Il Corriere della sera.it – 15/11/2013
roldano radaelli
Riduce di 7.500 volte la concentrazione di cesio radioattivo partendo da un livello simile a quello di Fukushima
A guardarla così, sembra una lavastoviglie in terapia intensiva. Dentro, invece, contiene una tecnologia che può aprire una speranza concreta per la decontaminazione delle acque radioattive. I test del Lena (Laboratorio energia nucleare applicata) della facoltà di chimica di Pavia, hanno certificato che l’apparecchiatura – prodotta da un ingegnere padovano – garantisce risultati straordinari, tanto da strappare più di un wow ai tecnici specializzati.
Università di Tor Vergata