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condivisione-delle-idee-300x240 La Stampa.it, 5/2/2014 - tuttoscienze giovanni boniolo - università di milano «Conoscere per deliberare», titolava un saggio Luigi Einaudi. Qui vi è tutto, se interpretato bene. Ed è una corretta interpretazione della deliberazione che può far barriera alle allucinanti iniziative che fanno conto sull’irrazionalità e sulle emozioni di chi vorrebbe smantellare il metodo scientifico, basato sulla ritrovabilità dei risultati. Sto pensando alla triste storia del «Metodo Stamina», ma pure agli attacchi ciechi e violenti contro l’uso di animali-modello. Insomma, abbiamo veramente bisogno di cittadini (e politici) che sappiano deliberare. Ma di che cosa si tratta?[...] In effetti, la deliberazione è un processo di «decision-making», che inizia con cittadini che hanno posizioni diverse intorno a un tema, ma che, attraverso un metodo basato sul conoscere ciò intorno a cui si deciderà e sul presentare argomenti razionali, cercano di arrivare a una soluzione condivisa. Ma questo comporta che il cittadino (o il politico) che voglia parteciparvi debba «fare la fatica». Se vorrà deliberare sulla plausibilità etica della produzione di energia nucleare, o dell’uso di terapie cellulari, o dell’uso di animali-modello, dovrà saperne abbastanza da poterne parlare senza dire sciocchezze. [...] A questo proposito anche in Italia si stanno attuando situazioni di corretta deliberazione. Il gruppo di Biomedical Humanities del dipartimento di Oncologia Sperimentale dello Ieo, la Genome Function Unit dell’Ospedale San Raffaele e il Laboratorio di Informatica Civica dell’Università di Milano, con la cooperazione di Scienza in Rete (www.scienzainrete.it), lanceranno a breve un forum online di etica deliberativa intorno a temi scientifici (specie biomedici), dove i tre aspetti conoscitivi saranno centrali. Anche da noi le cose possono essere fatte bene, basta accettare che - come sintetizzava Einaudi - per deliberare si deve conoscere. Certo, non è facile, ma è necessario per chiunque voglia essere un cittadino attivo e consapevole delle sue scelte. http://www.lastampa.it/2014/02/05/scienza/tuttoscienze/quando-gli-inglesi-vinsero-il-terrore-degli-ibridi-ps6y3ZPNNHIAndDC0FvnQP/pagina.html
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La Stampa.it - 5/2/2014, tuttoscienze, daniele banfi [...] I dati sono eloquenti: negli ospedali e nelle residenze per anziani un paziente su tre è malnutrito o a rischio malnutrizione e non meno di due ricoverati su 10 peggiorano il loro stato di salute durante la degenza. E’ questa la sconfortante situazione descritta dall’Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica (Adi) e dalla Società italiana di nutrizione artificiale e metabolismo (Sinpe). Una vera e propria emergenza sia per la salute delle persone sia per le casse del già provato sistema sanitario nazionale.[...] Stefano Silvestri, medico presso la Chirurgia Generale 4 dell’Ospedale Molinette di Torino [...]: «Nel paziente chirurgico - continua - esistono vari fattori che alterano le difese immunitarie e le funzioni di barriera intestinale. Neoplasie, malattie croniche e alimentazione non corretta sono soltanto alcuni esempi. La malnutrizione, in particolare, interessa all’incirca il 30% dei pazienti candidati a un intervento chirurgico e rappresenta un fattore di rischio aggiuntivo per l’insorgenza di complicanze post-operatorie. Una su tutte è la predisposizione a contrarre infezioni». In questo contesto di emergenza si inserisce appunto l’immunonutrizione, una terapia a basso costo, ma molto efficace, che consiste nella somministrazione per via orale o enterale di un cocktail di amminoacidi come arginina, acidi grassi omega-3 e nucleotidi [...] http://www.lastampa.it/2014/02/05/scienza/tuttoscienze/la-dieta-di-supermolecole-fa-guarire-pi-in-fretta-yHnDwafUtf9V4ueBukiZ8K/pagina.html
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locandina (2)
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La Repubblica.it - 3/1/2014, Irma D'Aria E' stata ottenuta dai ricercatori dello University Children's Hospital di Zurigo. Un metodo che con il tempo potrebbe aiutare milioni di persone finiscono in ospedale ogni anno con gravi ferite su zone estese del corpo Una pelle artificiale che funzioni in modo del tutto simile a quella umana perché dotata non solo di vasi sanguigni ma anche linfatici. È quanto hanno cercato di ottenere in laboratorio i ricercatori dello University Children's Hospital di Zurigo arrivando alla conclusione che gli innesti cutanei contenenti sia sangue che vasi linfatici possono migliorare la guarigione e la rigenerazione delle ferite. [...]  http://www.repubblica.it/salute/ricerca/2014/02/03/news/pelle_artificiale_una_nuova_ricerca_la_rende_pi_simile_a_quella_umana-77607175/