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le scienze.it - 2/5/2014
ceppi del virus che causa il vaiolo conservati nei laboratori russi e statunitensi vanno distrutti, oppure devono essere conservati e utilizzati per proseguire le ricerche? È il dilemma a cui dovrà rispondere la prossima Assemblea mondiale della Sanità (WHA), l'organo legislativo dell'Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), che si riunirà tra il 19 e il 24 maggio prossimi a Ginevra.
Nel frattempo il dibattito imperversa, e uno degli ultimi contributi in ordine di tempo viene da un gruppo internazionale di microbiologi guidati da Inger Damon, dei Centers for Disease Control and Prevention degli Stati Uniti, che firma un articolo sulla rivista “PLOS Pathogens”: la distruzione dei campioni andrebbe evitata, sostengono gli scienziati, perché [...] http://www.plospathogens.org/article/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.ppat.1004108
http://www.lescienze.it/news/2014/05/02/news/distruzione_ceppi_virus_vaiolo-2120922/
radiotrescienza: Ne parliamo con Maria Rita Gismondo, direttrice dell’Unità operativa dell’ospedale Luigi Sacco di Milano. http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/puntata/ContentItem-98afb306-8c04-44c5-aa9a-b767ea9711b1.html

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A semi-synthetic organism with an expanded genetic alphabet
Denis A. Malyshev, Kirandeep Dhami,Thomas Lavergne,Tingjian Chen, Nan Dai, Jeremy M. Foster, Ivan R. Corrêa & Floyd, E. Romesberg http://www.nature.com/nature/journal/vaop/ncurrent/full/nature13314.html
la stampa.it - 8/5/2014
La scoperta di un gruppo di scienziati statunitensi pubblicata su “Nature” e un nuovo capitolo della biologia sintetica. Accanto alle tradizionali lettere che costituiscono “l’alfabeto della vita” ne sono state aggiunte due (X e Y) http://www.lastampa.it/2014/05/07/scienza/scoperto-il-dna-potenziato-la-vita-artificiale-pi-vicina-52qmvwfrG21HunDe2c7sQM/pagina.html
la repubblica.it- 8/5/2014 - g. gagliardi, a. sgherza
Studio dello Scripps Research Institute pubblicata su Nature: due elementi che non esistono in natura aggiunti ai filamenti e riprodotti senza problemi da un batterio. I ricercatori: enormi applicazioni in medicina e scienza dei materiali. [...] "La vita sulla Terra in tutta la sua diversità è codificata solo da due coppie di basi del Dna - ha spiegato Floyd E. Romesberg, che ha guidato il team di ricerca - noi ne abbiamo aggiunto un paio artificiali. Questo dimostra che altre soluzioni sono possibili e, naturalmente, ci avvicina ad una biologia a Dna espanso, che avrà molte eccitanti applicazioni: da nuovi farmaci a nuovi tipi di nanotecnologie. In linea di principio, potremmo codificare nuove proteine e amminoacidi non naturali".http://www.repubblica.it/scienze/2014/05/07/news/dna_espanso_basi_artificiali-85497745/
radiotrescienza - 8/5/2014 - 11.30 (riascoltabile: http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/PublishingBlock-aaee447d-8a68-46e9-b13f-43525399e0d8-podcast.html )
Due basi azotate nuove di zecca: adenina, guanina, timina e citosina non sono più le sole. In California un team di scienziati ha inserito la coppia di nucleotidi artificiali in un tratto di DNA che è stato correttamente replicato da un batterio di Escherichia coli. Un gran passo avanti per la biologia sintetica, che sta già sollevando interrogativi sulle possibili applicazioni e questioni etiche: ne parliamo con Paolo Magni, docente di ingegneria biomedica all’università di Pavia, ed Edoardo Boncinelli, genetista all’Università Vita Salute San Raffaele di Milano. http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/puntata/ContentItem-a4895fd8-3aaf-41ca-9fe5-2dca43e5450b.html
la scienze.it - 8/5/2014 http://www.lescienze.it/

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la stampa.it- tuttogreen, Beppe Croce (direttore Chimica Verde bionet) , Francesco Ferrante (vicepresidente Kyoto Club)
[...] Oggi, col supporto dell’innovazione, dobbiamo allora superare lo schema ideologico che contrappone food e non food in diverse forme:
1.Molte colture, come il grano, ci consentono di ottenere dalla stessa pianta diverse cose, alimentari e non. La pianta stessa è la prima bioraffineria. Dalla lavorazione del cardo (Cynara cardunculus), attualmente sperimentato in Sardegna come base vegetale per la bioraffineria di Matrica a Porto Torres, possiamo ottenere al tempo stesso olio per biopolimeri e biolubrificanti, farine proteiche per la zootecnia e polline pregiato per l’apicoltura. Il resto della biomassa (lignina e cellulosa) si può avviare a uso energetico. Stesso discorso per le filiere zootecniche: insieme al latte e ai latticini, posso produrre biometano dalle deiezioni, cosa ormai nota, ma anche, con un adeguato trattamento del digestato (il residuo del biogas), ammendanti, fertilizzanti o addirittura basi per bioplastiche (poliidrossialcanoati). L’intreccio food/non food potrebbe offrire l’opportunità di rimettere a coltura terreni fertili oggi non più lavorati o versanti di collina abbandonati al dissesto idrogeologico perché davano scarso reddito;
2.possiamo anche coltivare nello stesso terreno specie diverse, food e non food, con adeguati avvicendamenti o coperture permanenti del suolo (es. cereali vernini) o anche consociazioni (in alcune zone dell’America latina coltivano cotone biologico in consociazione con fagioli e manioca, garantendo in tal modo anche l’autosufficienza alimentare delle famiglie contadine). Un uso efficiente del suolo che offre diversi benefici: contribuire all’arricchimento di sostanza organica, alla biodiversità e alla resistenza spontanea ai patogeni e al tempo stesso assicurare all’azienda agricola un reddito annuo per ettaro decisamente più elevato;
3.e infine abbiamo il problema dei terreni contaminati, che purtroppo riguardano diverse aree del nostro Paese e non solo della Terra dei Fuochi. Su queste terre le coltivazioni non food sono oggi l’unica possibilità di mantenere l’agricoltura in quei luoghi e di non abbandonarli a ulteriore degrado o a speculazioni cementizie. http://www.lastampa.it/2014/05/06/scienza/ambiente/il-caso/energia-dallagricoltura-una-soluzione-c-3kvzkQCPALo489kHO9mKJJ/pagina.html

Università di Tor Vergata