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la stampa.it - 16/4/2014, tuttogreen
Oltre due terzi del polline raccolto dalle api nei campi europei e portato ai loro alveari è contaminato da un cocktail di pesticidi tossici. Questo è il risultato allarmante di un nuovo studio di Greenpeace International, pubblicato oggi nell'ambito della campagna europea per salvare le api e proteggere l'agricoltura. Le sostanze chimiche rilevate nei pollini comprendono insetticidi, acaricidi, fungicidi ed erbicidi, prodotti da aziende agrochimiche come Bayer, Syngenta e BASF. Il rapporto "Api, il bottino avvelenato" è il più vasto nel suo genere a livello europeo in termini di aree geografiche interessate e numero di campioni prelevati simultaneamente, con oltre 100 campioni provenienti da 12 Paesi. In totale sono state individuate 53 diverse sostanze chimiche. Lo studio evidenzia le alte concentrazioni e l'ampia gamma di fungicidi presenti nel polline raccolto vicino ai vigneti in Italia, l'uso diffuso di insetticidi killer delle api in quello dei campi polacchi, la presenza di DDE (un prodotto di degradazione del DDT, tossico e bioaccumulabile) in Spagna, il ritrovamento frequente del neonicotinoide thiacloprid in molti campioni raccolti in Germania. C'è qualcosa di fondamentalmente sbagliato nell'attuale modello agricolo, basato sull'uso intensivo di pesticidi tossici, monocolture su larga scala e un preoccupante controllo dell'agricoltura da parte di poche aziende agrochimiche come Bayer, Syngenta & Co" dichiara Federica Ferrario, responsabile campagna agricoltura sostenibile di Greenpeace.
Il rapporto conferma i risultati di un recente studio dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) che evidenzia vaste lacune conoscitive sulla salute delle api e degli impollinatori in genere [...] http://www.lastampa.it/2014/04/16/scienza/ambiente/nuovo-rapporto-greenpeace-polline-api-contaminato-da-pesticidi-BFlOl4nTakQta8RwKqzIYL/pagina.html
rapporto greenpeace: http://www.greenpeace.org/italy/ApiBottinoAvvelenato/

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la stampa.ti - 16/4/2014 - green news, francesca fradelloni
... Siamo tra i primi esportatori nel mondo e i nostri prodotti sono di altissima qualità, per questo la necessità di una certificazione unica. Un modo per dare più garanzie al mercato costruendo una rete complessa e radicata nel territorio italiano e del bacino del mediterraneo”, dice Fabrizio Piva, ad dell'ente di certificazione di prodotti bio Ccpb.
L'unione tra il suo organismo e Imc, in questi giorni, ha dato vita al primo organismo di certificazione italiano nel settore biologico per fatturato e in termini di prodotti certificati, ma anche per dimensioni e importanza delle aziende certificate, con un'ampia gamma di servizi incentrati sulla sostenibilità di processi e prodotti. [...] Nell’orbita del “nuovo organismo” entreranno circa 9000 aziende certificate, l’80% delle quali certificate per il solo settore bio, a fronte di tali numeri si stima che circa un terzo del fatturato complessivo del comparto biologico italiano verrà certificato dal nuovo Ccpb. “Sul fronte internazionale Ccpb è autorizzato e accreditato – specifica Piva – per certificare prodotti bio nell’Unione Europea e per offrire alle aziende agroalimentari la certificazione necessaria per esportate in Usa, Giappone, Canada, Svizzera, Brasile, Corea del Sud”. Attenzione però, bio e non solo. “Certifichiamo anche la sostenibilità, cioè forniamo una sorta di carta d’identità ambientale in base a criteri come il consumo del suolo, il consumo d’acqua, igas serra prodotti”, conclude Piva. http://www.lastampa.it/2014/04/16/scienza/ambiente/green-news/biologico-nasce-il-pi-grande-ente-di-certificazione-italiano-5X7o3eRIGyGM8LZnESoJYJ/pagina.html

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la stampa.it - 16/4/2014, elena cattaneo
Dalla cornea alle malattie immuno-ematologiche. Trattamenti sicuri, lontani anni luce da Stamina
Ieri, nella sala Zuccari del Senato, si è svolto l’incontro «Le applicazioni delle cellule staminali in medicina rigenerativa», terzo appuntamento del ciclo «Scienza, Innovazione e Salute». Incontri che la XII Commissione Igiene e Sanità del Senato, grazie anche al presidente Emilia De Biasi, ha organizzato per coordinare un nuovo dialogo tra scienziati e politici. Contribuire a mettere in relazione questi due ambiti, perché si «parlino» e si «ascoltino», è uno degli obiettivi che dò alla mia presenza in Senato. Le ricadute per la società possono essere enormi. [...] Per questo motivo sono più volte intervenuta per evidenziare quanto rivoluzionario per l’Italia sarebbe una riforma istituzionale che percepisca questo aspetto. Una riforma che colga come «necessaria» l’inclusione nel Senato di senatori con specifiche competenze disciplinari in modo che concorrano «dall’interno e direttamente» alla formulazione delle soluzioni legislative. ... http://www.lastampa.it/2014/04/16/scienza/tuttoscienze/le-staminali-buone-esistono-ecco-come-fanno-guarire-7cGPZkHXNBwibSKfUBxrbM/pagina.html
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la stampa.it - 16/4/2014, valentina arcovio
... Maurizio Brunori, membro dell’Accademia dei Lincei e docente emerito di Biochimica a La Sapienza di Roma, che ha invitato due Nobel come Kurt Wüthrich e Ada E. Yonath al convegno sulle proteine, dedicato alla memoria di Ivano Bertini, il fondatore del Centro di risonanza magnetica di Firenze. L’incontro, che si è tenuto all’Accademia dei Lincei, ha permesso di confrontarsi con i due pionieri di un innovativo approccio che sfrutta le proteine per agire sui punti critici delle malattie e dei batteri.
«Le proteine sono una miniera d’oro per i farmaci del futuro», chiarisce Brunori. [...] «I ribosomi, macchine che traducono il codice genetico, sono l’obiettivo di diversi antibiotici che li paralizzano, legandosi ai loro siti funzionali», spiega Yonath, la scienziata che ha ricevuto il Nobel nel 2009 per aver descritto la struttura del ribosoma. [...] lavora allo sviluppo di nuovi antibiotici per inibire il ribosoma dei batteri e non quello delle cellule del paziente, così da bloccare la produzione di proteine essenziali per la sopravvivenza del patogeno. [...]
A differenza degli studi di Yonath, quelli di Wuthrich sono focalizzati sulla regolazione funzionale dei recettori del sistema nervoso. Docente dell’Eidgenössische Technische Hochschule di Zurigo e ricercatore del Scripps Research Institute di La Jolla (Usa), è stato il primo a determinare la struttura atomica di una proteina, usando la risonanza magnetica nucleare. Un successo che gli fece guadagnare il Nobel nel 2002.
http://www.lastampa.it/2014/04/16/scienza/tuttoscienze/superbatteri-al-tappeto-la-promessa-dei-nobel-che-domano-le-proteine-KERBfYfUeI7DlVQmHEgdXO/pagina.html

Università di Tor Vergata