composizione querce 2

 

La collezione di querce

Le querce (genere Quercus) non detengono record particolari. Una quercia non è la pianta più alta: una sequoia (Sequoiadendron giganteum (Lindl.) J. Buchholz) può doppiare una quercia raggiungendo i cento metri di altezza. Né la più longeva: un pino della California (Pinus longaeva D.K.Bailey) passa i quattromila anni, mentre una quercia si ferma a duemila. Una sequoia, tuttavia, vive solo in una fascia costiera fresca e mite; un pino della California in montagne dove non esistono parassiti. Le querce, viceversa si sono insediate in tutta la fascia temperata. Tuttavia questi alberi sono tenuti in grande considerazione dalle diverse culture poiché La storia della quercia, in fondo, è la storia dell’uomo. E, per raccontarla dall’inizio, bisogna riandare ai tempi dei nostri avi “balanofagi”. La dieta all’epoca non era granché: ghiande a pranzo, a cena e a colazione; con un contorno che, se c’era, arrivava come e quando capitava. Sebbene oggi le ghiande rientrino nella dieta umana solo In alcuni paesi (Stati Uniti, Corea, Spagna, Algeria), come una curiosità culinaria, nella preparazione di qualche antica ricetta, questi alberi si inseriscono ancora nella vita della comunità essendo il loro legname utilizzato per molteplici scopi. Per avere la conferma del legame ancestrale che unisce uomo e quercia, basta consultare la mappa degli areali occupati dal genere Quercus: la dislocazione dei boschi coincide con i luoghi che hanno visto nascere le grandi civiltà stanziali. Gli uomini si stabilivano dove crescevano le querce. Questo raggruppamento filologico infatti si diffonde ad oggi in tutto l’emisfero settentrionale in Asia, Nord e Centro America, Europa e Africa (Axelrod, 1983), raggiungendo l’Equatore, sviluppando il massimo livello di diversità tra il 15° ed il 30° parallelo nord in America e nel sud dell’Asia. Quante specie del genere Quercus esistano è ad oggi ancora un argomento dibattuto: secondo alcuni autori si aggirano intorno alle 300, secondo altri il genere annovera ben 600 specie. Questa incoerenza è dovuta, fra le altre ragioni, al fatto che sia molto comune nel genere l’ibridazione fra specie diverse, e non è sempre scontato distinguere un ibrido da una specie parentale. È però certo che il genere, appartenente alla famiglia delle Fagaceae, è diviso in due sottogeneri (Quercus e Cyclobalanopsis) e quattro sezioni: Quercus o quercie bianche (distribuite in Europa, Asia e Nord America), Lobatae o querce rosse (diffuse in solo in America), Protobalanus (anch’esse diffuse solo in America) e Cerris (diffuse in Europa e Asia); Il sottogenere Cyclobalanopsis è diffuso solo nelle foreste Asiatiche.
La collezione presente all’orto botanico, conta circa 200 esemplari divisi in 164 gruppi tassonomici differenti appartenenti ai diversi taxa del genere; essa si compone di specie, ibridi e cultivar prodotte dall’uomo nel corso della storia, sia ad habitus arboreo che cespuglioso. Alcune specie sono iscritte alla lista rossa IUCN (Oldfield & Eastwood, 2007). Gli alberi e gli arbusti sono dislocati su una superficie di circa 2 ettari, e sono stati suddivisi seguendo un criterio geografico che accompagna il visitatore lungo un sentiero che percorre le diverse zone del mondo accomunate per la presenza di questi splendidi alberi.

ALBUM FOTOGRAFICO

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