Dipartimento di Biologia
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Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.

Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012

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approfondimenti

foodinsight

News ed Eventi
22
Nov

Aumentare artificialmente la resa delle colture

Posted by elena in dai media.

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le scienze.it – 21/11/2016
La resa di una coltivazione può essere incrementata del 14-20 per cento aumentando i livelli nella pianta di tre proteine che sono coinvolte nel meccanismo biomolecolare per la dissipazione della luce in eccesso nelle giornate di Sole. La tecnica è stata dimostrata sul tabacco, ma potrebbe trovare utile applicazione anche nelle colture di importanza alimentare. [...] Lo dimostra un nuovo studio apparso sulla rivista “Science” e firmato da Stephen Long dell’Università dell’Illinois a Urbana Champaign e colleghi di una collaborazione internazionale. [...] Long e colleghi hanno utilizzato un supercomputer dell’Università dell’Illinois per prevedere di quanto riducesse la produttività delle colture il lento recupero dell’estinzione fotochimica nell’arco del giorno. I calcoli hanno dato risultati sorprendenti: la perdita varia tra il 7,5 e 30 per cento, a seconda del tipo di pianta e della temperatura. Con la consulenza di Krishna Niyogi, dell’Università della California a Berkeley, hanno poi individuato i processi molecolari
alla base dell’estinzione e le proteine che avrebbero potuto rendere più rapido il processo di recupero… http://www.lescienze.it/news/2016/11/21/news/tre_proteine_fotosintesi_resa_colture-3317566/
http://science.sciencemag.org/content/354/6314/857

21
Nov

La Xylella salentina è al confine tra Francia e Liguria

Posted by elena in dai media.

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le scienze.it – 21/11/2016
È ufficiale, il ceppo ST53 della sottospecie pauca di Xylella fastidiosa che ha infettato gli olivi pugliesi è arrivato in Francia un anno fa, a Mentone, a una decina di chilometri dal confine con la Liguria.
Che il territorio francese ospitasse numerosi focolai di Xylella è noto da tempo. I primi ritrovamenti risalgono all’estate del 2015 in Corsica e all’autunno dello stesso anno in Costa Azzurra, tra i quali proprio quello di Mentone. Il servizio fitosanitario ligure ne era al corrente, tant’è che le attività di monitoraggio sono state effettuate fin da subito anche nei comuni di Ventimiglia e Olivetta San Michele che ricadono nei dieci chilometri della zona tampone attorno al focolaio di Mentone (Qui la mappa interattiva con le aree demarcate in territorio italiano. http://geoportale.regione.liguria.it/geoviewer/pages/apps/repertorio/repertorio.html?id=1728 ) come ci conferma Moreno Guelfi, funzionario e ispettore sanitario della Regione Liguria. “A oggi – spiega Guelfi – abbiamo effettuato 700 ispezioni visive e circa 200 analisi di laboratorio sulle specie ospiti. Contiamo di arrivare a 1000 entro la fine dell’anno. Ma per il momento, fortunatamente, sono risultate tutte negative”. … http://www.lescienze.it/news/2016/11/21/news/xylella_fastidiosa_pauca_francia_inra_anses-3320063/
Il meeting di lancio del progetto europeo XF-Actors tenutosi dal 14 al 16 novembre a Bari: http://cordis.europa.eu/project/rcn/206027_en.html

18
Nov

Posted by elena in dai media.

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la stampa.it 18/11/2016 – tuttoscienze, MARCO CAMBIAGHI (UNIVERSITÀ DI TORINO)
Tre studi indipendenti pubblicati su «Nature», in cui sono stati analizzati 787 genomi di individui appartenenti ad oltre 270 popolazioni, sono concordi nel dire che, per la maggior parte, i genomi delle odierne popolazioni non africane derivano da una singola migrazione che avvenne tra 75 mila e 50 mila anni fa. Per la maggior parte, non per la totalità: qui sta la novità.
Infatti, mentre due studi concludono che eventuali altre migrazioni avrebbero lasciato poche tracce se non nessuna, il terzo studio – il cui primo autore è l’italiano Luca Pagani – conferma non solo che c’è stata almeno una migrazione antecedente a quella di 75 mila anni fa, ma anche a quando questa risale e dove si trovano le «tracce genetiche». «Dai resti fossili in Cina e Palestina – spiega Pagani, ricercatore all’Estonian Biocentre di Tartu – si sa che …  http://www.lastampa.it/2016/11/18/scienza/tuttoscienze/nei-geni-la-prova-che-la-prima-fuga-dallafrica-avvenne-gi-mila-anni-fa-7NFm0pUx4WPINz5YumvaCK/pagina.html
http://www.nature.com/articles/srep37198

18
Nov

Cellule sintetiche come fabbriche di molecole

Posted by elena in dai media.

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le scienze.it – 18/11/2016
… Le cellule sono in grado di orientarsi nell’ambiente, di comunicare e di partecipare alla costruzione di strutture complesse dando il via all’espressione genica in risposta a specifici segnali. Da qualche anno, questa capacità di programmazione viene sfruttata dai ricercatori per “obbligare” le cellule a svolgere le funzioni codificate in “circuiti genetici”, progettati per ottenere farmaci e altre molecole utili, grazie a una serie di tecniche che costituiscono la base della biologia sintetica, una nuova linea di ricerca in fase di grande sviluppo da alcuni anni. [...] Un gruppo di ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston ha ora dimostrato che i vari circuiti possono essere isolati collocandoli all’interno di singole cellule sintetiche, impedendo così che interferiscano tra loro. L’idea dei ricercatori del MIT è stata quella di incapsulare i loro circuiti genetici in vescicole note come liposomi, che hanno una membrana lipidica simile a quella delle cellule. Le cellule sintetiche così ottenute non sono vive, ma sono equipaggiate con gran parte del macchinario cellulare necessario per la trascrizione del DNA e la traduzione dei geni in proteine.
I ricercatori, autori di un articolo apparso sulla rivista “Nature Chemistry”, hanno anche dimostrato di poter controllare la comunicazione tra queste cellule. In sostanza, hanno progettato i liposomi in modo che si potessero fondere gli uni con gli altri in modo controllato, grazie all’azione di proteine chiamate SNARE, che sono in grado di inserirsi nella membrana cellulare. …
http://www.nature.com/articles/nchem.2644.epdf?referrer_access_token=tUUm58UxsK7CV6Pv9BsB8tRgN0jAjWel9jnR3ZoTv0P_sH5QwvBqwWZcyyBXG8TLjzYROQOzGF3LKtghW7JqjKn5JacIA052S2GWYbx6voBQ2cGfdGpLZSr7K10OIm7dbwN-07PQ2Vug9XooSHwW3EvMAvaDVSU7CV2uv7ZpDfjcIruRspU-oiB1JUTgylK5Rv1ch0a8POMT6J_-yx_PJ3OwNVrtSyxiKAQLV5SpsKmBHTCo9Jb02livaLPCFMzssgpKq6vmoBewG5pR-DKWDA%3D%3D&tracking_referrer=www.lescienze.it
http://www.lescienze.it/news/2016/11/17/news/liposomi_cellule_sintetiche_fabbriche_molecole-3314448/

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