:
Cibo   La Stampa.it- 11/12/2013 carla reschia Il futuro del cibo, un’incognita che deve fare i conti con molti fattori, dalla sovrappopolazione mondiale, che sfida la possiblità di garantire nutrimento sano e sicuro a tutta l’umanità, alle insidie e alle opportunità delle politiche agroalimentari. Raccontare questo futuro, prevederlo, ma anche indagare il presente del cibo e il suo antico e complesso rapporto con la psiche umana, è l’obiettivo di Foodcast, un progetto scientifico multidisciplinare che studia le possibili soluzioni nella pianificazione e nella gestione delle risorse alimentari, a livello locale e globale. L’indagine è iniziata nel 2011, mutuando strumenti e metodologie di analisi dagli ambiti più avanzati della ricerca, e spazia a tutto campo sul tema, dall’analisi dei mercati alimentari, al monitoraggio delle reti della filiera alimentare, fino ai test sugli aspetti psicologici del cibo. In campo un team di scienziati con le più varie specializzazioni, dalla fisica alle neuroscienze, che fanno capo alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste, all’Università di Milano, alll’Alma Mater Studiorum Università di Bologna e all’Università di Perugia. [...] Ora, dopo una prima fase dedicata soprattutto alla raccolta e alla classificazione di dati, Foodcast ha presentato nei giorni scorsi a Milano il suo nuovo obiettivo: la messa a punto dell’indice di sostenibilità, uno strumento pratico per l’analisi della filiera agroalimentare globale e locale, proposto a Expo2015 come uno dei parametri per la stima oggettiva dell’impatto ambientale del cibo. Si tratta del TII, il Trade Impact Index, un parametro che dà un senso concreto alla parola “sostenibilità”, spiegano i ricercatori [...] FoodCast, il progetto in breve   Quattro sono i principali ambiti di ricerca sviluppati da FoodCast: Mercati alimentari: è stato creato un database utilizzando i dati di dieci diversi archivi nazionali e internazionali con i dati di produzione, commercio, import/export, prezzi del cibo, che sarà un punto di partenza per creare modelli e algoritmi di previsione. Analisi delle reti: gli scienziati di FoodCast stanno individuando in che modo i diversi attori - produttori, trasformatori, consumatori - sono in connessione fra loro. Neuroscienze: uno dei team di FoodCast si occupa di studiare l’atteggiamento e le reazioni delle persone di fronte al cibo, un argomento importante per capire come si muoveranno i mercati nel futuro. Outlook: gli esperti del team di FoodCast stanno conducendo un’analisi qualitativa della situazione attuale che aiuterà a delineare i possibili scenari futuri sul cibo. http://www.lastampa.it/2013/12/11/scienza/ambiente/il-caso/foodcast-indagare-il-futuro-del-cibo-IlnX2TNfcqNt0gkmSK3vRL/pagina.html http://foodcast.sissa.it/    
:
La Stampa.it - 8/12/2013 Secondo gli studi può portare a percentuali molto alte di guarigioni e quindi a un risparmio sulle cure. Arriva anche l’ok della Food and Drug Administration la rivoluzionaria cura per l’epatite C che utilizza la molecola sofosbuvir e approvata definitivamente venerdì sera dalla Food and Drug Administration (Fda), che ha un costo notevole, circa 84 mila dollari per terapia, ma che può portare a percentuali molto alte di guarigioni e quindi rappresentare in definitiva un risparmio rispetto alle cure attuali, protratte nel tempo. «È una notizia storica, una rivoluzione nella terapia di questa malattia che causa nel nostro Paese 10.000 morti l’anno», ha commentato Antonio Gasbarrini, professore di gastroenterologia all’Università Cattolica di Roma. Il farmaco è infatti «il primo antivirale con azione diretta che unisce una grande efficacia a bassi effetti collaterali - spiega lo studioso - e che potrà essere utilizzato anche nei malati più gravi per diminuire la progressione della malattia». [...] L’approvazione definitiva negli Usa del farmaco a base di sofosbuvir era molto attesa (in Europa dovrebbe essere approvata a inizio 2014) e segue quella avvenuta a fine novembre di un’altra pillola, a base della molecola simeprevir, utilizzabile (con l’interferone e la ribavirina) contro il genotipo 1 dell’epatite C che rappresenta il 50% di tutte le infezioni. Secondo gli esperti gli scenari che si aprono con queste nuove molecole sono davvero rivoluzionari: «da tassi di guarigione dall’infezione con il virus dell’epatite C oggi abbastanza modesti (del 45%) si arriverà a tassi di efficacia dell’80-95%«, con trattamenti di breve durata e pochi effetti collaterali, secondo quanto spiegato da Massimo Colombo dell’università di Milano. L’obiettivo sarà eradicare non solo il virus ma diminuire la progressione della malattia e dunque la mortalità. A fronte di questo si dovrà preventivare un enorme esborso di denaro per la sanità pubblica. Ma secondo i primi scenari tracciati dagli economisti sanitari del Ceis di Tor Vergata, i risparmi potrebbero andare da un minimo di 11 milioni di euro dal 2015 ad un massimo di 44 milioni di euro nei successivi 15 anni. http://www.lastampa.it/2013/12/08/scienza/epatite-c-per-curarla-arriva-una-pillola-coster-mille-euro-al-giorno-per-mesi-fV6TdpPjpuF27W0A8xgkqN/pagina.html La Repubblica.it - 8/12/2013, massimo vincenzi La cura dagli Usa. L'Italia il Paese europeo più colpito con due milioni di contagiati. Per gli esperti è una vera "rivoluzione" http://www.repubblica.it/salute/2013/12/08/news/epatite_c_ecco_la_pillola-miracolo_ma_coster_mille_dollari_al_giorno-72984830/?ref=HREC1-9
:
Il Corriere della sera.it - 5/12/2013 Sorpresa: i resti hanno mostrato più affinità con i Denisoviani che ai Neandertal ... Il materiale è stato estratto dai resti di uno scheletro di Homo heidelbergensis, trovati nella grotta Sima de los Huesos, nella Sierra di Atapuerca nel nord della Spagna. I resti non hanno evidenziato affinità con i Neandertal, come i ricercatori avevano supposto, ma a un’altra specie umana, i Denisoviani rinvenuti in Siberia, specie affine sia ai Neandertal che agli uomini moderni, di cui sono stati trovati alcuni tratti genetici negli aborigeni in Papua-Nuova Guinea. La sequenza quasi completa di genoma mitocondriale è stata ricavata a partire da un osso con una tecnica innovativa. [...]  Il risultato si deve al gruppo coordinato da Svante Paabo dell’Istituto Max Planck di antropologia evolutiva, che ha messo a punto un nuovo metodo per estrarre il Dna antico dai fossili.«La scoperta è inaspettata», sottolinea il primo autore dell’articolo pubblicato su Nature, Matthias Meyer, «perché i resti... http://www.corriere.it/scienze/13_dicembre_05/sequenziato-dna-umano-piu-antico-400-mila-anni-fa-fe653132-5d8c-11e3-860b-0a0a3904cefc.shtml http://www.nature.com/nature/journal/vaop/ncurrent/full/nature12788.html
:
locandina8dicembre