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radiotrescienza, 10/2/2016
Un mondo senza zanzare: possibile? Nei giorni in cui cresce la preoccupazione per il virus Zika, sembrerebbe la soluzione ideale. In Brasile, dove l’epidemia ha avuto origine, l’allarme non rientra, come ci racconta Marcello Broggio, a Brasilia per conto della FAO. Tra le strategie per arginare il virus c’è anche la manipolazione genetica per contenere il numero delle zanzare. Con quali effetti sugli ecosistemi? Ne parliamo con Guido Favia, direttore della Scuola di bioscienze e medicina veterinaria all’Università di Camerino, e con Romeo Bellini, entomologo al Centro agricoltura ambiente Giorgio Nicoli di Crevalcore (Bologna).
Al microfono Roberta Fulci - See more at: http://www.radio3.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-317fed50-8174-4af2-a882-680d90660348.html?refresh_ce#sthash.acvGYm59.dpuf

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le scienze.it, 5/2/2016
Deforestazioni e riforestazioni contribuiscono al riscaldamento climatico anche se la copertura forestale è aumentata, perché le conifere hanno in gran parte sostituito le latifoglie, alterando gli scambi, l'emissione di vapore acqueo e l'albero. Inoltre, la deforestazione praticata in molte aree negli ultimi decenni, ha amplificato l'escursione termica diurna, incrementando la temperatura media e quella massima [...] due nuovi studi apparsi su “Science” che sottolineano come le attività umane possano avere conseguenze sul clima più gravi di quanto ritenuto finora, e dimostrano che occorre molta più attenzione e consapevolezza nelle pratiche di riforestazione. [...] Kim Naudts del CNRS Université Paris-Saclay e colleghi di una collaborazione internazionale, autori del primo articolo, hanno ricostruito 250 anni di gestione della foreste, calcolando i cambiamenti di evapotraspirazione, ( http://science.sciencemag.org/content/351/6273/597 )[...]
Nel secondo studio, Ramdane Alkama e Alessandro Cescatti del Joint Research Centre, Institute for Environment and Sustainability di Ispra, in provincia di Varese, descrivono come i cambiamenti nella copertura globale forestale stiano influenzando i flussi di energia e di acqua tra il terreno e l'atmosfera nelle diverse regioni.( http://science.sciencemag.org/content/351/6273/600 )
http://www.lescienze.it/news/2016/02/05/news/paradosso_riforestazione_aggrava_cambiamento_climatico-2959907/

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Ansa.it, 4/2/2016 - scienza e tecnica
Per un anno e mezzo hanno vissuto in una sorta di gabbia hi-tech all'esterno della Stazione Spaziale, esposti ad un ambiente assolutamente ostile: sono batteri, licheni e funghi che sulla Terra vivono in condizioni estreme, come quelle che si trovano in Antartide o nei deserti. La loro resistenza adesso è stata messa alla prova nello spazio, con l'esperimento 'Expose-R2, dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa).
La struttura nella quale si trovano gli organismi è stata recuperata nella passeggiata spaziale condotta dai cosmonauti Yuri Malenchenko e Sergej Volkov. Contiene gli esperimenti chiamati Boss (Biofilm Organisms Surfing Space) e Biomex (BIOlogy and Mars Experiment), coordinati dall'Agenzia Spaziale tedesca Dlr. L'Italia vi partecipa, grazie a un finanziamento dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi), con il gruppo dell' università di Roma Tor Vergata coordinato da Daniela Billi, e il gruppo dell'Università della Tuscia guidato da Silvano Onofri.... http://www.ansa.it/scienza/notizie/rubriche/spazioastro/2016/02/04/recuperati-i-batteri-alieni-test-sulla-stazione-spaziale_161b1993-1639-4fd4-a5c3-93978c2d40ad.html

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la stampa.it - 26/1/2015 tuttoscienze
La ricerca sostenuta da Telethon può essere importante per la comprensione di malattie neurodegenerative dell’invecchiamento, come l’Alzheimer
Identificato il primo gene che controlla la forma dell’ippocampo, struttura del nostro cervello responsabile della memoria. La ricerca, pubblicata sulla rivista Cerebral Cortex, è stata sostenuta dalla Fondazione Telethon e apre importanti scenari per la comprensione dei disturbi cognitivi. Un gruppo di ricerca coordinato da Elvira De Leonibus presso l’Istituto Telethon di Pozzuoli ha scoperto che l’assenza di questo gene, chiamato Coup-Tfi, produce un difetto nel volume e nella forma dell’ippocampo, determinando in questo modo difficoltà nella capacità di formare delle memorie stabili e durature. ...
http://www.lastampa.it/2016/01/26/scienza/individuato-un-nuovo-gene-della-memoria-ywFRpHADC0AiH65sVCgIHK/pagina.html
http://cercor.oxfordjournals.org/content/early/2016/01/19/cercor.bhv336.abstract?sid=61aff5c2-f5b4-477b-a018-332170082733

Università di Tor Vergata