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le scienze.it, 7/5/2018
Eliminando tre geni alla volta, gli scienziati hanno accuratamente ricostruito la rete di interazioni geniche che mantiene in vita una cellula.
I ricercatori avevano identificato già da tempo i geni essenziali senza i quali le cellule di lievito non possono vivere, ma un nuovo lavoro, apparso su "Science", dimostra che considerare solo quei geni dà un quadro distorto di ciò che fa funzionare le cellule: molti geni che di per sé non sono essenziali, lo diventano quando ne scompaiono altri. Il risultato implica che il numero minimo reale di geni di cui i lieviti (e forse, per estensione, altri organismi complessi) hanno bisogno per sopravvivere e prosperare può essere sorprendentemente grande. [...]
Nell'articolo pubblicato su "Science", Kuzmin, Boone, Andrews e i loro collaboratori all'Università di Toronto, all'Università del Minnesota e altrove riferiscono che il lavoro ha prodotto una mappa più approfondita e dettagliata del funzionamento interno della cellula. ... http://www.lescienze.it/news/2018/05/05/news/numero_minimo_geni_cellula_lievito-3965621/
http://science.sciencemag.org/content/360/6386/eaao1729
(L'originale di questo articolo è stato pubblicato il 7 marzo 2018 da QuantaMagazine.org, una pubblicazione editoriale indipendente online promossa dalla Fondazione Simons per migliorare la comprensione pubblica della scienza. Traduzione ed editing a cura di Le Scienze...)

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le scienze.it - 27/4/2018
Potrebbe aprire nuove prospettive terapeutiche per molte patologie, compresi i tumori, e garantire una migliore comprensione dei processi d’invecchiamento il risultato pubblicato su “Nature” da Thi Hoang Duong Nguyen e colleghi dell’Università della California a Berkeley. Il loro studio ha infatti svelato, con un dettaglio senza precedenti, la struttura della telomerasi umana, un enzima fondamentale per il corretto svolgimento dei processi di duplicazione del DNA. ... http://www.lescienze.it/news/2018/04/26/news/struttura_telomerasi_umana_svelata-3956515/
https://www.nature.com/articles/s41586-018-0062-x

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le scienze.it - 24/4/2018
Il progetto Earth BioGenome si propone di effettuare il sequenziamento genetico di tutti gli organismi del pianeta, a eccezione di batteri e archea. Essenziale per la conservazione della biodiversità, avrà un costo di 4,7 miliardi di dollari, ma le ricadute economiche potranno essere molto superiori, come ha dimostrato il Progetto genoma umano
... un articolo pubblicato sui "Proceedings of tne National Academy” dai 24 scienziati internazionali che ne sono i coordinatori. [...] "Gli scienziati credono che entro la fine del secolo più della metà di tutte le specie scomparirà dalla faccia della Terra, e con conseguenze per la vita umana che sono sconosciute, ma potenzialmente catastrofiche", a meno che non si trovino modi per arginare il fenomeno, ha detto Harris A. Lewin, dell’Università della California a Davis e primo firmatario del rapporto [...]
Il gruppo ritiene che il progetto Earth BioGenome avrà ricadute decisive per lo sviluppo di nuovi farmaci contro le malattie infettive ed ereditarie e per creare nuovi combustibili biologici sintetici, biomateriali e fonti alimentari per la popolazione umana, che entro il 2050 dovrebbe arrivare a 9,6 miliardi di persone.
I dati genomici ottenuti costituiranno una risorsa liberamente disponibile per tutti i ricercatori e i benefici che ne deriveranno – sottolineano infine i coordinatori del progetto - saranno condivisi con i paesi e le comunità indigene da cui proviene la biodiversità. http://www.lescienze.it/news/2018/04/24/news/sequenziare_dna_tutti_eucarioti_earth_biogenome-3951554/
http://www.pnas.org/content/115/17/4325

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le scienze.it, 26/4/2018 - David Cyranoski / Nature (L'originale di questo articolo è stato pubblicato su Nature il 20 marzo 2018. Traduzione ed editing a cura di Le Scienze.)
Dopo vent'anni di speranze, divieti, promesse e controversie, le cellule staminali dell'embrione umano stanno rimodellando i concetti biologici e stanno finalmente iniziando a entrare nella pratica clinica.
... Dieter Egli [...] queste prolifiche cellule sono state un appuntamento fisso della sua carriera. Il biologo, ora alla Columbia University, le ha usate per esplorare come il DNA delle cellule adulte possa essere riprogrammato in uno stato embrionale, e per affrontare le questioni relative allo sviluppo e alla terapia del diabete. Ha anche contribuito a sviluppare una forma completamente nuova di cellule staminali embrionali umane che potrebbe semplificare gli studi sull'attività dei diversi geni umani. L'ampio raggio delle sue ricerche l'hanno fatto diventare un caposcuola nella biologia delle cellule staminali embrionali... http://www.lescienze.it/news/2018/04/25/news/staminali_embrionali_umane_successi_difficolta_-3950734/

Università di Tor Vergata