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la stampa.it, 22/2/2014 – s. regina

Il metallo usato da sempre come antiparassitario è tossico, si deposita nel terreno creando seri rischi per acqua, terra e microorganismi. Bruxelles finanzia un piano per trovare soluzioni alternative

… da oltre un secolo è utilizzato contro la peronospora della vite, che può causare danni gravissimi alla produzione di uva. E se da un lato è un metallo indispensabile per alcuni meccanismi biologici delle piante- gioca infatti un ruolo chiave nella fotosintesi e nella sintesi delle proteine – dall’altro però non ne va sottovaluta la tossicità. Si deposita infatti nei primi strati del terreno, influenzando negativamente la vita microbica e lo sviluppo di batteri, alghe, funghi e lombrichi. “Il rame che viene utilizzato come antiparassitario tende in pratica ad accumularsi nell’ambiente, in particolare nel suolo – spiega Stefania Tegli, ricercatrice del Dipartimento di scienze delle produzioni agroalimentari e dell’ambiente dell’Università di Firenze -. E, dal terreno, può raggiungere e inquinare le falde acquifere, determinando gravissimi rischi ambientali ed ecotossicologici su un ampio spettro di organismi e microrganismi”. Per questo la Commissione europea ha finanziato con il fondo per l’ambiente LIFE+ il progetto After-Cu (acronimo di “Anti-infective environmental friendly molecules against plant pathogenic bacteria for reducing Cu”), coordinato dall’ateneo fiorentino, che si prefigge di promuovere la riduzione dei composti di rame tradizionalmente utilizzati come battericidi in agricoltura, anche biologica.  http://www.lastampa.it/2014/02/22/scienza/ambiente/il-caso/allarme-sulluso-agricolo-del-rame-8u8I2kN1OGBeAxlrKy3NVM/pagina.html