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La Stampa - 13/09/2013 ... Innovative pratiche agricole faranno della manioca la coltura del XXI secolo. La FAO offre un modello di agricoltura sostenibile per soddisfare l’aumento della domanda Al posto delle monocolture normalmente impiegate nei sistemi di coltivazione intensiva, Save and Grow incoraggia colture miste e la loro rotazione, insieme ai principi della lotta antiparassitaria integrata, che per tenere gli insetti nocivi sotto controllo al posto dei pesticidi chimici, utilizza piantine immuni da malattie e nemici naturali dei parassiti. La manioca è una coltura molto versatile coltivata su piccola scala in più di 100 paesi. Le sue radici sono ricche di carboidrati, mentre le sue tenere foglie contengono fino al 25% di proteine​​, ferro, calcio e vitamine A e C. Altre parti della pianta possono essere usate come mangimi per animali e il bestiame allevato con la manioca presenta una buona resistenza alle malattie e bassi tassi di mortalità. Una ragione che spiega l’aumento della domanda di manioca è anche l’attuale prezzo sostenuto dei cereali. Questo la rende un’alternativa valida al grano e al mais, in quanto può essere trasformata in una farina di alta qualità che può in parte sostituire quella di frumento. Ma oltre alla sua importanza come fonte di cibo e di sicurezza alimentare, la manioca ha anche una quantità di usi industriali, che potrebbero promuovere lo sviluppo e far aumentare il reddito delle comunità rurali. La manioca è seconda solo al mais come fonte di amido, e varietà sviluppate di recente producono radici ricche di amido molto ricercate dall’industria. Anche la domanda di manioca come materia prima per la produzione di bioetanolo è in rapida crescita. E un’altra considerazione importante è che tra le grandi colture di base africane, la robusta e resistente manioca sarà la meno colpita dall’avanzare del cambiamento climatico http://www.lastampa.it/2013/09/13/scienza/ambiente/focus/per-la-fao-sar-la-manioca-lalimento-del-futuro-0p9s3oERSTIbEgZRHoaCiN/pagina.html
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La Stampa - Tuttoscienze - 12/09/2013 Il meccanismo è alla base delle malattie acquisite, come il cancro Un meccanismo inusuale nella sintesi del Dna potrebbe spiegare le mutazioni genetiche. La ricerca del Georgia Institute of Technology è stata pubblicata sulla rivista Nature. http://www.lastampa.it/2013/09/12/scienza/svelato-il-meccanismo-con-cui-le-cellule-riparano-il-dna-WgGuy6srmLxKXp9xJTx3pO/pagina.html
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bologna-258[1]   Il Sole24ore - 10/09/2013 con un'analisi di Eugenio Bruno Le università italiane migliorano le loro posizioni, (anche se il primo ateneo tricolore è solo al 188°posto) e altre entrano ex-novo nelle classifiche internazionali delle migliori università al mondo, secondo l'edizione del QS World University Rankings che classifica le top 800 università su una analisi che ne comprende 3.000. Nelle prime tre posizioni troviamo sempre il Massachusetts Institute of Technology (Mit) che si conferma la migliore, superando anche quest'anno Harvard e Cambridge. A distinguersi nella formazione accademica italiana sono invece l'Università di Bologna, Roma Sapienza, Politecnico di Milano, università degli Studi di Milano e quella di Pisa. La Bocconi [...]  http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-09-09/migliori-universita-mondo-atenei-162947.shtml?uuid=Ab1oTqUI  
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7f50f584ca8911e280cd22000a9f18de_5 La Stampa - Green jobs - 24/08/2013 [...]dai prodotti tipici al chilometro zero, dal biologico al tradizionale. Per non dire dei mestieri che l’intera filiera agroalimentare rappresenta e che, in chiave “green”, può rappresentare ancora di più, dal campo alla tavola per aumentare la sicurezza dei nostri cibi o per impattare di meno su ambiente e salute. [...] Che il settore sia immenso, d’altronde, lo dicono i dati: in Italia l’agricoltura rappresenta qualcosa come il 12 per cento del PIL nazionale, vale a dire un fatturato per l’intero sistema di circa 200 miliardi euro all’anno. Questa volta, per parlare di professioni verdi, ci limiteremo a un settore davvero nuovo e ad un mestiere necessario ma per nulla scontato: il narratore del gusto. [...] Un misto tutt’altro che accidentale di scienza e di cultura che da qualche tempo a Brescia ha visto nascere una vera e propria associazione intitolata ai “Narratori del gusto”, fondata fra gli altri da la Strada dei Vini dei Castelli Romani, l’Ente Turismo Alba Bra Langhe e Roero, l’International Academy of Sensory Analysis, Paideia e dal Centro Studi Assaggiatori. Nomi che già spiegano bene il senso dell’iniziativa e che organizza brevi corsi di formazione, per esempio, per “guida sensoriale” o di “brand manager”. E più recentemente ancora l’Università di Urbino ha lanciato un vero e proprio Corso di alta formazione in “Geologia del gusto: narratore del gusto, comunicatore di benessere e selezionatore delle tipicità italiane”. Il corso inizierà il prossimo I ottobre ed è rivolto a laureati in Scienze geologiche, beni culturali, scienze biologiche, turismo, educazione e formazione, nutrizione, ecc. Insomma ad una vasta gamma di laureati che ruotano intorno all’agricoltura, all’ambiente e all’alimentazione e che potranno trovare posto nel settore agroalimentare come in quello del turismo. http://www.lastampa.it/2013/08/24/blogs/green-jobs/la-cucina-diventa-verde-shD0vfyZT3935D88zwlPrN/pagina.html Per approfondire gli aspetti della professione: Università di Urbino: http://www.uniurb.it/it/portale/?mist_id=430&lang=IT&tipo=DID&page=178&aa=&id=1455236 Narratori del gusto: http://www.narratoridelgusto.it/