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oggiscienza.it - 14/3/2018
Uno dei motivi per cui perfezionare le proprie abilità richiede in genere molto tempo potrebbe essere che, quando cerchiamo di migliorare, l’attività del nostro cervello è vincolata a quello che già sappiamo fare. A dirlo è una ricerca pubblicata su Nature Neuroscience, che descrive il meccanismo neurale alla base dell’apprendimento e rivela come l’attività dei neuroni abbia più limiti di quanto immaginato finora. [...] durante l’apprendimento i neuroni possono riorganizzarsi in molti modi diversi, Steven Chase e Byron Yu, che conducono le loro ricerche sul cervello alla Carnegie Mellon University, in Pennsylvania, e hanno diretto l’esperimento appena pubblicato, si sono concentrati solo su quelli da cui potevano prevedere la strategia neurale alla base del processo di apprendimento valutato nel loro studio. [...]
“Nel nostro esperimento abbiamo usato un’interfaccia computer-cervello per creare un collegamento diretto fra l’attività dei neuroni e lo spostamento del cursore sullo schermo”, ha spiegato Steven Chase, alludendo a una delle sfide maggiori che deve affrontare chi studia le basi neurali dell’apprendimento. In questo modo Chase e colleghi sono riusciti a “mappare” le combinazioni di neuroni attivi per muovere il cursore verso destra o verso sinistra. ... https://oggiscienza.it/2018/03/14/cervello-neuroni-apprendimento/
https://www.nature.com/articles/s41593-018-0095-3

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lescienze.it- 12/3/2018
Un batterio intestinale può innescare una risposta del sistema immunitario in grado di causare o aggravare malattie come il lupus eritematoso sistemico o patologie epatiche autoimmuni. A scoprirlo è stato un gruppo di ricercatori della Yale School of Medicine a New Haven, che firma un articolo pubblicato su "Science". Il lupus eritematoso sistemico è una malattia multifattoriale, al cui insorgere concorrono cioè svariati fattori, ma l'azione del batterio Enterococcus gallinarum, un enterococco molto raro, può rappresentare il fattore scatenante di questa patologia. ... http://science.sciencemag.org/content/359/6380/1156
http://www.lescienze.it/news/2018/03/12/news/batterio_causa_lupus_reazione_autoimmunita_-3896295/

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le scienze.it, 13/3/2018 - Anna Meldolesi/CRISPerMania
Un grande progetto europeo, a cui partecipa anche l'Italia, sfrutterà l'editing genetico CRISPR per trasformare due specie di tabacco in "biofabbriche" vegetali destinate alla produzione di farmaci, reindirizzando le vie metaboliche della nicotina verso le molecole di interesse. [...]
Si chiama Newcotiana (https://newcotiana.wordpress.com) e dal 2018 al 2022 coinvolgerà 19 partner accademici e industriali di 9 paesi. L’Italia è presente con l’ENEA, grazie al Centro Ricerche Casaccia vicino a Roma. “Noi produrremo piccole molecole. Carotenoidi con funzione protettiva per l’occhio e alcaloidi piridinici potenzialmente utili a scopo palliativo per l’Alzheimer e la sclerosi a placche”, ci ha spiegato Giovanni Giuliano. Altri gruppi si dedicheranno alla produzione di proteine, in particolare anticorpi monoclonali e antigeni per vaccini. [..] “Possiamo fare tutto usando CRISPR nel modo classico, disattivando due o tre geni”, racconta Giuliano. L’enzima chiave di CRISPR (Cas9) può essere introdotto insieme al suo RNA guida, senza trasferire DNA estraneo. “Le
piante così modificate non sono transgeniche e non dovrebbero essere sottoposte alle stesse restrizioni”, afferma il genetista dell’Enea. ... http://www.lescienze.it/news/2018/03/13/news/crispr_tabacco_farmaci_enea_newcotiana-3900832/

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wired.it, 9/3/2018
Un nuovo studio americano contraddice gli ultimi 20 anni di ricerca...
arriva uno studio del team di ricercatori dell’Università della California, San Francisco, che sulle pagine di Nature racconta come la nascita di nuove cellule nervose nell’ippocampo, area chiave nel cervello umano per l’apprendimento e la memoria, potrebbe diminuire con l’avanzare dell’età e cessare definitivamente in età adulta. [...] Insieme ai collaboratori in Cina, Spagna e Los Angeles, il team ricercatori guidati da Alvarez-Buylla ha esaminato 59 campioni cerebrali di esseri umani (deceduti) di età compresa tra gli stadi fetali e i 77 anni, per capire appunto se e quando si fermasse la neurogenesi nell’ippocampo. Utilizzando degli anticorpi fluorescenti per localizzare cellule staminali neurali e giovani neuroni, i ricercatori hanno trovato prove che nuovi neuroni si formano soltanto nei tessuti di feti e neonati, a un tasso di crescita che diminuisce bruscamente già dal primo anno di vita. Nell’ippocampo degli individui tra i 7 e i 13 anni di età, inoltre, i ricercatori hanno osservato solo pochi nuovi neuroni isolati, mentre nei campioni più adulti non hanno trovato alcun nuovo neurone. [...]
https://www.nature.com/articles/nature25975
https://www.wired.it/scienza/medicina/2018/03/09/cervello-crescita-nuovi-neuroni/

Università di Tor Vergata