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The New York Times, November 7, 2013 CARL ZIMMER 07zimmer-span-articleLarge   In 1799 the great naturalist Alexander von Humboldt and his companions set out from Caracas, Venezuela, to climb the Andes. They struggled up a mountainside enveloped in mist so thick they had to clamber over rocks by hand.[...] Von Humboldt had stumbled into a remarkable ecosystem, known as a Páramo. Páramos blanket the Andes in Venezuela, Ecuador and Colombia, growing at altitudes 9,200 to 14,800 feet above sea level. [...] “They’re like islands in a sea of forest,” said Santiago Madriñán, an expert on Páramos at the University of the Andes in Colombia But according to a new study, the Páramos are even more remarkable than von Humboldt could have realized. They are the fastest evolving place on the planet. Scientists have long known that in certain spots, evolution runs faster than normal. The Galápagos Islands, for example, are home to some 13 species of Darwin’s finches, which all evolved from a single group of birds that originally colonized them. The archipelago is just a few million years old, however, which means that all their diversity has evolved in a geologically short period of time. In recent years, scientists have identified other regions where evolution is running fast. To measure its speed, researchers have looked at the DNA of species living in each place. The longer it has been since two species diverged from a common ancestor, the more time each lineage has had to accumulate mutations. Young species have relatively few mutations. ... http://www.nytimes.com/2013/11/12/science/high-above-sea-level-evolutionary-hot-spots.html?ref=science   Radiotrescienza - puntata del 12/11/2013: Esistono luoghi in cui le specie si modificano più rapidamemente che in qualsiasi altro posto al mondo: sono i Pàramos, ecosistemi andini già noti per la loro straordinaria biodiversità. Con Goffredo Filibeck, ricercatore di botanica ambientale all’Università della Tuscia, indaghiamo la relazione tra biodiversità vegetale e ritmi evolutivi delle piante. Anche l’evoluzione dell’uomo ha avuto le sue accelerazioni improvvise, come ci spiega Giorgio Manzi, paleoantropologo all’università La Sapienza e autore del saggio Il grande racconto dell’evoluzione umana (Il Mulino 2013). riascoltabile  su: http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/PublishingBlock-aaee447d-8a68-46e9-b13f-43525399e0d8-podcast.html  
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Focus - Tuttogreen, La stampa - 12/11/2013 Il rapporto di Greenpeace: la certificazione Rspo è una farsa La principale causa della deforestazione in Indonesia tra il 2009 e il 2011 continua a essere la produzione di olio di palma. È quanto rivela il rapporto pubblicato da Greenpeace International dal titolo “Certificando la distruzione”, che denuncia come dall’olio di palma dipenda ben un quarto della perdita di superficie forestale del Paese. La ricerca, condotta sul campo dagli attivisti, dimostra come la maggior parte della deforestazione avvenga in concessioni controllate da membri della RSPO (Tavola Rotonda per l’Olio di Palma Sostenibile) un’organizzazione nata per garantire la sostenibilità della produzione dell’olio di palma in Indonesia. Tra queste la multinazionale Wilmar International con sede a Singapore. Il dato più allarmante contenuto nel rapporto è proprio che il 39 per cento degli incendi forestali che hanno coinvolto la Provincia di Riau nel primo semestre del 2013 si sono verificati in concessioni certificate come “sostenibili” dalla stessa RSPO. ... Il rapporto “Certificando la distruzione” è disponibile in inglese al seguente link: www.greenpeace.org/international/certifying-destruction http://www.lastampa.it/2013/11/12/scienza/ambiente/focus/lolio-di-palma-accelera-la-deforestazione-allarme-in-indonesia-rischio-caos-nS13IWa2J0tiv6Ks5PBszH/pagina.html
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La Stampa- tuttoscienze, 11/11/2013 Utile “ascoltarli” per studiare le malattie del cervello. I geni, anche se distanti, interagiscono tra loro attraverso speciali regolatori in grado di “connettere” porzioni lontane di Dna. Una “rete” paragonabile a quella con cui si gestisce il traffico aereo internazionale. [...] La scoperta, pubblicata su Nature, è frutto di una ricerca condotta presso il Joint Genome Institute del Lawrence National Laboratory a Berkeley, a cui hanno collaborato anche i genetisti dell’università di Milano-Bicocca. http://www.lastampa.it/2013/11/11/scienza/i-geni-si-parlano-a-distanza-XmJq6F5SiIWFmRnTOSwkdL/pagina.html
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