alveari (popolazione diminuita del 23%), una delle architravi dell'ecosistema planetario
La Task Force è stata incaricata di sensibilizzare il pubblico americano e creare partnership tra pubblico e privato sulla difesa del laborioso insetto [...]
L'annuncio arriva sulla scia di dati impressionanti: lo scorso inverno la popolazione delle api è diminuita negli Usa del 23%. Le implicazioni sono enormi per agricoltori e consumatori: Sono almeno 90 i raccolti negli Stati Uniti che dipendono dall'impollinazione delle api e un quarto del cibo consumato dagli americani: frutta, noci, verdura. Le api hanno un profondo impatto economico: contribuiscono per oltre 24 miliardi di dollari all'economia americana. [...] Alla task force, composta di rappresentanti di 15 ministeri compresi il Dipartimento di Stato e della Difesa, è stato chiesto di studiare l'impatto delle sostanza chimiche in agricoltura. E tuttavia Obama non ha ordinato il bando dei neonicotinoidi, un insetticida chimicamente simile alla nicotina sul banco degli imputati, come hanno già fatto l'Unione europea e alcune autorità locali. "L'annuncio non va abbastanza avanti", ha protestato [...] http://www.repubblica.it/ambiente/2014/06/23/news/usa_una_task_force_per_proteggere_le_api-89799343/

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il corriere della sera.it - 20/6/2014, c. de leo
Arriva in Italia Csmon-Life (http://ec.europa.eu/environment/life/project/Projects/index.cfm?fuseaction=search.dspPage&n_proj_id=4938&docType=pdf) , il progetto di Citizen science monitoring nato oltre oceanoe già attivo in diversi Paesi del vecchio continente (Gran Bretagna, Germania e Svezia sono le capofila) grazie al finanziamento di Life+, il fondo per l’ambiente dell’Unione europea. «Insieme ai cittadini riusciremo a contribuire alla scoperta e alla tutela della nostra biodiversità», spiega Stefano Martellos, dell’Università di Trieste, coordinatore del progetto. [...] Il progetto punta a promuovere la collaborazione tra ricercatori, amministrazioni pubbliche e cittadini su scoperta, monitoraggio e protezione della biodiversità, e di fare sì che le informazioni raccolte vengano usate per lo sviluppo di politiche ambientali condivise. A partecipare, tra gli altri, l’Università di Trieste e gli atenei romani La Sapienza e Tor Vergata, l’Agenzia dei parchi del Lazio, il Cts e l’Istituto agronomico mediterraneo di Bari. «Il nostro obiettivo è mettere su una rete di almeno duemila citizen scientist, con almeno 20 mila dati raccolti», spiega Martellos. «E man mano che andiamo avanti vorremo allargare il progetto su scala nazionale con almeno 200 mila cittadini con cui realizzare una mappa distributiva per ciascuna delle specie bersaglio nella zona di indagine». [...]
Ma chi sono i citizen scientist? [...] http://www.corriere.it/scienze/14_giugno_19/cittadini-campo-anche-italia-salvare-biodiversita-28ef9df4-f7cd-11e3-8b47-5fd177f63c37.shtml

Università di Tor Vergata