Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.
Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012
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La scoperta, in collaborazione con l’Area di Oncoematologia del Bambin Gesù e la Fondazione Santa Lucia, è stata oggetto di una pubblicazione sulla rivista americana Developmental
Le cellule T regolatorie (chiamate anche linfociti Treg) svolgono un ruolo importantissimo nel nostro sistema immunitario: in qualsiasi condizione infiammatoria, in cui altri linfociti entrano in azione per attaccare un bersaglio, esse ne moderano il comportamento, limitandone l’effetto. Se questa “moderazione” è già importante nelle comuni infezioni batteriche, al fine di evitare un’infiammazione eccessiva (nei sistemi viventi, gli eccessi non rappresentano mai una condizione auspicabile!), il suo effetto è straordinario in tutte le malattie autoimmuni, in cui i linfociti sbagliano bersaglio, rivolgendosi contro gli organi del paziente stesso. Il gruppo diretto dal Prof. Francesco Cecconi (del Dipartimento di Biologia dell’Università di Roma Tor Vergata) in collaborazione con l’Area di Oncoematologia dell’Ospedale Bambino Gesù, diretta dal Prof. Franco Locatelli e con il laboratorio del Dr. Luca Battistini, neuro-immunologo della Fondazione Santa Lucia, ha scoperto che la proteina Ambra1 svolge un ruolo chiave nel determinare la trasformazione dei linfociti T in linfociti Treg, grazie alla sua duplice funzione di attivatrice dell’autofagia (un meccanismo che controlla la pulizia di ogni nostra cellula da sostanze tossiche di varia natura) e modulatrice della molecola Foxp3, il principale controllore, per l’appunto, delle cellule Treg. L’efficacia di Ambra1 è stata testata in modelli pre-clinici di tumorigenesi, infiammazione generalizzata e autoimmunità. Gran parte di questa ricerca è stata sostenuta dalla FISM, l’agenzia Italiana che finanzia la ricerca sulla sclerosi multipla, forse la più comune fra le malattie autoimmuni. Questa scoperta consente di immaginare numerosi sviluppi terapeutici, farmacologici e genetici, per la modulazione attraverso Ambra1 dei linfociti Treg. Nei tumori, quest’ultimi dovrebbero essere tenuti a bada, in modo da liberare il grande potenziale di altri linfociti contro le cellule tumorali, un concetto alla base dell’immunoterapia. Al contrario, nelle malattie autoimmuni come la sclerosi multipla, il controllo positivo delle cellule Treg potrebbe costituire uno strumento straordinario per limitare l’attività di un sistema immunitario che agisce in eccesso. “Ambra1 potrebbe rappresentare quindi una nuova frontiera della ricerca”, dice il Dr. Luca Simula, uno dei primi autori della pubblicazione – apparsa sulla prestigiosa rivista americana Developmental Cell – “con l’eccezionale capacità di far da bersaglio in numerose condizioni patologiche, dai tumori pediatrici alla sclerosi multipla o altre malattie autoimmuni”.
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Università di Tor Vergata