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Mideast Egypt   le scienze.it - 8/4/2014 La qualità nutrizionale delle colture alimentari rischia di diminuire in seguito all'aumento dei livelli di anidride carbonica via via che si intensifica il cambiamento climatico. In particolare, si può prevedere una riduzione media del tre per cento della disponibilità di proteine di origine vegetale per l'alimentazione umana. A dare per la prima volta una dimostrazione sperimentale sul campo di questo fenomeno – già previsto sulla base dei risultati di esperimenti in laboratorio – è stato un gruppo di ricercatori dell'Università della California a Davis e dell'Arid-Land Agricultural Research Center (USDA) a Maricopa, in Arizona, che firmano un articolo su “Nature Climate Change”. All'origine di questa riduzione vi è l'inibizione della conversione dei nitrati assorbiti dal terreno in proteine, dovuta all'azione dell'anidride carbonica quando raggiunge elevati livelli di concentrazione nei tessuti delle piante. L'abbassamento medio del contenuto di proteine per frumento, riso, patate e orzo è dell'otto per cento, che - considerato il peso diverso di questi prodotti nella dieta umana - si traduce in una riduzione del tre per cento della disponibilità media di proteine vegetali per il consumo. http://www.lescienze.it/news/2014/04/08/news/riduzione_proteine_raccolti_livelli_co2_aria-2088941/
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113836221-b7021e2d-dc14-4cf4-b742-1b793c287549 7/4/2014 - su la stampa.it  il nuovo blog di Vandana Shiva [...] Il paradigma dominante della silvicoltura è basato sulle monoculture di specie commerciali, e le foreste sono viste come miniere di legname, che producono profitti e reddito. Le donne di Chipko hanno insegnato a me e al mondo che il reddito e i profitti legati al legname non erano i veri prodotti della foresta. I suoi veri prodotti erano il suolo, l’acqua e l’aria pura. Oggi, la scienza si riferisce a questi ultimi come funzioni ecologiche degli ecosistemi. Le donne analfabete del Garhwal in Himalaya, quindi, erano quattro decenni più avanti rispetto agli scienziati di tutto il mondo. Nel 1981, il governo è stato costretto a interrompere lo sfruttamento delle foreste nell’Himalaya centrale. Durante l’Earth Day, il 22 aprile 2002, sono stata invitata da un gruppo di donne del piccolo borgo di Plachimada, nei pressi di Palghat, in Kerala, per unirmi alla loro lotta contro Coca Cola, che estraeva 1,5 milioni di litri d’acqua al giorno e inquinava quella che rimaneva sul posto. Le donne erano costrette a camminare per 10 km alla ricerca di acqua potabile pulita. [...] Le donne non sono esperte solo nell’economia di sussistenza, lo sono anche nella scienza ecologica. L’ascesa della scienza maschilista con Cartesio, Newton, Bacon, ha portato al dominio della scienza meccanicistica e riduzionista e al soggiogamento dei sistemi di conoscenza basati sulle interconnessioni e le relazioni. Questi includono tutti quelli degli indigeni, e il sapere delle donne. L’espressione più violenta della scienza meccanicistica è nella promozione dell’agricoltura industriale, inclusi gli organismi geneticamente modificati (OGM) come soluzione alla fame e alla malnutrizione. L’agricoltura industriale utilizza prodotti chimici sviluppati in origine per le guerre. L’ingegneria genetica è basata sull’idea del gene come molecola “maestra” che dà comandi unidirezionali al resto dell’organismo. La verità è che i sistemi viventi sono auto-organizzati, interattivi, dinamici. Il genoma è fluido. Poiché queste problematiche si stanno muovendo sempre più verso il centro della scena in ogni tipo di società, sono le alternative che le donne offrono attraverso la biodiversità e l’agro-ecologia ad offrire soluzioni reali alle crisi alimentare e nutrizionale. Come ho potuto imparare durante i 30 anni necessari per creare il Movimento Navdanya (http://www.navdanyainternational.it/index.php/news/293-ogm-e-allarme-primavera-transgenica ) , la biodiversità produce più delle monocolture. Le piccole aziende agricole a conduzione familiare basate sulla partecipazione femminile forniscono il 75% del cibo consumato nel mondo. L’agricoltura industriale, invece, ne produce solo il 25%, usando e distruggendo il 75% delle risorse della Terra.  http://lastampa.it/2014/04/07/blogs/madre-terra/ecofemminismo-da-anni-in-difesa-della-terra-e-delle-donne-ZTko59FW333Q0odC8GeVkI/pagina.html
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145641185-d28e4196-3a67-48e2-ae8a-173c8ad29461 repubblica.it , 8/4/2014 Ha un forte potere antiossidante e regala benessere. Sarà commercializzato ortaggio nato da ricerca universitaria della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa Dal laboratorio al mercato. Il pomodoro nero, dal fortissimo potere antiossidante e capace di aiutare a restare in buon salute, sviluppato da un progetto di ricerca coordinato dalla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, insieme alle università Tuscia di Viterbo, di Modena e Reggio Emilia e di Pisa, sarà commercializzato dall'azienda pisana l'Ortofruttifero, che ha recentemente firmato il contratto di licenza con la Scuola Sant'Anna. Il Sun Black, così i ricercatori hanno chiamato l'ortaggio, ha un alto contenuto di antociani, sostanze dal fortissimo e riconosciuto potere antiossidante, non è però un ogm ed è considerato a tutti gli effetti un alimento nutraceutico: è stato ottenuto da Gian Piero Soressi dell'Università della Tuscia e caratterizzato in maniera approfondita nel corso degli ultimi anni dalla Scuola Superiore Sant'Anna e dall'ateneo laziale. Dopo la registrazione del marchio comunitario "SunBlack", avvenuta nel 2009, da parte degli atenei che hanno condotto lo studio, ora arriva anche la licenza commerciale che porta ufficialmente fuori dai laboratori il pomodoro 'benefico'.  http://www.repubblica.it/ambiente/2014/04/07/news/dai_laboratori_al_mercato_ecco_pomodoro_benefico_no_ogm_-82958345/?ref=HRLV-17
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l'unità.it - 8/4/2014 - pietro greco Questa mattina, nella sede del Cnr a Roma, un gruppo di scienziati italiani presenta il «Manifesto per un’Europa di progresso». Lo hanno firmato molti tra i ricercatori italiani più prestigiosi, compresa quella Fabiola Gianotti che ha contribuito alla scoperta del bosone di Higgs al CERN di Ginevra e che alla fine del 2012 ha conteso a Barack Obama la copertina di Time come «persona dell’anno». Lo hanno firmato anche alcuni tra quegli scienziati italiani più prestigiosi che ricoprono cariche istituzionali, come Luigi Nicolais, presidente del CNR, Fernando Ferroni, presidente dell’INFN, Giovanni Bignami, presidente dell’INAF. Lo hanno firmato infine altre decine di ricercatori, alcuni dei quali non meno bravi e famosi, come primo nucleo di una rete europea. Con un obiettivo politico. Di alta politica. Per rilanciare l’unità europea. Infatti, scrivono che: «come scienziate e scienziati di questo continente - consapevoli che esiste un nesso inscindibile tra scienza e democrazia - sentiamo la necessità di metterci in gioco. Di ribadire che il processo di costruzione degli Stati Uniti d’Europa è ...   http://www.unita.it/scienza/scienziati-d-europa-unitevi-br-ecco-l-appello-dei-ricercatori-1.562215?localLinksEnabled=false&utm_source=dlvr.it&utm_medium=twitter le scienze.it  http://www.lescienze.it/news/2014/04/07/news/manifesto_europa_unita_cnr-2090027/