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le scienze.it 24/7/2015
Nei biofilm, grandi comunità di batteri hanno sviluppato una forma di "cooperazione metabolica" che permette ai batteri più interni di alternarsi con quelli più esterni per un migliore accesso ai nutrienti. E' quanto emerge da un nuovo studio che ha dimostrato che si tratta di un fenomeno "emergente" che caratterizza i gruppi con molte cellule e che non può essere descritto in cellule singole [...]
Questa sorta di altruismo emerge spontaneamente in grandi comunità di batteri, secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista “Nature" da Jintao Liu, dell'Università della California a San Diego e colleghi di una collaborazione internazionale.
“È un chiaro esempio dei cosiddetti 'fenomeni emergenti': si tratta di processi che non possono essere rilevati né studiati negli individui, ma solo quando si studiano gruppi numerosi d'individui”, ha spiegato Gürol Süel, che ha guidato lo studio. ... http://www.nature.com/nature/journal/vaop/ncurrent/full/nature14660.html
http://www.lescienze.it/news/2015/07/24/news/batteri_cooperazione_fenomeno_emergente-2703125/

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la stampa.it - 22/7/2015 - n. panciera
La storia evolutiva svela un lato oscuro: c’è un nesso tra Alzheimer e complessità delle aree cerebrali?
... «La nostra specie si caratterizza per uno sviluppo molto marcato delle aree parietali, che si trovano nella zona superiore e posteriore del cervello. È un carattere evidente, presente soltanto nell’Homo sapiens e forse associato alle aree profonde della corteccia parietale. Ciò si accompagna con l’aumento di tutto il sistema vascolare di queste aree, che hanno un metabolismo estremamente elevato», ci spiega Emiliano Bruner, responsabile di ricerca del laboratorio di Paleoneurobiologia del Centro nazionale di ricerca sull’evoluzione umana di Burgos, in Spagna, invitato, la scorsa settimana, a tenere una lectio all’Università di Milano Bicocca. È proprio in queste aree, nelle fasi precoci della malattia di Alzheimer, che si osservano alcuni «difetti» metabolici: «Una strana coincidenza - spiega lo studioso - che andrebbe studiata più a fondo. È possibile, infatti, che tutta questa complessità delle aree parietali possa aumentare la vulnerabilità a certi processi degenerativi». http://www.lastampa.it/2015/07/22/scienza/tuttoscienze/come-siamo-diventati-troppo-intelligenti-per-il-nostro-cervello-snIH5kAYcOx0JtjwHv5AWJ/pagina.html

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la repubblica.it, 16/7/2015
Senza impollinatori, api e altri insetti in declino costante, lo scenario è preoccupante: 71 milioni di persone, nei Paesi a basso reddito, potrebbero trovarsi privi di vitamina A e 2,2 miliardi, che già hanno un'alimentazione inadeguata, vedrebbero i loro apporti vitaminici ancora più ridotti. Inoltre, 173 milioni persone si troverebbero in carenza di folati [...] Sono i dati di uno studio condotto da Samuel Myers a Harvard: la perdita del 100% di "servizi di impollinazione" potrebbe ridurre la produzione globale dei frutti del 22,9%, delle verdure del 16,3% e del 22,9% dei semi, ma con differenze a seconda del Paese ... http://www.hsph.harvard.edu/news/press-releases/human-wrought-environmental-changes-impacting-crops-and-pollinators-could-harm-health-of-millions/
http://www.repubblica.it/ambiente/2015/07/16/news/api_rischio_scomparsa_riscaldamento_globale-119208788/
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la repubblica.it, 19/7/2015
Sono 50 trilioni di trilioni di trilioni di "coppie di basi", l'unità più piccola di misura per la lunghezza del Dna a doppia elica, costituito da blocchi di queste coppie di acidi nucleici legati tra loro
[...] un gruppo di ricercatori dell'Università di Edinburgo, in Scozia in uno studio pubblicato su Plos Biology. ...
http://journals.plos.org/plosbiology/article?id=10.1371/journal.pbio.1002168
http://www.repubblica.it/scienze/2015/07/19/news/tutto_il_dna_della_terra_gli_scienziati_l_hanno_calcolato_-119357215/
Università di Tor Vergata