La Macchia Mediterranea
Una delle caratteristiche fondamentali di questo orto botanico di moderna concezione vuole essere quella di rappresentare sul suo territorio tutte le differenti fasce vegetazionali della nostra regione. Può quindi mancare la macchia mediterranea?
Nel senso comune per macchia s’intende una composizione vegetale dove dominano alberi di piccola e media taglia o specie arbustive di grandi dimensioni, con un ricco e ingarbugliato sottobosco. In senso stretto per macchia mediterranea s’intende quella formazione vegetale che si trova prevalentemente lungo la fascia costiera, anche se è possibile riscontare questa formazione vegetale anche nel cuore dell’Appennino – cosiddette oasi xero-termiche – dove gli stress ambientali che si riscontrano sono pressoché gli stessi che si trovano nella fascia costiera.
La macchia mediterranea mostra peculiarità climatiche autonome con concentrazione massima della piovosità durante l’ autunno e l’inverno e un periodo di aridità durante il periodo più caldo dell’anno, l’estate.
Proprio a queste particolare avversità estive corrispondo molti e caratteristici adattamenti delle specie presenti in questa area.
Per cominciare la stessa densa e fitta struttura è fondamentale per proteggere le varie specie dall’ eccessiva irradiazione solare e calore. Inoltre molte specie presenti come il Leccio (Quercus ilex), Fillirea (Phillirea latifolia) o lo stesso Corbezzolo (Arbutus unedo) dette anche specie sclerofille, presentano foglie particolarmente dure e cerose proprio per proteggere i tessuti fogliari dal sole e ridurre al minimo la perdita d’acqua. Vi si trovano anche essenze arbustive come Viburno (Viburnum tinus) che riescono a crescere sotto la chioma e quindi la protezione degli alberi sopra citati.
Una menzione particolare va alla Quercia da sughero (Quecus suber), regina degli adattamenti. La sua caratteristica e spessa corteccia di sughero, non si è evoluta per fare i tappi alle ottime bottiglie di vino ma bensì per protegge i tessuti interni delle piante dagli agenti atmosferici esterni avversi e in particolar modo dagli incendi.
Non resta che immergersi in questo denso e aggrovigliato sistema di piante, perdersi e farsi cullare dalle profumate fioriture primaverili.
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