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il sole24ore.it, 19/2/2014 -
Dario Braga (Prorettore alla Ricerca - Università di Bologna)
L'Europa ha stanziato 77 miliardi di euro per la ricerca riunendo in H2020 i finanziamenti per programma quadro, attività in materia di innovazione e competitività e Istituto europeo di innovazione e tecnologia [...] salute e cambiamenti demografici, sicurezza alimentare, agricoltura sostenibile e bioeconomia, energia sicura pulita e sostenibile, trasporti integrati e smart, ambiente e cambiamenti climatici, uso efficiente delle risorse, inclusione sociale e innovazione e sicurezza.[...] grandi sfide richiedono la convergenza di esperienze diverse. Servono grandi e robustissime competenze ma anche la loro mescolanza. Economisti e chimici e ingegneri e sociologi e giuristi e biotecnologi ecc. che operano insieme per produrre idee nuove. Nessuno balla più da solo, ma siamo pronti?
La riforma Gelmini ha prodotto (non ovunque) una forte concentrazione disciplinare nei dipartimenti. Molte università si sono trasformate in arcipelaghi di isolette separate da tratti di mare (spesso agitati) con ridottissimo interscambio [...]I settori disciplinari impilati nei dipartimenti sono oggi gabbie che ostacolano oggettivamente lo sviluppo del pensiero trasversale e della ricerca transdisciplinare, spesso quella più sorprendente e più innovativa.[...] non minore problema è il rapporto con il mondo produttivo. Il paradigma di H2020 è quello della conoscenza trasferibile. Lo EIT finanzia già alcune knowledge innovation communities (KIC) con il coinvolgimento anche di istituzioni e imprese nel nostro paese [...] I tentativi in atto di recuperare il tempo perso si scontrano tuttavia con la struttura rigida della "pre-carriera" accademica (assegnista 4 anni, ricercatore di tipo A, 3+2 anni, ricercatore di tipo B "tenure track", 3 anni). [...] La "pre-carriera" universitaria va ripensata. Non servono nuove norme, servono "accorgimenti" per ridurre la precarietà, aumentare la flessibilità, e accrescere lo scambio. http://24o.it/xUCmR
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La Stampa.it, 19/2/2014
Una proteina “malcostruita” non-mutante si trasmette da regione a regione nel sistema nervoso
Un gruppo di scienziati della University of British Columbia e del Vancouver Coastal Health Research Institute ha scoperto un meccanismo molecolare attraverso il quale progredisce la Sclerosi Laterale Amiotrofica. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences. [...] SOD1 si trasmette da regione a regione nel sistema nervoso, contribuendo allo sviluppo della Sla.
http://www.lastampa.it/2014/02/19/scienza/scoperto-un-processo-molecolare-che-fa-progredire-la-sla-nFslV5Rm8CsPshsdeofwNJ/pagina.html

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Radiotrescienza, 19/2/2014
Gli abitanti del Kalash, nel Pakistan nordoccidentale, sono molto diversi dai popoli limitrofi sia fisicamente che culturalmente. Nonostante vivano nel più completo isolamento, il loro DNA tradisce un'ascendenza europea. Come mai? Una possibile risposta arriva da una nuova tecnica biostatistica, che permette di datare le interazioni tra gruppi etnici diversi avvenute anche migliaia di anni fa. Uno strumento che potrebbe dare una mano agli storici. Ne parliamo col genetista Cristian Capelli del dipartimento di zoologia dell’Università di Oxford.
Che ci fa uno scienziato al Festival di Sanremo? Luigi Naldini, direttore dell’Istituto San Raffaele Telethon per la terapia genica (TIGET), ci racconta la sua esperienza sul palco del teatro Ariston e l’importanza di tenere i riflettori puntati sulla ricerca.
http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/puntata/ContentItem-7f7430cf-ec0d-458e-a92c-089d65a043d6.html
riascoltabile: http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/PublishingBlock-aaee447d-8a68-46e9-b13f-43525399e0d8-podcast.html

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il corriere della sera.it, 18/2/2014 -
È stata scoperta sulle Ande di Ecuador e Perù una nuova specie di pepe (Piper kelleyi), un parente selvatico del pepe nero. Oltre alla scoperta botanica, di per sé rilevante, l’aspetto più significativo è che una cinquantina di specie di insetti dipendono esclusivamente da questa pianta. Vale a dire che si cibano solo e soltanto di questo pepe, che se dovesse per qualche motivo scomparire, pregiudicherebbe un intero sistema ecologico, visto che le conseguenze si ripercuoterebbero a catena su molte altre specie di invertebrati, ma anche di vertebrati. Quello pubblicato su PhytoKeysè un esempio assai pregnante di come la produzione di composti chimici influenzi la biodiversità. Infatti i composti chimici prodotti dalle piante, fonte di sapori, aromi e colori, oltre ad avere spesso anche importanti proprietà tossiche o farmacologiche, sono il modo naturale della pianta per resistere ai fastidiosi predatori erbivori. http://www.corriere.it/scienze/14_febbraio_17/scoperta-ande-nuova-specie-pepe-nero-6ece0236-97e5-11e3-910c-771d54eec810.shtml

Università di Tor Vergata