Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.
Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012
XMar
Feb
Sette Mondi
Nell’ambito del progetto ALUM: “Archeoantropologia molecolare e gamification per scoprire la storia della produzione dell’allume”, E’ ORA POSSIBILE SCARICARE IL VIDEOGIOCO “SETTE MONDI” dal LINK sottostante!!!
https://drive.google.com/file/d/1GsSRfc7tRG_Hl05LE8-9C-2wMi5G1lED/view?usp=sharing
Feb
Jan
Un progetto internazionale e multidisciplinare coordinato dal Prof. Daniele Di Marino del Dipartimento delle Scienze della Vita e dell’ambiente (DiSVA) dell’Università Politecnica delle Marche (formatosi a Tor Vergata), si è incentrato sullo sviluppo di un dispositivo basato su grafene per la rilevazione di tutte le varianti del SARS-CoV-2. Il risultato di questa ricerca è stato recentemente pubblicato su Nano Today, una delle riviste ad alto impatto più importanti in ambito internazionale specializzata nelle bionanotecnologie.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1748013222003577
L’importante e ambizioso studio è stato condotto grazie ad una attenta e proficua collaborazione tra i dipartimenti dell’UnivPM con altre università sia italiane, come l’Università di Roma Tor Vergata e Milano-Bicocca, sia internazionali, quali Columbia University e University of Bristol, e con un’azienda californiana (Alcatera).
Nel dettaglio, il lavoro riguarda lo sviluppo di un dispositivo point-of-care per la rilevazione di tutte le varianti del SARS-CoV-2 in maniera rapida, specifica e sensibile. Partendo da approcci computazionali e di protein-design, è stata selezionata una versione ingegnerizzata del recettore ACE2 umano. Infatti, una delle principali novità alla base di questo progetto è stata quella di sfruttare il naturale meccanismo di riconoscimento iniziale delle cellule umane da parte del SARS-CoV-2 (tra il recettore umano ACE2 e la proteina Spike del virus). Tale interazione non risulta infatti essere influenzata dell’insorgenza di mutazioni nella proteina Spike, a differenza di ciò che avviene con i normali test antigenici, che si stanno dimostrando sempre meno efficaci contro le nuove varianti del virus.
Tecnicamente, il biosensore è un transistor ad effetto di campo a grafene (gFET), ingegnerizzato al fine di realizzare un dispositivo capace di rilevare efficientemente tutte le varianti del virus da tamponi nasofaringei, incluse quelle attualmente in circolo come Omicron, Cerberus e Centaurus.
L’approccio multidisciplinare del lavoro ha permesso lo sviluppo di una tecnologia che non si limiterà al solo SARS-CoV-2, ma potrà essere utilizzata anche per la rilevazione di altri virus, inquinanti ambientali e di biomarcatori essenziali per la diagnosi precoce di patologie, quali ad esempio il cancro.
Riferimenti:
Romagnoli A., et al. SARS-CoV-2 multi-variant rapid detector based on graphene transistor functionalized with an engineered dimeric ACE2 receptor.
Nano Today. 2023 Feb;48:101729. doi: 10.1016/j.nantod.2022.101729. PMID: 36536857
Università di Tor Vergata