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1XJOIJNN5792-kDl-U10601802062419dVE-700x394@LaStampa.it la stampa.it - 29/10/2015, tuttoscienze -s. massarelli Perché gli anticorpi monoclonali non sempre funzionano? Ricerca dell’Irccs di Candiolo Le speranze di cura contro i tumori del colon-retto in fase avanzata sono spesso affidate agli anticorpi monoclonali noti come anti-Egrf: sono farmaci come il Cetuximab e il Panitumumab, che si legano a particolari recettori di membrana per poi attaccare la massa tumorale in modo selettivo. Tuttavia solo il 15% dei pazienti risponde bene a queste terapie, per cause non completamente chiarite fino a oggi. Ora, però, ad accendere nuove speranze di cura è una ricerca apparsa su «Nature»: coordinata da un team dell’Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo (Torino) e condotta in collaborazione con la John Hopkins University di Baltimora, ha permesso di conoscere più a fondo gli «errori» genetici che consentono a un tumore di resistere o di soccombere al farmaco. [...] I ricercatori dell’istituto torinese Andrea Bertotti e Livio Trusolino hanno quindi deciso di esplorare il genoma tumorale di 129 pazienti con tecniche di ultima generazione [...] http://www.lastampa.it/2015/10/29/scienza/tuttoscienze/a-caccia-degli-errori-che-fanno-resistere-o-soccombere-un-tumore-KFmt2qnxpfTlVJICTKCY7I/pagina.html http://www.nature.com/nature/journal/v526/n7572/full/nature14969.html
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La genetista Tonelli: l’high tech che sfamerà la Terra Laboratorio Expo. The many faces of sustainability» di Fondazione Feltrinelli, curato da Salvatore Veca e presentato venerdì scorso ... Nutrire il pianeta - come recita lo slogan - va fatto in modo nuovo, più sostenibile. E questo richiede saperi antichi e biotecnologie, le sementi dei nostri avi e nuove varietà che la scienza sta aiutando a selezionare.Chiara Tonelli, prorettore alla ricerca e genetista dell’Università Statale di Milano: «Davanti ai cambiamenti climatici servono piante più resistenti e più produttive. Non significa abbandonare le varietà tradizionali, ma migliorarle grazie a tutto quello che oggi sappiamo sul loro patrimonio genetico [...] «Ci sono tecnologie di miglioramento a cui non possiamo rinunciare per un’agricoltura realmente sostenibile. Vale in primis per gli Ogm, sui quali il messaggio è sempre lo stesso: ci servono per rendere le piante più resistenti a virus e batteri [...] esistono erbicidi di ultima generazione che degradano e non lasciano tracce sul prodotto finale. La genetica ci può aiutare a rendere le piante immuni, ma davanti alle malattie possiamo usare farmaci più sostenibili e sicuri». Nella cassetta degli attrezzi ci sono metodi nuovissimi e ancora in via di elaborazione come il «genome editing», la manipolazione genetica ... http://www.lastampa.it/2015/10/28/scienza/tuttoscienze/lexpo-sta-per-finire-e-lagricoltura-si-reinventa-6XhCe9aBPU4oUVlthygynM/pagina.html 
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images la repubblica.it, 26/10/2015 - UN POMODORO che contiene antiossidanti pari a 50 bicchieri di vino. Ottenuto dai ricercatori del centro di ricerca britannico John Innes, fra i quali vi è l'italiano Eugenio Butelli, il superpomodoro che protegge le cellule dai processi degenerativi, come quelli dell'invecchiamento e dei tumori. Il segreto starebbe nel resveratrolo, una sostanza antiossidante amica delle cellule. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Communications e il prototipo potrebbe diventare una fonte di produzione di questo principio per realizzare integratori o cibi arricchiti. [...] L'ortaggio "miracoloso" è stato ottenuto dai ricercatori inserendo nel suo Dna i geni responsabili della produzione del resveratrolo nella vite e della genisteina nei legumi. Inoltre è stata aggiunta una proteina chiamata AtMYB12 che si trova nella pianta più usata nei laboratori di ricerca di tutto il mondo, l'arabetta comune (Arabidopsis thaliana). Questa proteina incrementa la produzione delle altre sostanze tramite l'aumento delle attività dei geni coinvolti. http://www.repubblica.it/scienze/2015/10/26/news/superpomodoro_ricco_di_antiossidanti_come_50_bottiglie_vino-125923892/ http://www.nature.com/ncomms/2015/151026/ncomms9635/full/ncomms9635.html
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300x1691445873148443untitledradiotrescienza- 27/10/2015- ore 11.30 Si allarga l’elenco delle sostanze cancerogene per gli esseri umani stilato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Secondo il nuovo rapporto, anticipato da Lancet Oncology, basterebbero 50g di carne lavorata al giorno - meno di due fette di pancetta - per aumentare la probabilità di sviluppare il cancro del colon-retto del 18%. Sotto processo anche le carni rosse, che entrano nella lista degli alimenti "probabilmente cancerogeni". È davvero ora di cambiare la nostra dieta? Lo chiediamo a Giovanna Caderni, docente di farmacologia e tossicologia all'università di Firenze e componente del working group dello International agency for research on cancer, e Lucilla Titta, nutrizionista dell’Istituto europeo di oncologia di Milano. - See more at: http://www.radio3.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-13ca99be-aa63-4bdb-bbde-eeb22327b4ae.html#sthash.spMITTOC.dpuf The Lancet Oncology, 26/10/2015: http://www.thelancet.com/journals/lanonc/article/PIIS1470-2045(15)00444-1/abstract la repubblica.it- 26/10/2015 : http://www.repubblica.it/salute/alimentazione/2015/10/26/news/oms_carni_trattate_e_rosse_cancro_linee_guida-125917010/?ref=HRER3-1 WHO:   http://www.who.int/en/