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le scienze.it - 3/2/2017
Una versione modificata della tecnica CRISPR ha portato a vitelli in grado di resistere all'infezione da tubercolosi bovina grazie all'inserimento di un gene in una specifica regione genomica, evitando gli effetti indesiderati che spesso affliggono la tecnica standard.
[...] secondo quanto riportato su “Genome Biology” da Yong Zhang e colleghi della Northwest A&F University di Shaanxi, in Cina.Si tratta di un risultato di grande importanza perché la tubercolosi bovina, malattia dovuta all'infezione del batterio Mycobacterium bovis, che non solo produce notevoli danni economici in termini di salute del bestiame, ma è anche una minaccia per la possibile infezione di esseri umani. ...
http://www.lescienze.it/news/2017/02/03/news/editing_genetico_tubercolosi_bovina-3409766/
http://genomebiology.biomedcentral.com/articles/10.1186/s13059-016-1144-4
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le scienze.it - 2/2/2017
Microscopici frammenti ben conservati di collagene, la principale proteina del tessuto connettivo, sono stati identificati in un fossile di dinosauro risalente a ben 195 milioni di anni fa. La scoperta è di un gruppo di ricercatori del National Synchrotron Radiation Research Center a Hsinchu, a Taiwan, e della National Central University, sempre di Taiwan, che descrivono il loro lavoro su "Nature Communications".
Il collagene è stato ritrovato all'interno di un canale vascolare di una costola di Lufengosaurus huenei, un sauropode erbivoro lungo circa sei metri e alto tre, i cui resti sono stati scoperti nel deposito fossilifero di di Lu-feng, nella provincia cinese dello Yunnan. ... http://www.nature.com/articles/ncomms14220
http://www.lescienze.it/news/2017/02/02/news/antica_proteina_conservata_collagene_dinosauro-3407933/

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la stampa.it, 31/1/2017, tuttogreen - s. moraca
... habitat come la tundra, il deserto, la savana, la giungla si stanno riducendo sempre di più. Questo è quanto è emerso da uno studio pubblicato su Current Biology , coordinato da alcuni ricercatori australiani dell’Università del Queensland. Dal 1993 a oggi, sono scomparsi 3,3 milioni di chilometri quadrati, per una superficie pari a due volte quella dell’Alaska. Questi dati allarmanti riguardano per un terzo l’Amazzonia e per il 14% l’Africa centrale. [...] le aree dove non è ancora arrivata l’impronta umana costituiscono il 23% delle terre emerse, per una superficie pari a 30,1 milioni di chilometri quadrati. Queste zone si concentrano soprattutto nel Nord America, in Amazzonia, nell’Africa Sahariana, Africa Centrale, Siberia e Australia centrale. Questi dati sono confermati anche dal recente rapporto Fao sullo stato delle foreste mondiali. Ogni anno, solo nei Paesi tropicali, si perdono 7 milioni di ettari di foresta, [...] Uno studio pubblicato su Nature lo scorso agosto conferma i dati del Rapporto Fao: l’impronta ecologica umana non è cresciuta più rapidamente dell’aumento di popolazione, nel periodo compreso tra il 1992 e il 2009. Lo human footprint è però pesato maggiormente negli ambienti caratterizzati da un più alto livello di biodiversità e nei Paesi dove il reddito pro capite è medio-basso. Il 75% del pianeta sta attualmente subendo forti pressioni derivanti dall’impatto dell’impronta umana [...] spesso i programmi di riforestazione attuati da alcuni Paesi possono non bastare: uno studio recente, pubblicato su Nature , ha indagato l’impatto sulla biodiversità del più grande programma di riforestazione al mondo, il China’s Grain-for-Green Program (GFGP). [...] Buone notizie arrivano, invece, dal rapporto Fao sulle foreste: 12 Paesi sono riusciti ad aumentare di oltre il 10% la propria superficie forestale dal 1990, pur garantendo lo sviluppo di politiche agricole innovative. ... http://www.lastampa.it/2017/01/31/scienza/ambiente/focus/negli-ultimi-anni-un-decimo-della-natura-selvaggia-sulla-terra-scomparso-43jYhSRYMcJtvLuV5UxJLJ/pagina.html
http://www.cell.com/current-biology/fulltext/S0960-9822(16)30993-9
rapporto FAO: http://www.fao.org/3/a-i5850e.pdf
http://www.nature.com/articles/ncomms12558
http://www.nature.com/articles/ncomms12717

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la repubblica.it - scienze, 30/1/2017
...Si tratta di un microrganismo marino vissuto 540 milioni di anni fa, dalla fisiologia piuttosto particolare: aveva la forma di un sacchetto ed era privo di ano.scoperta è descritta in due articoli: uno pubblicato sulla rivista Nature dal gruppo della cinese Northwest University di Xìan coordinato da Han Han; l'altro pubblicato sulla rivista Nature Ecology and Evolution dal gruppo dell'università britannica di Cambridge coordinato da Thomas Harvey. Chiamato Saccorhytus proprio a causa del suo aspetto, è stato identificato da microfossili trovati nella Cina centrale, nella provincia dello Shaanxi, ed è l'esempio più primitivo di una più ampia categoria biologica, quella dei i cosiddetti deuterostomi, dalla quale si sono sviluppati i vertebrati ... http://www.repubblica.it/scienze/2017/01/30/news/scoperto_il_piu_antico_progenitore_dell_uomo_piccolissimo_e_con_la_bocca_enorme-157233109/

Università di Tor Vergata