La Stampa.it – 10/1/2014, alessia de luca
In tutto il mondo sono oltre 4oo le “cliniche” che offrono l’assistenza. L’obiettivo è garantire la sussistenza a milioni di famiglie in difficoltà
L’idea è semplice ma efficace: parte dal presupposto che ancora oggi circa un miliardo di persone al mondo sono soggette a insicurezza alimentare cronica e più di 800 milioni soffrono la fame. E questo, mentre oltre il 40% delle coltivazioni nei paesi poveri vengono distrutte da agenti esterni (parassiti e epidemie) o pesticidi. Quindi, ridurre anche solo dell’1% le perdite nei raccolti, significa garantire a milioni di famiglie la sussistenza di base. [...] Inoltre, le cliniche delle piante presenti sul territorio contribuiscono ad alimentare un database online e a monitorare eventuali ‘focolai’ di nuove epidemie dei vegetali, come il micidiale Cassava brown streak virus disease (Cbsd) noto anche come la ‘peste della Cassava’ che in Africa Orientale e la Regione dei Grandi Laghi, secondo dati dell’Istituto internazionale per l’agricoltura tropicale ha causato nelle peggiori epidemie, la perdita di circa il 70% dei raccolti. http://www.lastampa.it/2014/01/10/scienza/ambiente/il-caso/anche-le-piante-hanno-i-loro-dottori-cos-si-curano-i-frutti-della-terra-ZjqgthEnOXBdaPTRyyqseK/pagina.html
Università di Tor Vergata