L’ argomento che tratteremo oggi riguarderà la flora spontanea che germoglia e cresce nelle scarpate, nei giardini, nei parchi e nelle restanti aree verdi delle nostre città.
Con il termine di fiori selvatici – “wildflowers” – s’intendono tutte quelle specie erbacee perenni e annuali, adatte ad essere seminate in un miscuglio, per la costituzione di prati con numerose essenze vegetali – polifiti – gestiti in maniera sostenibile. Questi fiori selvatici, rispetto ai tradizionali tappeti erbosi con una sola specie presente – monolitici – aggiungono una policromia spaziale e stagionale fondamentale per il corretto funzionamento dell’ ecosistema urbano.
Le specie erbacee presenti sul territorio urbano già degradato rappresentano una risorsa capace di generare nuove opportunità sia in termini di costi – ridotti – che di efficacia – elevata –. La gestione sostenibile di queste specie è rappresentata da un minimo grado di manutenzione: necessitano infatti solamente della preparazione del letto di semina, la semina stessa e lo sfalcio senza necessitare di apporti idrici elevati o massiccio uso di fertilizzanti e pesticidi.
Una delle peculiarità nell’utilizzo di queste sementi consiste proprio nelle poche necessità colturali. I principali interventi colturali dopo l’impianto, infatti, riguardano solamente la gestione delle infestanti e il taglio periodico, detto sfalcio, che costituisce una pratica necessaria per preservare la biodiversità del prato fiorito ed evitare che alcune specie scompaiano. Per di più alcuni autori hanno rilevato come lo sfalcio possa anche migliorare l’aspetto estetico di un prato spontaneo, la vera bravura del manutentore e nel decidere quale sia il periodo più adatto per lo sfalcio; troppo presto nel tempo non permetterà alla pianta di arrivare a fioritura troppo tardi sottoporrebbe l’area a rischio incendi. Questo ultimo punto però va chiarito meglio: in natura il fenomeno degli incendi spontanei è raro e ancora dibattuto nella comunità scientifica sulla sua reale spontaneità quindi quando sentite dire “ bisogna tagliare le piante che secche s’incendiano…” non è corretto non sono le piante ad incendiarsi ma chi ci butta una sigaretta accesa o altro materiale infiammabile che ne provoca la combustione!!!!!!
Oramai molte città europee come Parigi e Londra, hanno avviato da tempo piani di progettazione e programmazione dei wildflowers in ambiente urbano. Queste associazioni vegetali vengono usate per abbellire i bordi delle strade e autostrade, gli spazi di periferia urbana, i parchi e i giardini. In particolare l’amministrazione londinese ha scelto questa tipologia di verde per abbellire gran parte del villaggio olimpico del 2012.
Il prato di vegetazione autoctona britannica al London Olympic Park (foto Hitchmough e Dunnet).
Da sottolineare è l’importanza che riveste la duplice scelta delle specie o varietà vegetali da piantare e del luogo dell’impianto. Il prato fiorito deve fare parte di un progetto perfettamente integrato nel paesaggio, in un parco, ad esempio, si può collocare in un punto di passaggio tra un prato verde rasato e un gruppo di specie arboree oppure può costituire un’aiuola di per sé.
Per di più, questi prati fioriti, possono costituire anche una valida alternativa alla vegetazione ornamentale troppo spesso omologata dei giardini e parchi pubblici e privati.
Inoltre in questa tipologia di verde, come in altre ad alta fruizione, i gestori hanno l’opportunità di collocare cartelli esplicativi con la descrizione delle specie utilizzate, dei loro habitat naturali, delle specie di insetti impollinatori e di aggiungere così informazioni utili per educare i cittadini.
A tal proposito uno degli aspetti più interessanti nell’utilizzo di queste specie è la possibilità di combinare la tutela ambientale al recupero e alla rinaturalizzazione di aree degradate, quali scarpate stradali, aiuole sparti-traffico, terreni abbandonati ed incolti donando ulteriore salute e bellezza alle nostre città.
Come sottolineato in precedenza la composizione della miscela di semi può variare al variare delle condizioni climatiche dell’area d’impianto. Per quanto riguarda la nostra area climatica, quella mediterranea, qui sotto elenchiamo alcune delle specie che più comunemente troviamo rappresentate nella miscela di semi quali:
- Scabiosa columbaria L., – Hypochaeris radicata L.,
- Cichorium intybus L., – Salvia verbenaca L.,
- Verbascum blattaria L., – Coleostephus myconis L.,
- Papaver rhoeas L. subsp. rhoeas, – Nigella damascena L.,
- Agrostemma githago L., – Cyanus segetum Hill,
- Legousia speculum-veneris (L.) Chaix, – Anthemis arvensis L.
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